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Azeglio Vicini (Cesena, 20 marzo 1933Brescia, 30 gennaio 2018) è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo mediano.

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Biografia

Sposato, ha avuto tre figli.

È morto a Brescia, la città dove risiedeva dal 1963, il 30 gennaio 2018 all'età di 84 anni; i funerali si sono svolti nel Duomo nuovo, con la presenza delle alte cariche federali italiane e di molti ex giocatori.[1][2]

È stato sepolto nel cimitero di Cesenatico.

Caratteristiche tecniche

Allenatore

Alla guida della nazionale, Vicini espresse un gioco «all'italiana» che assunse, tuttavia, connotazioni piuttosto innovative, senza risultare eccessivamente difensivista.[3]

Carriera

Riepilogo
Prospettiva

Giocatore

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Vicini con la maglia della Sampdoria nel 1962.

Nei primi anni di carriera si mette in luce contribuendo alla promozione in massima serie del L.R. Vicenza, club con cui fa il suo esordio in Serie A il 25 settembre 1955 nella gara interna con l'Internazionale (0-2). Passa alla Sampdoria e con i blucerchiati disputa sette campionati consecutivi nella massima serie, prima di scendere in Serie B con la maglia del Brescia.

Con le "rondinelle" esordisce il 15 settembre 1963 a Varese in Varese-Brescia (4-0), sfiorando la promozione, che ottiene l'anno successivo contribuendo a riportare il Brescia in Serie A dopo 17 anni di cadetteria. A Brescia chiude la carriera di calciatore e nel 1967-68 incomincia quella di allenatore, che gli darà grandi soddisfazioni.

Allenatore

La sua prima esperienza è sulla panchina del Brescia, nel campionato 1967-68, e si concluderà con la retrocessione delle rondinelle in Serie B. Già nel 1968, a soli trentacinque anni, entra a far parte del Settore Tecnico della FIGC.[4] Il primo incarico di una certa rilevanza è però la guida della nazionale Under-23, affidatagli nella stagione 1975-76, con la quale disputa il campionato europeo di categoria.

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Vicini all'epoca del suo incarico di selezionatore delle nazionali azzurre U-21 e U-23

Nel 1976 gli viene affidata l'Under-21 (dopo che la UEFA ha riservato il campionato europeo giovanile a tali nazionali), incarico che porterà avanti per ben dieci anni. Ai campionati europei Under-21 ottiene tre volte la qualificazione ai quarti di finale (1978, 1980 e 1982), arrivando alla semifinale nel 1984; nell'edizione del 1986 si piazzò al secondo posto, perdendo ai rigori la finale contro la Spagna.

Dopo il Mondiale 1986 fu chiamato sulla panchina della nazionale A, per sostituire Bearzot.[5] Richiamò subito Franco Baresi e diede un ruolo centrale a Gianluca Vialli in attacco, che divenne uno dei pilastri del gruppo azzurro.[6][7] Visto il declino della generazione Mundial degli ex campioni del Mondo, promosse molti giovani provenienti dalla sua Under-21, con i quali partecipò alle qualificazioni europee.[8] Ottenuto in anticipo l'accesso alla fase finale,[9] scelse Bergomi come nuovo capitano[10] e inserì anche Paolo Maldini nel gruppo. All'Europeo 1988 in Germania Ovest la squadra raggiunse le semifinali, venendo battuta dall'Unione Sovietica.[11]

Dopo l'Europeo fece esordire - tra gli altri - Roberto Baggio, che con Salvatore Schillaci compose il duo d'attacco azzurro al Mondiale 1990 giocato in casa.[12] L'Italia superò a punteggio pieno il suo raggruppamento, per poi accedere alle semifinali senza alcun gol al passivo[13]; venne quindi sconfitta ai rigori dall'Argentina, dovendosi accontentare di competere con l'Inghilterra per la medaglia di bronzo.[14] Il terzo posto, conquistato battendo per 2-1 gli inglesi, fu vissuto più come un fallimento che come un successo.[15]

Nel corso del 1991, il rapporto di Vicini col presidente federale Matarrese iniziò tuttavia ad incrinarsi[16][17]; fallita la qualificazione all'Europeo 1992[18], fu rimpiazzato da Arrigo Sacchi.[19]

Complessivamente, Vicini partecipò a sei Mondiali a partire dal 1970, quando assieme a Bearzot fu collaboratore di Valcareggi. Nel vittorioso Mondiale del 1982 fece parte dello staff tecnico, seguì come osservatore la semifinale tra Germania e Francia e venne intervistato dal telecronista RAI Giorgio Martino alla fine del primo tempo.[senza fonte]

La sua carriera da allenatore ebbe le ultime tappe sulle panchine di Cesena e Udinese, prima di svolgere l'incarico di consigliere tecnico del Brescia.[20] È poi stato presidente del Settore Tecnico della FIGC, venendo sostituito da Roberto Baggio nell'estate 2010.[21][22]

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Statistiche

Statistiche da allenatore

Club

Ulteriori informazioni Stagione, Squadra ...

Nazionale nel dettaglio

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Panchine da commissario tecnico della nazionale italiana

Ulteriori informazioni Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia, Data ...
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Palmarès

Giocatore

Club

L.R. Vicenza: 1954-1955
Brescia: 1964-1965

Allenatore

Individuale

1986
1991

Onorificenze

immagine del nastrino non ancora presente
Premio Malatesta Novello – Città di Cesena
 Cesena, 29 ottobre 2008. Di iniziativa del Comune di Cesena.[24]

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni

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