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Euphorbia amygdaloides

specie di piante Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Euphorbia amygdaloides
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L'euforbia delle faggete (Euphorbia amygdaloides L., 1753) è una pianta suffruticosa, appartenente alla famiglia delle Euforbiacee[1].

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Etimologia

L'epiteto specifico (amygdaloides) fa riferimento alle foglie simili a quelle della mandorla, mentre il nome comune (delle Faggete) si riferisce al fatto che facilmente l'habitat di queste piante sono i boschi di faggio.

In tedesco questa pianta si chiama : Mendelblättrige Wolfsmilch; in francese si chiama : Euphorbe à feuilles d'amandier; in inglese si chiama : Wood Spurge.

Descrizione

Riepilogo
Prospettiva
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Esempio di portamento di Euphorbia amygdaloides

Il portamento di questa specie è basso e quasi prostrato. Il ciclo biologico e biennale (o anche perenne). Se spezzate queste piante secernono un lattice bianco irritante e velenoso. La forma biologica è camefita suffruticosa (Ch suffr), ossia sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 30 ed i 70 cm (altezza media della pianta) dove le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose.

Radici

Le radici (di tipo stolonifero) si propagano sotterraneamente per dar luogo, nell'anno seguente, a nuovi impianti.

Fusto

Il fusto è eretto e densamente pubescente. La parte inferiore e ramosa e di colore rossiccio. La pianta si presenta sia con fusti fertili (diventano fioriferi il secondo anno) che sterili.

Foglie

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La foglia

Tutte le foglie hanno la lamina intera, sono coriacee e sono colorate di verde scuro. La forma è lanceolato-spatolata (o anche oblanceolata) con larghezza massima nella seconda metà (verso la zona apicale).

  • Foglie basali: i fusti fioriferi hanno una rosetta semi-basale le cui foglie sono grandi il doppio di quelle cauline e sono a disposizione patente.
  • Foglie cauline: lungo il fusto (tipicamente sono le foglie dell'annata) sono a disposizione alterna-spiralata e più o meno eretta. In genere sono poco ravvicinate.

Dimensione delle foglie : larghezza 13 – 15 mm; lunghezza 60 – 80 mm.

Infiorescenza

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L'infiorescenza
Località : Melere, Trichiana (BL), 843 m s.l.m.- 03/05/2008

L'infiorescenza delle “euforbie” e quindi di questa pianta è diversa da quella delle altre Angiosperme e si chiama ciazio (= coppa da spumante), chiamata anche “pseudanzio”. Consiste in cinque brattee glabre saldate tra di loro e di colore verde più chiaro rispetto alle foglie sottostanti. La loro funzione è quella di protezione dei fiori interni : per questo motivo una tale struttura viene spesso chiamato involucro similmente all'involucro delle Asteraceae. Queste brattee è quello che rimane del perianzio dei fiori maschili. In quattro insenature, tra le dentellature delle cinque brattee, emergono in evidenza dei corpi ghiandolari (generalmente quattro – il quinto a volte è mancante) a forma di semiluna, colorati di giallo e contenenti delle sostanze nettarifere per gli insetti pronubi. Le corna delle mezzelune sono allungate e quasi sempre convergenti.
All'interno della coppa trovano posto dei fiori maschili e femminili. In realtà i fiori maschili sono diversi (fino a 5 e più) ma ridotti al solo stame. Mentre la parte femminile è rappresentata da un unico fiore centrale con una forma simile ad una calice pedicellato; anche questo fiore è ridotto, cioè privo degli altri verticilli fiorali (calice, corolla e androceo) rimanendo solo il gineceo.
I ciazi sono disposti in ombrelle terminali a 5 – 10 raggi ognuno dei quali con ulteriori divisioni dicotome (ossia con due ciazi terminali – infiorescenza “dicasiale”); queste ultime possono ripetersi fino a 4 volte. Nella biforcazione dei raggi sono presenti due larghe brattee (a forma ovata) in parte saldate. Mentre alla base dell'ombrella (quindi all'inizio dell'infiorescenza) è presente un verticillo di foglie (spesso in numero uguale ai raggi). Questa unione di fiori unisessuati può facilmente essere scambiata per un singolo fiore ermafrodita; in effetti questa disposizione in rapporto agli insetti impollinatori differisce molto poco dai normali fiori ermafroditi della altre Angiosperme[2][3][4]. Dimensione delle brattee alla base dei raggi : larghezza 16 – 18 mm; lunghezza 20 – 22 mm. Le superiori che sono saldate ad imbuto hanno un diametro di 20 mm. Dimensione del ciazio : 8 – 20 mm.

Fiore

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Il ciazio

I fiori sono unisessuali (solo parte maschile e parte femminile) e monoici, ridotti all'essenziale (sono presenti solo gli organi strettamente riproduttori – quindi il perianzio è assente).

A 1, G (3) (supero)[5]

Frutti

Il frutto è una capsula “tricocca” a tre logge monosperme (a un solo seme) e quindi contenente in totale tre semi. La forma dei semi è “caruncolata” (queste protuberanze emergenti derivano direttamente dall'ovulo nel quale sono delle escrescenze del tessuto della placenta utilizzate durante la fecondazione da parte del polline[4]). La disseminazione avviene per esplosione della capsula. La superficie delle capsula è liscia e glabra, mentre i semi sono nerastri. L'endosperma è abbondante e i cotiledoni sono grandi.

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Distribuzione e habitat

Il tipo corologico (area di origine) è Europeo – Caucasico o anche Ovest Asiatico.

In Italia è una pianta diffusa ovunque esclusa la Sardegna. Al sud comunque è considerata rara. Sui rilievi europei è comune ovunque (escluse le Alpi Dinariche) come anche nelle pianure. In Asia è presente soprattutto nella parte occidentale.

L'habitat tipico sono i boschi di latifoglie, in particolare le zone a faggete; ma anche pioppeti, ontaneti, frassineti, carpineti, querceti e betuleti. Il substrato preferito è calcareo con valori basici di pH e terreno con valori medi sia nutrizionali che di umidità.

Sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1800 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali : collinare, montano e in parte subalpino.

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale[6]:

Formazione : delle comunità forestali
Classe : Carpino-Fagetea

Tassonomia

Riepilogo
Prospettiva

La famiglia di appartenenza dell'“Euforbia delle Faggete” (Euphorbiaceae) è un gruppo vegetale abbastanza numerosa, organizzato in 303 generi per un totale di circa 6700 specie[4].
Il genere di appartenenza (Euphorbia) è molto numeroso e comprende circa 2100 specie, diffuse soprattutto nelle regioni tropicali e subtropicali dell'Africa e dell'America, ma anche nelle zone temperate di tutto il mondo. Una ottantina di queste specie sono proprie della flora italiana.
Il genere delle "Euphorbie" è anch'esso molto numeroso per cui viene suddiviso in diversi sottogeneri. La pianta di questa scheda appartiene al sottogenere Anisophyllum, caratterizzato dall'avere le appendici dell'involucro a coppa di tipo petaloideo ossia colorate come i petali e capaci di secernere del nettare[2].

Variabilità

Sono note le seguenti sottospecie:[7]

  • Euphorbia amygdaloides subsp. amygdaloides: è la sottospecie più comune; la forma biologica è soprattutto erbacea con rami a inserzione basale (anche questi erbacei); le foglie sono più o meno sempreverdi (dipende dalla latitudine e dalla quota). È diffusa soprattutto al nord e al centro.
  • Euphorbia amygdaloides subsp. arbuscula Meusel (1969): il fusto è lignificato con ramificazioni (anche questi lignificati) poste solo sotto l'infiorescenza; le foglie sono coriacee e sempreverdi. Si trova solo in Sicilia e Calabria.
  • Euphorbia amygdaloides subsp. robbiae (Turrill) Stace (1989): sottospecie endemica della Turchia.

Ibridi

Nell'elenco che segue sono indicati alcuni ibridi interspecifici :

  • Euphorbia × cornubiensis A.R. Smith (1985) – Ibrido fra : E. amygdaloides subsp. amygdaloides e E. veneta
  • Euphorbia × martinii Rouy (1900) – Ibrido fra : E. amygdaloides subsp. amygdaloides e E. characias
  • Euphorbia × souliei Sennen (1917) – Ibrido fra : E. amygdaloides subsp. amygdaloides e E. segetalis

Sinonimi

La specie di questa scheda ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:

  • Esula amygdaloides (L.) Haw. (1812)
  • Euphorbia chaixiana Timb.-Lagr. (1856)
  • Euphorbia ligulata Chaub. (1830)
  • Euphorbia nemoralis Salisb. (1796)
  • Euphorbia orjenii Beck (1920)
  • Euphorbia semiperfoliata Viv. (sinonimo della subsp. semiperfoliata)
  • Euphorbia silvatica sensu (1894)
  • Euphorbia sventenii Marcet (1945)
  • Tithymalus amygdaloides (L.) HilL. (1768)
  • Tithymalus sylvatica Bubani (1897)

Specie simili

  • Euphorbia dulcis L. - Euforbia bitorzoluta : non è legnosa e si riconosce subito per le brattee ad apice appuntito e colorate di verde scuro.
  • Euphorbia helioscopia L. - Euforbia calenzuola : non è legnosa e i ciazi sono riuniti in strutture più decisamente ombrelliforme.
  • Euphorbia triflora Scott., N. & K. subsp. kerneri (Huter) Poldini – Euforbia della Carnia : le brattee sono reniformi, mentre i cornetti del ciazio sono bruni e trifidi. L'areale comunque è molto limitato all'estremo est delle Alpi.
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Usi

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Tutta la pianta contiene un lattice biancastro tossico e irritante anche al semplice contatto con la pelle. Anticamente veniva usata nella medicina popolare.

Galleria d'immagini

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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