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La famiglia Martino, de Martino, di Martino o Martini è una famiglia nobile della Sicilia, della Campania e dell'Abruzzo.
(de/di) Martino | |||||||
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Stato | Regno di Napoli | ||||||
Titoli |
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Fondatore | Niccolò (Ramo Siciliano); Gervasio (Ramo Napoletano) | ||||||
Data di fondazione | secolo XIII | ||||||
Etnia | Italiana | ||||||
Rami cadetti |
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Iscritta nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana e nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922. Possedette in totale due ducati, un marchesato, nove baronie e numerosi feudi. Di questa famiglia scrivono Biagio Aldimari, Filadelfo Mugnos, Antonino Mango di Casalgerardo, padre Anfalone, Mattia Zona e Vittorio Spreti. Ha dato alla chiesa cattolica un Cardinale e sei Vescovi.
il cognome di questa famiglia è molto probabilmente un patronimico derivante dal nome proprio Martino, infatti i primi membri conosciuti utilizzarono il cognome di Martino o de Martino indicando quindi di essere figli o discendenti di Martino. Nel antica Roma sono esistite delle famiglie con il cognomen Martino (in latino Martinus che significa "consacrato a Marte" o "piccolo Marte", il dio della guerra). Dal cognomen Martino è derivato anche il cognomen Martiniano (in latino Martinianus). Alcuni membri di questa antica famiglia romana furono :
Con ogni probabilità i Martino e i Martiniano romani non hanno un legame di parentela con i Martino medioevali.
L'origine dei Martino è controversa, secondo Biagio Aldimari avrebbe origini Campane[1]. Mentre lo storico siciliano Antonino Mango di Casalgerardo accenna a un'origine Fiorentina[2]
Lo storico e genealogista Giovan Battista di Crollalanza scrive di questa famiglia: "Vuolsi originaria di Firenze, ma stabilita in Napoli fin dal XIII secolo, nel qual tempo un Gervasio de Martino fu spedito ambasciatore dal re Manfredi a Giordano Ruffo nel 1254. Nei primi anni del XVI secolo si divise in tre rami; dei baroni di Faicchio, dei baroni di Puglianello, e dei baroni di Silvi, così detti dai feudi che possedevano. Un Francesco del terzo ramo comprò dalla R. Corte il feudo di Silvi negli Abbruzzi con piena giurisdizione, e ne ottenne il sovrano assenso con decreto 18 Maggio 1550; il qual feudo fu posseduto dai de Martino fino al 1695 in cui fu alienato. Ottavio cav. Gerosolimitano 25 Aprile 1625; Giacomo creato dal Pontefice Martino V vescovo di Sessa; e Nicolò fu prima vescovo di Umbriatico e quindi di Rossano. - Arma: Spaccato: nel 1° d'azzurro a tre alabarde sormontate da tre stelle d'oro; nel 2° fasciato d'azzurro e di rosso di otto pezzi. - Divisa: TUTOR UT DULCISCOR."
Ramo principale XIII secolo | ||||||||
Martino di Teano 1275-oggi | Martini/Martino di Sicilia prima del 1250-oggi | |||||||
Martino di Massa Lubrense 1400-oggi | Martino di Vico Equense 1400-oggi | Martino des Carles 1494-oggi | Martino-Valdina 1742-XIX secolo | |||||
Martino di Faicchio 1612-XVIII secolo | Martino di Pietradoro 1732-? | Martino di Silvi 1550-oggi |
Il primo luogo di residenza accertato nel Napoletano, nonché possibile luogo di origine di questa famiglia, è la città di Teano. Il più antico esponente che si conosca è, come riportato dallo storico Crollalanza, Gervasio de Martino che fu ambasciatore e Segretario del Re Manfredi di Svevia. Nel 1254 fu inviato come ambasciatore a Giordano Ruffo. Dopo che il Conte Pietro Ruffo di Catanzaro zio di Giordano, si schierò dalla parte del Papa Alessandro IV, Gervasio fu nominato da Manfredi insieme a Corrado di Trevic Comandante delle truppe sveve in Calabria. Gervasio e Corrado sconfissero il Conte Pietro e riconquistarono la Calabria. In seguito Pietro e Giordano Ruffo furono condannati a morte nel 1257.
Successivamente si trovano :
Da questo ramo principale si originarono tutti i rami del reame napoletano successivamente elencati.
Nel XV secolo Francesco Martino, appartenente al ramo di Teano, fu cavaliere della regina Giovanna di Trastámara (1455-1517), la quale per i servigi resi gli diede in moglie nel 1494 Donna Guisana de Carles (di origini catalane ma che discendeva dalla famiglia imperiale degli Angelo-Comneno), dai suoi discendenti si originò il ramo Martino de Carles. Francesco risulta ancora vivo nel 1527.
Dalla famiglia Martino des Carles il feudo di Scarisciano passa ai Barattucci di Teano per il matrimonio di Lucrezia Martino des Carles con Giova Giacomo Barattuccio nel 1665. Il feudo di Cimorisco passa per successione dalla famiglia Martino des Carles alla famiglia De Angelis nel XVIII secolo. I Martino des Carles hanno posseduto la baronia di Puglianello
Da Teano un ramo dei Martino si trasferì a Vico, dove furono una delle principali famiglie di questa città. Già dal 1400 possiedono l'Ufficio di Protontino.
Nel 1415 il Nobile Petrillo de Martino fu Mastro di Camera della provincia di Valle di Crate e di Terragiordana e insieme al fratello Angelillo ottenne dalla Regina Giovanna II di Napoli dei terreni a Massa Lubrense e il feudo di La Greca nel 1424. Petrillo è indicato come Familiare della Regina nel 1415. La medesima Regina, per i meriti acquisiti verso la corona da questa famiglia la nominò Nobile.
Francesco di Martino acquistò il feudo di Silvi in Abruzzo nel 1550 e ottenne il titolo di Barone appoggiato su detto feudo con sovrano assenso con decreto il 18 Maggio 1550. Morì nel 1600.
Nel 1612 Don Gabriele Maria de Martino, appartenente al ramo di Massa Lubrense, comprò per 20100 ducati tutto il territorio di Faicchio dal Regio Fisco creditore di Ferrante Monsario per i numerosi debiti contratti. Il de Martino ebbe il titolo di "Barone e Duca di Faicchio" e restaurò il castello trasformandolo in una comoda dimora, pur conservando alcune funzioni difensive. Da allora il castello venne chiamato "Ducale" in onore del Duca de Martino.
Il suo successore fu il Duca Pietro de Martino che si sposò prima con Donna Isabella Carafa di Stigliano e poi con Donna Emilia Laudati figlia di Don Francesco Laudati, Cavaliere di San Jacopo, e di Donna Giovanna Carafa della famiglia di Papa Paolo IV.
Il comune di Faicchio nel XVIII secolo fu al centro di una furiosa lite fra i feudatari e gli "eletti" dell'Universitas (l'amministrazione comunale dell'epoca). Il 18 gennaio 1729 infatti, in pubblico parlamento, i cittadini decisero di presentare ai tribunali superiori di Napoli dodici richieste affinché fosse proibito al duca di interferire nella giurisdizione locale, di arrestare arbitrariamente i cittadini, di portarli nel carcere del castello senza apposita autorizzazione dell'autorità giudiziaria e di requisire con la forza cibo e materiali vari.
Nel 1736 donna Violante de Martino (?-1760), figlia del duca Gabriele de Martino, sposò don Salvatore del Pezzo (?-1775), duca di Caianello e marchese di Campodisola.
Sul finire del 1700, l'ultimo duca di Faicchio Salvatore De Martino non avendo figli o parenti prossimi maschi che potessero succedergli, consentì la successione al titolo alla famiglia Zona-Sanniti di Pietramelara, discendenti in linea femminile dai Martino.
nel 1621 Don Andrea de Martino acquistò il feudo de Montefalcone per 35000 ducati e Il 24 ottobre 1626 il re Filippo IV di Spagna concesse ad Andrea il titolo di Marchese di Montefalcone, ma questi morì il 5 settembre 1627 ed il figlio primogenito Scipione ereditò il marchesato soddisfacendo alla Regia Corte il relevio nell'anno 1628.
Scipione de Martino rinunziò al feudo di Montefalcone ed al titolo di Marchese in favore del fratello secondogenito Giovan Domenico in virtù del regio assenso dato a Madrid il 12 luglio 1628, cui dette "l'exequatur" il Viceré di Napoli Antonio Álvarez de Toledo y Beaumont, V duca d'Alba, il 30 novembre dello stesso anno.
i Marchesi Scipione e Giovan Domenico de Martino morirono senza lasciare legittimi successori ed i feudi nel 1640 ritornarono alla Regia Corte.
Ascritta al primo ordine civico della città di Aiello, diede personaggi di toga e militari, infeudata della città di Montegiordano (Calabria) con il titolo di Barone nel 1748 in persona di Don Giuseppe de Martino.
A1 Don Giuseppe de Martino, dottore in medicina e filosofia, sposò Donna Chiara D'Agostino nel 1664 B1 Donna Giovanna de Martino B2 Donna Agata de Martino B3 Don Luigi de Martino, sposò Donna Marzia Perfetti nel 1695 C1 Don Giuseppe de Martino, I Barone di Montegiordano nel 1748 C2 Don Filippo de Martino, dottore in legge C3 Don Francesco de Martino, II Barone di Montegiordano, guardia del corpo di Re Carlo III, sposò Donna Nicoletta dei Baroni Minieri D1 Don Luigi de Martino, III Barone di Montegiordano sposò Donna Teresa Morlando E1 Don Giuseppe de Martino, IV Barone di Montegiordano, sposò Donna Clotilde dei Baroni di Castelbottaccio F1 Donna Elisabetta de Martino, suora F2 Don Gennaro de Martino, V barone di Montegiordano, sposò Donna Filomena Iacuzio G1 Don Francesco de Martino, VI Barone di Montegiordano e Ten. Col. del R.E., sposa Donna Filippina dei Conti Piscicelli H1 Donna Maria de Martino H2 Don Luigi de Martino, VII Barone di Montegiordano I1 Don Francesco de Martino, VIII e attuale Barone di Montegiordano H3 Donna Elena de Martino G2 Don Luigi de Martino, prefetto di Napoli e Commendatore dell’Ordine Mauriziano, sposò Donna Carolina dei Conti d'Aubert H4 Donna Anna de Martino (1903) H5 Donna Elena de Martino (1905) H6 Don Francesco de Martino (1906) G3 Don Filippo de Martino, vice questore di Napoli e Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia G4 Don Nicola de Martino, sposò Donna Ersilia dei Conti Piscicelli G5 Don Giuseppe de Martino (1872), funzionario dell'amministrazione delle FF.SS., sposò Donna Anna dei Conti Piscicelli H7 Donna Laura de Martino (1911) G7 Don Errico de Martino (1873), Maggiore di complemento del R.E. e funzionario del comune di Napoli, sposò Maria Danise F3 Don Francesco de Martino, sacerdote e diacono del capitolo metropolitano di Napoli e Abate di S. Giorgio maggiore F4 Don Antimo de Martino, funzionario del ministero dei LL.PP. F5 Don Filippo de Martino, funzionario della corte dei conti E2 Don Nicola de Martino, Generale borbonico e ultimo comandante della cittadella di Messina E3 Don Raffaele de Martino, capitano borbonico, sposò Donna Carolina Rispoli F6 Donna Concetta de Martino, suora F7 Don Eugenio de Martino, sposò Maria Nicolini Manchi G8 Don Raffaele de Martino, sposò Donna Violante de Vargas Machuca H8 Don Vittorio de Martino G9 Don Mario de Martino F8 Donna Teresa de Martino E4 Donna Nicoletta de Martino, nubile E5 Donna Giovanna de Martino, nubile C4 Don Nicola de Martino, sacerdote C5 Don Antimo de Martino, sacerdote
Decorata del titolo di duca con Regio Privilegio il 24 novembre 1731 in persona di Leonardo, detto titolo venne infeudato di Pietradoro (negli Abruzzi) acquistato nel 1735.
Alessandro de Martino, dottore in leggi, acquistò nel 1654 il feudo di Poppano da Giuseppe Cantone e nel 1663 lo donò al figlio primogenito Filippo de Martino. Nel 1725 i figli di Filippo, don Giuseppe de Martino e don Gaetano de Martino vendetterò il feudo di Poppano al barone Vincenzo Moscati.
Il primo esponente di questa famiglia a trapiantarsi in Sicilia è stato Niccolò Martini/Martino che fu nominato dal Re Federico II di Sicilia (1194-1250) Capitano di Piazza, di Mineo e di Malta. I Martino parteciparono alle Guerre del Vespro in cui i baroni e i signori feudali della Sicilia si ribellarono al governo degli Angioini. Nel XIV secolo i Martino facevano parte della fazione catalana formata da famiglie che avevano appoggiato il partito svevo-ghibellino che si opponeva alla fazione latina formata da famiglie che avevano appoggiato il partito guelfo-angioino. Un discendente di Niccolò, Guglielmo Martino (morto nel 1349), chiamato anche Martini o de Martino, fu senatore di Palermo nel 1335. Nel 1338 lo stesso Guglielmo protestava nei confronti dei giurati palermitani per ottenere il rimborso del mutuo da lui versato pari a 75 once d'oro, utilizzato nel 1333 per liberare il castello a mare occupato dagli Angioini. Possedette il feudo Borgetto che acquistò nel 1347 dal conte Raimondo Peralta, dopo che quest'ultimo aveva avuto l'assenso di re Ludovico di Sicilia alla vendita di questo feudo che faceva parte della Contea di Caltabellotta. Guglielmo possedette inoltre il feudo Michikeni. Nominò come suoi eredi il figlio Nicola Martino/de Martino e Riccardo e Nicola di Carbono. Quest'ultimi, nel 1351, si obbligarono a risevare i diritti del feudo Borgetto a Donna Margherita de Blanco, verso cui erano debitori, e lo stesso anno vendettero ad un'asta pubblica alla stessa de Blanco quel feudo. Nel 1374 Nicola Martino vendette il feudo di Michikeni per 12 once d'oro a Filippo de Milacio e a Venuto de Terrana. Essendo Umana de Asculi morta senza figli, Re Martino I di Sicilia, per la fedeltà dimostrata dalla famiglia Martino nei confronti degli Aragonesi, concesse i feudi di Friddi e Faverchi[3] (prima di proprietà della famiglia Asculi) a Guglielmo de Matina o Martini, figlio di Nicola, con privilegio del 5 dicembre 1392. Questi feudi rimasero di loro proprietà fino alla prima metà del XV secolo quando Mutua, figlia di Guglielmo sposò Giacomo Agramonte. Pietro Martini sposò la figlia di Giorgio di Landres che fu giurato di Mazara nel 1402. Da Pietro nacquero quattro figli Giorgio, Lancillotto, Arcadio e Nicolò che, per via dei loro matrimoni, si trasferirono poi in altre città del Regno. Da questo momento in poi si formarono vari rami che assunsero cognomi come Martino, di Martino, de Martino, Martini e de Martinis. Pietro Martini (discendente del sopra citato Pietro Martini), per la moglie Eleonora de Naro, possedette la metà dei feudi di Caddeddi e Bufalefi[4], dei quali ebbe investitura del 6 marzo 1509. Bartolomeo Martini, figlio di Pietro, fu Barone di Caddeddi e Bufaleti per intero per investitura del 23 giugno 1530. Giuseppe de Martino fu nominato dal Viceré di Sicilia Diego Enriquez Guzman, Capitano di Giustizia di Caltagirone nel 1588-89. Nel XVI secolo un ramo dei Martino si trasferì nella provincia di Messina dove furono una delle famiglie più importanti di Cefalù, di Naso, di Messina e di altre città della provincia dove ricoprirono cariche civili (Avvocati, Notai, medici ecc...), politiche (Capitani di Giustizia, Deputati e Senatori di Città, ecc...) ed Eclesiastiche.
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