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Conclave del 1455

elezione papale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Conclave del 1455
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Il conclave del 1455 venne convocato a seguito della morte del papa Niccolò V e si concluse con l'elezione del papa Callisto III.

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Situazione generale

Riepilogo
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Fu il primo conclave dei cinque che si tennero nel Palazzo Apostolico[1][2] e anche il primo che permise di eleggere il papa con una pratica desunta dal senato romano nel quale, dopo uno scrutinio senza esito il cardinale elettore poteva cambiare il suo voto verso qualsiasi cardinale ricevente dei voti, in una complessa procedura chiamata Accessus[3].

La sconfitta del cardinale greco Basilio Bessarione, un potenziale candidato di compromesso tra la fazione dei Colonna e quella degli Orsini, fu la riprova dell'antipatia nei confronti della chiesa orientale, come l'ostilità verso i preti con la barba, secoli dopo lo Scisma d'Oriente. Sebbene il canone occidentale vietasse la barba ai preti dall'XI secolo, la questione continuò ad essere discussa anche nel XVI secolo[4].

Le due principali fazioni dei cardinali erano divise tra i seguaci di Prospero Colonna e Latino Orsini; tra i papabili figuravano: Barbo, Scarampi Mezzarota, Capranica, Orsini e Bessarion[5]. Capranica ricevette la pluralità nei primi tre scrutini; Orsini e i cardinali francesi si mobilitarono contro il Capranica perché era vicino a Colonna[5].

Il 6 aprile, domenica di Pasqua, le fazioni cominciarono a considerare i candidati neutrali[5]. Basilio Bessarione ricevette così otto voti prima che il cardinale Alain de Coëtivy intervenisse a screditare il cardinale greco, sottolineando la sua appartenenza alla Chiesa Ortodossa Orientale[5][6][7][8]. Bessarione non fece alcun tentativo per difendersi dimostrando il suo disinteresse nell'essere eletto[5]. Tuttavia il cardinale umanista rimase un forte candidato per il conclave successivo, quello del 1464[9].

Si sa che i primi scrutini del lunedì successivo furono disorganizzati; ad esempio il non cardinale Antonio de Montefalcone ricevette almeno un voto[5]. I cardinali de Coëtivy e Scarampi Mezzarota spinsero per l'elezione di Borgia finché prevalse il martedì successivo[5]. Il porporato catalano, quasi settantasettenne, fu scelto come candidato di compromesso per un papato di transizione come spesso accadeva per risolvere le situazioni di stallo e rimandare poi una scelta più ponderata a un futuro prossimo conclave. Il cuore dei due terzi della maggioranza era probabilmente composto dai cardinali francesi, spagnoli e veneziani: Scarampi Mezzarota, de Coëtivy, Barbo, Orsini, d'Estaing, de Carvajal, de La Cerda, Rolin e Torquemada; il voto di Isidore o di Calandrini, o di entrambi, fu probabilmente richiesto come molto probabilmente Borgia non votò per se stesso; quasi certamente non ricevette i voti di Colonna, Capranica e di Bessarione[5].

Caso singolare nel panorama della Chiesa quattrocentesca, per la prima volta, e come avvenne anche solo nel conclave successivo, fino al 1958 la maggioranza dei cardinali partecipanti al conclave non era di origine italiana.

Il Borgia scelse il nome di Callisto III e fu solennemente incoronato il 20 aprile sui gradini della Basilica Vaticana dal cardinale protodiacono Prospero Colonna[10].

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Collegio cardinalizio all'epoca del conclave

Presenti in conclave

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Assenti in conclave

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