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attore, regista teatrale e regista cinematografico italiano (1967-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Luigi Lo Cascio, detto Gigi (Palermo, 20 ottobre 1967), è un attore e regista italiano di teatro e cinema.
Diplomato al liceo classico Garibaldi di Palermo, subito dopo si iscrive alla facoltà di medicina e chirurgia, ma dopo due anni l'abbandona, per dedicarsi alla recitazione.[1] Inizia con un gruppo di amici, tra cui il fratello Martino, ex membri come lui del CUS Palermo di atletica leggera, formando nel 1986 a Bologna il gruppo di cabaret Le Ascelle, con cui si esibisce in strada in varie città europee per pagarsi i viaggi nei luoghi dove poter assistere ad eventi di atletica.[1][2] Il suo debutto a teatro è in una piccola parte nell'adattamento di Aspettando Godot di Federico Tiezzi,[1][3] mentre, nel 1992, si diploma all'Accademia nazionale d'arte drammatica Silvio D'Amico con un saggio su Amleto, diretto dal Maestro Orazio Costa. Nipote da parte materna dell'attore Luigi Maria Burruano, come ha ammesso lo stesso Lo Cascio durante un'intervista a Parla con me, fu proprio lo zio a consigliarlo a Marco Tullio Giordana per il ruolo di Peppino Impastato ne I cento passi.[4]
Dopo aver recitato in due lavori classici: Margherita Gautier e Romeo e Giulietta, diretti da Giuseppe Patroni Griffi, comincia una carriera, teatrale e poi cinematografica. Nel giro di pochi anni è diretto da registi quali Carlo Quartucci in Ager Sanguinis, Elio De Capitani in La sposa di Messina, Roberto Guicciardini ne La morte di Empedocle, La figlia dell'aria, Il figlio di Pulcinella, e da Carlo Cecchi in due allestimenti di Amleto e del Sogno di una notte di mezza estate.
Nel 2000 vince il David di Donatello, come migliore attore protagonista per I cento passi, film che rappresenta il suo esordio cinematografico, regia di Marco Tullio Giordana che lo dirigerà in seguito nel pluripremiato La meglio gioventù (2003), che gli varrà il Nastri d'argento 2004, ex aequo con tutti i protagonisti maschili del film. Nel 2001 vince la Coppa Volpi come miglior attore al Festival del cinema di Venezia per Luce dei miei occhi di Giuseppe Piccioni.
Nel 2005 dirige e interpreta Nella tana, un monologo tratto dall'ultimo racconto di Franz Kafka, La Tana, di cui cura anche la riscrittura e l'adattamento. Per il suddetto spettacolo vince il Premio UBU quale migliore attore. Nel 2006 lavora con Luca Ronconi nello spettacolo Il silenzio dei comunisti, vincendo nuovamente nell'edizione 2006-2007 il Premio UBU sempre come migliore attore protagonista.
Tra gli altri suoi maggiori lavori per il grande schermo, ricordiamo: Buongiorno, notte, regia di Marco Bellocchio, La vita che vorrei, regia di Giuseppe Piccioni, La bestia nel cuore, regia di Cristina Comencini, Il dolce e l'amaro, regia di Andrea Porporati, e Sanguepazzo, regia di Marco Tullio Giordana.
Nel 2012 pubblica i testi teatrali La caccia/Nella tana per la Neos Edizioni, a cura di Roberto Rossi Precerutti. Esordisce come regista nel 2012 con La città ideale, film presentato alla 69ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Nel 2015 a teatro dirige e interpreta l'Otello di William Shakespeare con Vincenzo Pirrotta, Giovanni Calcagno e Valentina Cenni nel ruolo di Desdemona
Nel 2018 il suo esordio narrativo: Ogni ricordo un fiore, edito da Feltrinelli. Nel 2019 fa parte del cast del film Il traditore di Marco Bellocchio.
Nel 2020 vince il premio David di Donatello come miglior attore non protagonista nel film Il traditore di Marco Bellocchio.
Nel 2022 interpreta lo scrittore e mirmecologo Aldo Braibanti nel film Il signore delle formiche di Gianni Amelio, candidato in concorso alla 79ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Luigi Lo Cascio è sposato con Desideria Rayner, montatrice cinematografica, dalla quale ha avuto due figli.[5]
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