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Le interviste impossibili

programma radiofonico Rai del 1974-5 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Le interviste impossibili
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Le interviste impossibili è il titolo di un programma della seconda rete radiofonica Rai andato in onda nel 1974 (primo ciclo) e nel 1975 (secondo ciclo) e curato da Lidia Motta, in cui uomini di cultura contemporanei reali fingono di trovarsi a intervistare 82 fantasmi redivivi di persone appartenenti a un'altra epoca, impossibili da incontrare nella realtà, da qui il titolo. Oggi, in ambito letterario, il genere viene identificato come "Colloquio fantastico postumo".
L'editore Bompiani ne pubblicò una prima selezione nel 1975[1] e una seconda selezione nel 1976[2].

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Carmelo Bene, una delle voci massime dei personaggi intervistati de Le interviste impossibili

La RAI mandò successivamente il programma in replica.

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Contenuti del programma

Riepilogo
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Ulteriori informazioni Autore intervistatore, Intervistato ...

Il piano dell'opera prevedeva inoltre: Maria Bellonci intervista Gaspara Stampa, Cesare Garboli intervista Virgilio[8].

Giorgio Manganelli raccoglierà con altri scritti le interviste immaginate e scritte da sé nel libro A e B, che è stato un caso letterario straordinario degli anni settanta[9].

I fantasmi intervistati sono quelli dei personaggi storici che vissero lungo un arco di tempo considerevole che va dall'epoca dell'uomo di Neanderthal fino al XX secolo. Fu realizzata anche un'intervista a Dio, che venne però rifiutata dagli editori, almeno fino al 2008[9].

In anni più recenti, la formula è stata ripresa in diversi programmi radiofonici e televisivi, spettacoli teatrali e incontri letterari.

Nell’opera di critica letteraria Discorsi dell'altro mondo. Nascita e metamorfosi del colloquio fantastico postumo (2009), l’autrice analizza le Interviste impossibili di Radio Rai, definendole esempi di colloquio fantastico postumo. Sotto questa definizione, include altre opere, come conversazioni immaginarie, dialoghi dei morti, apparizioni e, appunto, interviste impossibili, tutte caratterizzate dalla figura del "morto che parla", spesso rappresentato da un personaggio storico illustre. L'opera evidenzia la costante presenza di questo tema nella cultura occidentale, tracciandone l’evoluzione: dagli archetipi classici alla letteratura, sia erudita che satirica, fino agli adattamenti radiotelevisivi e alle più recenti incursioni nel mondo virtuale.[10]

Il duo comico Lillo e Greg, nella trasmissione radiofonica 610, ne ha fatto una gustosa parodia: per motivi microfonici, le interviste non potevano prevedere la pronuncia di singole consonanti o vocali, rendendole in tal modo esilaranti e, di fatto, "impossibili" da portare a termine.

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Note

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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