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personaggio immaginario creato da Arthur Conan Doyle Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Sherlock Holmes (IPA: italiano [ˈʃɜrlok ˈolms], inglese [ˈʃɜːlɒk ˈhoʊmz])[2] è un personaggio letterario ideato da Arthur Conan Doyle alla fine del XIX secolo appartenente al genere letterario del giallo deduttivo. La prima apparizione avvenne nel romanzo Uno studio in rosso del 1887, ed è comparso in totale in quattro romanzi e cinquantasei racconti, questi ultimi pubblicati singolarmente su riviste e poi raccolti in cinque volumi antologici.
Sherlock Holmes | |
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Sherlock Holmes, ritratto da Sidney Paget (1904) | |
Universo | Sherlock Holmes |
Lingua orig. | Inglese |
Autore | Arthur Conan Doyle |
1ª app. | 1887 |
1ª app. in | Uno studio in rosso |
Ultima app. in | L'avventura di Shoscombe Old Place (canonica) |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | Maschio |
Data di nascita | 1854 circa[1] |
Professione | Consulente investigativo |
Baciato da immediata e duratura fortuna di pubblico e critica, il personaggio è assurto al ruolo di icona della letteratura in generale e del giallo in particolare, sia per i valori propri dei libri in cui compare sia per le numerose opere teatrali, cinematografiche, televisive e con altri mass media che ha ispirato e che l'hanno reso noto anche ai non lettori. Secondo alcuni critici, Sherlock Holmes è la più celebre figura di investigatore della storia del giallo[3][4] e uno dei più famosi personaggi della storia della letteratura mondiale in genere[5].
«[...] il suo sguardo era acuto e penetrante; e il naso sottile aquilino conferiva alla sua espressione un'aria vigile e decisa. Il mento era prominente e squadrato, tipico dell'uomo d'azione. Le mani, invariabilmente macchiate d'inchiostro e di scoloriture provocate dagli acidi, possedevano un tocco straordinariamente delicato, come ebbi spesso occasione di notare quando lo osservavo maneggiare i fragili strumenti della sua filosofia.»
Le origini del personaggio non vengono rivelate dall'autore, che sul suo passato si limita a brevi cenni. Nel racconto L'ultimo saluto. Un epilogo, ambientato nel 1914 (e compreso nella raccolta L'ultimo saluto di Sherlock Holmes), si dice che ha circa 60 anni.[8][9] Le storie del personaggio sono quasi tutte raccontate in prima persona dal personaggio del dottor John Watson - suo amico e biografo - che Holmes conosce nel 1881 quando cerca un coinquilino con cui dividere l'appartamento al 221B Baker Street.
Il personaggio e il suo successo segnarono profondamente la carriera di scrittore di Doyle, il quale giunse a volersi liberare drasticamente della sua troppo ingombrante creatura. Nel racconto L'ultima avventura (1893), il personaggio venne fatto morire nel corso di un duello con il suo arcinemico, il professor Moriarty, inabissandosi insieme a questi nelle cascate di Reichenbach, Svizzera. In seguito alla richieste dei lettori, Doyle fu convinto a scrivere un nuovo romanzo, Il mastino dei Baskerville (1902), comunque ambientato prima della morte di Holmes, per poi farlo definitivamente ritornare in vita ne L'avventura della casa vuota (1903), ove si scopre che Holmes è sopravvissuto alla cascata e riprende il suo sodalizio con Watson e le sue indagini.
Infine, dopo una lunga carriera, Holmes si ritira prima nel Sussex a studiare l'apicoltura, quindi in una fattoria vicino a Eastbourne, dedicandosi alla filosofia e all'agricoltura, non prima di aver aiutato l'Inghilterra nel corso della prima guerra mondiale come agente del governo.
Le caratteristiche fisiche vengono delineate nel primo romanzo, Uno studio in rosso, nel quale dà sfoggio delle sue abilità deduttive, descrivendo minuziosamente la sua attività di consulente investigativo per coloro che sono vittime di casi apparentemente irrisolvibili. Nello stesso romanzo Watson descrive le caratteristiche salienti di Holmes:
«Sherlock Holmes - I suoi limiti
(Dal secondo capitolo di "Uno studio in rosso")
In realtà questa lista, compilata da Watson pochi giorni dopo aver conosciuto Holmes, si rivela parzialmente fuorviante, in quanto il personaggio era ancora in fase di sviluppo. In numerosi racconti Holmes rivela di possedere un vasto interesse letterario e filosofico, citando numerose volte la Bibbia, Shakespeare e Goethe. In seguito Conan Doyle preciserà che Holmes aveva frequentato l'università, abbandonandola però prima di laurearsi[10]. Le sue conoscenze in vari campi sono tali da avergli fatto anche scrivere dei trattati - come un trattato navale e una monografia sul tabacco (come lui stesso afferma nel romanzo Il segno dei quattro). Inoltre, come rivela Watson, Holmes è un eccellente schermidore e pratica il pugilato a mani nude; nel racconto L'avventura della casa vuota, Holmes afferma inoltre di conoscere il bartitsu, un sistema di lotta derivato dal jujitsu giapponese, il che, lo rende uno dei primi occidentali ad aver praticato le arti marziali orientali.
Una tipica frase di Holmes è poi:
«Una volta eliminato l'impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, deve essere la verità.»
Altre caratteristiche salienti sono la grande conoscenza del tessuto criminale londinese, al cui interno ha numerosi informatori - in genere ragazzini - e le sue grandi doti di trasformista, che l'aiutano nella raccolta di prove per la risoluzione dei suoi complicati casi. Holmes possiede un cane segugio, che in certi racconti è utile alla soluzione del caso; è estremamente scettico sul paranormale e l'irrazionale come si vede ad esempio ne Il mastino dei Baskerville. Non è molto chiara invece la sua posizione riguardo alle religioni ma, come si nota nel racconto Il mistero di Boscombe Valley, pare che creda nell'esistenza di una giustizia divina[11]:
«...Lei sa benissimo che presto dovrà rendere conto delle sue azioni a un Giudice che sta molto più in alto del nostro tribunale.»
In altri racconti fa dei riferimenti espliciti a Dio e alla Provvidenza (ad esempio ne L'ultimo saluto. Un epilogo e L'avventura del cliente illustre), seppur sottolinei sempre che ciò che è spirituale non rientra nel suo campo, quindi non se ne occupa. È probabile che sia quindi privatamente di religione anglicana, ma non lo si vede mai partecipare a riti religiosi o fare esplicite professioni di fede. In contrapposizione al personaggio di investigatore cattolico padre Brown di G.K. Chesterton, Holmes è stato descritto come (si veda la critica fatta a Doyle da Antonio Gramsci nelle Lettere dal carcere) "il poliziotto 'protestante' che trova il bandolo di una matassa criminale partendo dall'esterno, basandosi sulla scienza, sul metodo sperimentale, sull'induzione". Nonostante questi elementi, nelle rappresentazioni non canoniche viene talvolta rappresentato come un ateo razionalista.
In alcuni racconti come L'avventura degli occhialini d'oro - contenuto nella raccolta Il ritorno di Sherlock Holmes - Holmes viene indicato come insignito della Legion d'onore. Nel racconto L'avventura dei tre Garrideb, incluso nella raccolta Il taccuino di Sherlock Holmes, Watson afferma che Holmes, nel giugno 1902, rifiutò un cavalierato offertogli per servizi da lui resi al governo. Ne L'avventura dei piani Bruce-Partington, avendo Holmes rifiutato le onorificenze ufficiali offerte da suo fratello Mycroft, alto funzionario governativo, riceve in dono però una preziosa spilla di smeraldo probabilmente dalla stessa regina Vittoria, dopo aver passato una giornata al castello di Windsor. Inoltre ha avuto come clienti anche il papa, il sultano di Turchia, i reali di Olanda e Scandinavia e il re di Boemia.
Holmes ha un buon rapporto solo con Watson, mentre appare emotivamente molto distaccato e disinteressato agli altri. Tende poi a non interessarsi alle donne per mantenere la mente sempre lucida e sgombra da pensieri inutili e svianti («l'amore è un'emozione, e tutto ciò che è emozione contrasta con la fredda logica che io pongo al di sopra di tutto» da Il segno dei Quattro), seppur le tratti quasi sempre in maniera assai cortese. Non viene raccontato molto della sua vita personale[12]. Nutre, poi, una certa diffidenza sulle tecniche investigative di Scotland Yard, divertendosi alle spalle dell'ispettore Lestrade, pur aiutandolo.
Inizialmente, ogni volta che cade in uno stato d'inattività, per combattere la depressione e mantenere la sua mente in movimento fa uso di cocaina o di morfina:
«Sherlock Holmes tolse dalla mensola del caminetto una bottiglia e una siringa ipodermica da un lucido astuccio di marocchino. Con dita lunghe, bianche e nervose, fissò all'estremità della siringa l'ago sottile e si rimboccò la manica sinistra della camicia. I suoi occhi si posarono per qualche attimo pensierosi sull'avambraccio e sul polso solcati di tendini e tutti punteggiati e segnati da innumerevoli punture. Infine si conficcò nella carne la punta acuminata, premette sul minuscolo stantuffo, poi, con un profondo sospiro di soddisfazione, ricadde a sedere nella poltrona di velluto.»
Successivamente tale dipendenza sarà sostituita dalla pipa con un certo disappunto da parte di Watson, perché arriva, soprattutto per le indagini più complesse, ad affumicare completamente il soggiorno del loro appartamento.
Il personaggio applica il metodo scientifico alle investigazioni criminali (criminologia) osservando la realtà circostante e raccogliendo le prove e indizi per poi fare delle deduzioni.
Questo metodo lo differenzia dal fratello Mycroft - comparso per la prima volta in L'interprete greco - in grado di risolvere un'indagine senza mai muoversi dalla propria residenza; Sherlock afferma che le capacità deduttive del fratello sono addirittura superiori alle proprie ma che Mycroft non le impiega per pigrizia, dato che non si sposta mai più di poche centinaia di metri da casa.
La celebre esclamazione «Elementare, mio caro Watson!» («Elementary, my dear Watson!»), non viene mai pronunciata in questa forma nelle versioni originali dell'autore; il personaggio usa l'espressione «Elementare!» solo nel racconto L'uomo deforme mentre nel primo capitolo del mastino dei Baskerville, afferma invece «Interessante, anche se elementare»; in Un caso di identità - racconto della raccolta Le avventure di Sherlock Holmes - dice «Tutto ciò è divertente, anche se piuttosto elementare»; in L'avventura del soldato sbiancato - contenuta nella raccolta Il taccuino di Sherlock Holmes - il detective afferma che «[il problema] per quanto fosse elementare, presentava alcuni punti di interesse e novità».[13]
In alcune traduzioni italiane, per scelta del traduttore, viene inserita l'espressione «Elementare!» assente nell'originale. Nella raccolta Le memorie di Sherlock Holmes, nel racconto L'uomo deforme e nel romanzo Uno studio in rosso, il personaggio, rispondendo a una domanda di Watson, esclama «Elementare!», riferito a un suo ragionamento; nel racconto L'avventura degli omini danzanti - dalla raccolta Il ritorno di Sherlock Holmes - rivolgendosi a Watson afferma: «Ogni volta che glielo si spiega, qualsiasi problema diventa per lei elementare»; ne Il segno dei quattro afferma: «La cosa è di una semplicità elementare».
La frase «Elementare, mio caro Watson!» è stata resa popolare dal cinema e appare per la prima volta in un film del 1907, The Return of Sherlock Holmes; la frase «Oh, this is elementary, my dear Watson» fu in realtà inventata dall'attore e drammaturgo statunitense William Gillette, per il dramma teatrale Sherlock Holmes del 1899, scritto in collaborazione con lo stesso Conan-Doyle.[14]
La classica immagine in cui il detective indossa il deerstalker (il cappellino da cacciatore) e fuma la pipa calabash (la caratteristica pipa ricurva) è a sua volta apocrifa e soltanto in un racconto Watson fa riferimento a un "berretto di stoffa aderente", ma non al deerstalker. In nessuna storia si trova invece traccia della pipa calabash, mentre Holmes fuma indifferentemente pipa, sigari e sigarette.
Sia la pipa sia il cappello, divenuti elementi distintivi del personaggio, sono in realtà apocrifi in genere di origine teatrale, riprese poi dal cinema. Fu William Gillette, uno dei primi e più celebri interpreti del detective, a usare il deerstalker e la pipa ricurva anche se era stato l'illustratore Sidney Paget il primo a disegnarlo con il caratteristico cappello. Gillette portò Holmes sul palco per oltre 1300 volte, interpretandolo inoltre in un film muto del 1916 e nel primo dramma radiofonico dedicato al personaggio.
Il personaggio compare in quattro romanzi e 56 racconti scritti da Arthur Conan Doyle[15]. Tale ciclo di storie è suddiviso come segue:
Oltre a queste opere, Doyle scrisse anche due racconti molto brevi, composti interamente di dialoghi tra Holmes e Watson: La fiera per il campo (The field bazaar, 1896), di 1047 parole, e Come Watson imparò il metodo (How Watson learned the trick, 1924), di 502 parole. Esiste inoltre un racconto incompiuto, L'avventura dell'uomo alto (The adventure of the tall man). Infine, Doyle creò anche tre commedie teatrali sul detective di Baker Street: Sherlock Holmes (1899), scritta con William Gillette, Il diamante della corona (The crown diamond, 1910) e La banda maculata (The speckled band, 1910). Le date di pubblicazione non coincidono con l'ordine cronologico interno delle opere.
La maggior parte delle storie sono narrate in prima persona da Watson che vi prende anche parte ma fanno eccezione Il caso del Gloria Scott e Il rituale dei Musgrave nei quali Watson descrive due casi giovanili di Holmes come questi li racconta in prima persona; L'avventura del soldato sbiancato e La criniera di leone - nei quali Watson non appare - e che Holmes racconta personalmente; L'avventura della pietra di Mazarino che viene narrata in terza persona sebbene Watson vi compaia; un caso a parte sono le lunghe storie, quasi romanzi nel romanzo, che fanno parte di Uno studio in rosso e La valle della paura e che ne spiegano gli antefatti; anch'essi raccontati in terza persona.
Vi sono stati due casi piuttosto noti di supposti ritrovamenti di storie inedite di Doyle su Sherlock Holmes. Nel 1943 il suo biografo Hesketh Pearson annunciò che fra le carte dello scrittore era stato rinvenuto il dattiloscritto di un racconto, che, sebbene giudicato dai figli Denis e Adrian di qualità inferiore agli standard soliti dell'autore, fu pubblicato sulla rivista Cosmopolitan nell'agosto 1948, con il titolo "The Adventure of the Man Who Was Wanted". Dopo la pubblicazione si scoprì che l'autore non era Doyle, ma un architetto di nome Arthur Whitaker, che aveva spedito nel 1911 il dattiloscritto a Doyle chiedendogli se fosse interessato a una collaborazione. Doyle rispose negativamente, ma si offrì di acquistare i diritti del racconto per 10 sterline, pur se non utilizzò mai lo spunto fornito da Whitaker. La storia è stata in seguito pubblicata in diverse antologie a nome di Whitaker, con il titolo "The Adventure of the Sheffield Banker".[16]
Nel febbraio 2015 alcuni giornali inglesi annunciarono il ritrovamento in Scozia di un racconto su Sherlock Holmes intitolato "Sherlock Holmes: Discovering the Border Burghs and, By Deduction, the Brig Bazaar". L'autore del ritrovamento, Walter Eliot, sostenne che fosse stato scritto da Doyle e propose di esporre la pubblicazione in un museo scozzese.[17] Il racconto era stato scritto per un libro, il "Book of the brig", una raccolta di racconti pubblicata nell'ambito di una fiera tenuta allo scopo di raccogliere fondi per il restauro di un ponte nella cittadina scozzese di Selkirk. Diversi esperti, tuttavia, hanno conclusivamente messo in dubbio che l'autore del racconto sia effettivamente Doyle. Le differenze stilistiche e l'assenza dell'indicazione esplicita del nome dello scrittore fanno ipotizzare che si tratti di un pastiche, inserito per rendere omaggio a Doyle, che aveva partecipato alla raccolta dei fondi e tenuto un discorso in un teatro di Selkirk in quei giorni.[18]
I romanzi e racconti apocrifi di Sherlock Holmes sono numerosi, in special modo dalla fine del 2000 quando i diritti d'autore sul personaggio sono scaduti in Europa.[19]
Secondo i cultori del genere, un apocrifo non dovrebbe entrare in contraddizione con gli scritti di Conan Doyle e dovrebbe rispettare la realtà storica dell'epoca in cui sono ambientate le avventure di Holmes[20]. Buona parte degli apocrifi su Sherlock Holmes considera aspetti della vita del personaggio tralasciati da Conan Doyle come la sua giovinezza, il periodo dopo il suo ritiro nel Sussex, il periodo tra la sua presunta morte e la sua ricomparsa tre anni dopo. Nelle opere apocrife il personaggio incontra anche svariati personaggi storici o letterari[21].
La prima serie di racconti ufficialmente approvata dagli eredi Doyle fu scritta nel 1954 dal figlio Adrian Conan Doyle, in collaborazione con lo scrittore statunitense John Dickson Carr. La raccolta, The Exploits of Sherlock Holmes, venne pubblicata in italiano in due volumi: Le imprese di Sherlock Holmes[22] e Nuove imprese di Sherlock Holmes[23].
Gli apocrifi di Sherlock Holmes ebbero nuovo impulso nella seconda metà degli anni sessanta dopo la pubblicazione del romanzo di Ellery Queen intitolato Uno studio in nero, dove l'autore immagina di essere entrato in possesso di un manoscritto inedito del dottor Watson su un'indagine di Holmes riguardante Jack lo squartatore. Il romanzo ha dato il via ai cosiddetti "apocrifi sperimentali", opere che - pur rispettando il canone - introducono alcuni elementi innovativi[24].
Il personaggio letterario è stato protagonista di un grande numero di lungometraggi cinematografici interpretati da diversi attori come Basil Rathbone che, assieme a Nigel Bruce nella parte di Watson, è stato protagonista tra il 1939 e il 1946 di una serie di successo di quattordici pellicole.
(elenco parziale)
Tra i vari film parodistici solo vagamente ispirati al personaggio di Holmes, ma senza la sua presenza, vi è Sherlocko... investigatore sciocco (It'$ Only Money, 1962), commedia diretta da Frank Tashlin e interpretata da Jerry Lewis. Il fratello più furbo di Sherlock Holmes (The Adventure of Sherlock Holmes's Smarter Brother, 1975), di Gene Wilder, è una commedia parodica con Wilder nei panni del fratello minore di Sherlock Holmes.
Le opere di Conan Doyle sul detective di Baker Street hanno avuto innumerevoli trasposizione in fumetto, tra cui le fedeli riduzioni sceneggiate da Giancarlo Berardi (l'autore di Ken Parker e Julia) disegnate da Giorgio Trevisan. Talvolta il personaggio è stato ripreso in storie originali. Assieme al fratello Mycroft e al Professor Moriarty, appare ad esempio tra i personaggi del romanzo a fumetti di Alan Moore La Lega degli Straordinari Gentlemen. In Italia, Holmes è comparso con Mycroft e Watson in un'indagine a sfondo soprannaturale, La cosa che attende nella nebbia, contenuta nell'albo a fumetti della Bonelli Storie da Altrove (Martin Mystère Special n. 16 bis, novembre 1999)
Nel 1964 la BBC realizza la serie televisiva Sherlock Holmes interpretata da Douglas Wilmer nel ruolo di Sherlock Holmes e Nigel Stock in quello del dottor Watson. Visto il successo riscontrato viene realizzata una seconda stagione ma siccome Douglas Wilmer si rende indisponibile al suo posto viene scelto Peter Cushing che aveva già interpretato Sherlock Holmes nel film La furia dei Baskerville (1959). Questa seconda stagione, che viene trasmessa dal 9 settembre al 23 dicembre 1968, ottiene ancora maggior riscontro della prima.
Dal 25 ottobre 1968 alle ore 21:05 sul Secondo Canale della Rai, viene trasmessa la miniserie televisiva Sherlock Holmes, composta da due parti, La valle della paura e L'ultimo dei Baskerville. La miniserie è diretta da Guglielmo Morandi e interpretata da Nando Gazzolo, nei panni di Sherlock Holmes, e Gianni Bonagura, in quelli del dottor Watson.[30]
Nel 1979 viene realizzata la serie Sherlock Holmes e il dottor Watson (Sherlock Holmes and Doctor Watson) dalla televisione statunitense (in coproduzione con la Polonia). La serie si compone di una sola stagione per un totale di ventiquattro episodi ed è interpretata da Geoffrey Whitehead nei panni di Holmes e da Donald Pickering in quelli di Watson. Presenza fissa della serie l'Ispettore Lestrade interpretato da Patrick Newell. Degno di nota il primo episodio Un movente per uccidere che ci racconta molto fedelmente il primo incontro tra il dottor Watson e Sherlock Holmes, esattamente come descritto nel romanzo Uno studio in rosso.
Le avventure di Sherlock Holmes (The Adventures of Sherlock Holmes) è un adattamento televisivo prodotto dalla compagnia televisiva Granada Television tra il 1984 e il 1985, con Jeremy Brett nei panni del famoso detective e David Burke in quelli del dottor Watson.
A questa prima serie fecero seguito tre seguiti, realizzati fra il 1986 e il 1994, in cui Burke fu sostituito da Edward Hardwicke.
Dal 1996 al 1999 la TV canadese YTV trasmette per quattro stagioni Le avventure di Shirley Holmes (The Adventures of Shirley Holmes), serie televisiva che in Italia va in onda su da Rai 1[31]. La serie tratta delle avventure di Shirley Holmes, ragazzina di dodici anni, pronipote del grande Sherlock, da cui ha ereditato le doti investigative.
Nel 2000 la BBC One trasmette la serie televisiva in cinque episodi Murder Rooms. Gli oscuri inizi di Sherlock Holmes (Murder Rooms: Mysteries of the Real Sherlock Holmes), incentrata sulla figura del giovane Arthur Conan Doyle e del dottor Joseph Bell, che sarà l'ispirazione per il personaggio di Sherlock Holmes. Il dottor Joseph Bell e Arthur Conan Doyle sono interpretati da Ian Richardson e Charles Edwards.
A partire dal 2010 BBC One trasmette la serie televisiva Sherlock, ispirata alle opere di Arthur Conan Doyle ma ambientata nella Londra odierna. Sherlock Holmes e John Watson sono interpretati rispettivamente da Benedict Cumberbatch e Martin Freeman.
Dal settembre 2012 la CBS trasmette la serie televisiva Elementary, rivisitazione in chiave moderna delle opere di Conan Doyle, in cui le vicende si spostano da Londra a New York. Sherlock Holmes è interpretato da Jonny Lee Miller, mentre il personaggio di Watson è stato rivisto in versione femminile con il nome Joan Watson, interpretata da Lucy Liu.
Oltre a un'infinità di vecchi titoli, recentemente Sherlock Holmes è ritornato a indagare in una serie di avventure grafiche, forse il genere di gioco più consono alle sue investigazioni. I titoli di cui è protagonista sono tutti prodotti da Frogwares:
La stessa Frogwares ha anche creato dei titoli casual su Sherlock Holmes per PC (Sherlock Holmes: The Mistery of The Persian Carpet e Sherlock Holmes and The Hound of The Baskervilles), Nintendo DS (Sherlock Holmes and the Mystery of Osborne House) e 3DS (Sherlock Holmes - Il mistero della città ghiacciata).
Come per i videogiochi, il personaggio di Sherlock Holmes è tornato a essere il protagonista di nuovi giochi da tavolo ispirati alla deduzione e non solo. Di questo nuovo filone fanno parte:
Il detective inventato da Conan Doyle fa da mentore e assistente al lettore-giocatore che interpreta un aspirante investigatore. I titoli usciti sono otto:
Il personaggio è stato un punto di riferimento per molti dei successivi personaggi detective delle opere di fantasia, fra i quali Hercule Poirot, Philo Vance, Ellery Queen e Nero Wolfe. Esempi più recenti sono anche Guglielmo da Baskerville da Il nome della rosa di Umberto Eco, e Conan Edogawa da Detective Conan di Gōshō Aoyama.
Grazie alla popolarità dei racconti di Doyle e delle opere derivate, il nome "Sherlock Holmes" o anche solo "Sherlock" è diventato quasi sinonimo o antonomasia di "investigatore geniale"[32].
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