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Tombe dei Nobili
necropoli dell'antico Egitto Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'area normalmente e genericamente indicata come "Tombe dei Nobili" comprende, di fatto, l'intera area tebana sulla riva occidentale[N 1] del Nilo dinanzi alla città di Luxor[N 2][1] destinata a sepolture di nobili e funzionari connessi alle case regnanti, specie della XVIII-XIX e XX dinastia (confluenti nel Nuovo Regno). L'area venne tuttavia sfruttata, come necropoli, fin dall'Antico Regno e, successivamente, sino al periodo Saitico (con la XXVI dinastia) e Tolemaico.

Le tombe censite (benché ad oggi non tutte individuabili sul terreno) sono oltre 400. Erano originariamente contrassegnate da uno o più coni funerari in argilla[N 3] infissi nella parete anteriore, che indicavano il nome, il titolo dell'occupante e, talvolta, brevi preghiere. Benché siano ad oggi stati recuperati oltre 400 coni funerari, solo per 80 di essi è stato possibile individuare la collocazione originaria.
Anche se non rientranti nella categoria dei "nobili", si è soliti comprendere in tale ampia localizzazione e denominazione anche le necropoli degli operai e delle maestranze di Deir el-Medina che realizzavano le sepolture, specie reali, e che delle tombe curavano la manutenzione.
Si tratta nel complesso di sette distinte necropoli:
- el-Assasif: situata a sud della necropoli di Dra Abu el-Naga, nella piana di Deir el-Bahari, ospita prevalentemente sepolture della XVIII - XXV e XXVI dinastia.
- el-Khokha: sita nella piana di Deir el-Bahari, a poca distanza dalla necropoli di el-Asassif, ospita oltre 50 tombe della XVIII-XIX e XX dinastia, nonché 3 del Primo Periodo Intermedio.
- el-Tarif: posta quasi all'ingresso della Valle dei Re, la necropoli di el-Tarif è la più antica dell'area tebana[2] e ospita tombe del tardo Primo Periodo Intermedio, del Medio Regno e del Secondo periodo intermedio, nonché mastabe attribuite ai principi locali risalenti all'Antico Regno (IV e V dinastia)[3].
- Dra Abu el-Naga: ospita oltre 150 sepolture suddivise in due aree; l'una risalente al Medio Regno costituita da circa 100 tombe, e l'altra del Nuovo Regno da 60.
- Qurnet Murai: situata nei pressi del villaggio operaio di Deir el-Medina, si tratta di una piccola necropoli che ospita tombe di funzionari della XVIII-XIX-XX dinastia, nonché una del periodo tolemaico e una del periodo Saitico (XXVI dinastia).
- Sheikh Abd el-Qurna: situata sull'altura che sovrasta la piana di Deir el-Bahari ed i complessi templari di Mentuhotep II, dell'XI dinastia, Thutmose III e Hatshepsut della XVIII, ospita pochissime tombe dell'XI e XII dinastia, nonché circa 150 della XVIII-XIX-XX dinastia.
- Necropoli degli operai di Deir el-Medina: si tratta delle sepolture degli operai che operavano nella Valle dei Re. Tombe ad architettura cosiddetta "composita" in cui la sovrastruttura è costituita da una piccola piramide costruita in materiale povero e deperibile e da un ipogeo con un vano sotterraneo coperto da una volta a mattoni.
- Planimetria schematica dell'area di Deir el-Bahari con l'indicazione delle Tombe dei Nobili presenti[N 4]
- Planimetria schematica dell'area di Deir el-Medina con l'indicazione delle Tombe dei Nobili presenti
- Planimetria schematica dell'area di Dra Abu el-Naga (area nord) con l'indicazione delle Tombe dei Nobili presenti
- Planimetria schematica dell'area di Dra Abu el-Naga (area sud) con l'indicazione delle Tombe dei Nobili presenti
- Planimetria schematica dell'area di el-Khokha ed el-Assasif con l'indicazione delle Tombe dei Nobili presenti
- Planimetria schematica dell'area di Qurnet Murai con l'indicazione delle Tombe dei Nobili presenti
- Planimetria schematica dell'area di Sheikh Abd el-Qurna (area nord) con l'indicazione delle Tombe dei Nobili presenti
- Planimetria schematica dell'area di Sheikh Abd el-Qurna (area sud) con l'indicazione delle Tombe dei Nobili presenti
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Topografia dei luoghi
Riepilogo
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La riva occidentale del Nilo, ove si trovano le necropoli, presenta una fascia di terra coltivata (che in passato era soggetta alle benefiche inondazioni nilotiche) larga circa 2 km; segue, con il naturale innalzamento del terreno verso le colline, una fascia sterile che per prassi e come in altre aree del paese, non essendo utile alla coltivazione, veniva destinata alle necropoli[4]. Ulteriore vantaggio derivava dalla stessa aridità che garantiva maggiore durata dei sepolcri. L'importanza dell'area funeraria è affermata, come per la città di Luxor, specie in Periodo ramesside dalla presenza di un funzionario che recava il titolo di "sindaco (governatore) della città dell'Occidente"[4].
In corrispondenza di Karnak, che si trova sulla sponda orientale del Nilo, si trova, quasi all'imboccatura della Valle dei Re, la necropoli più antica di el-Taref seguita immediatamente da Qurna e, procedendo da nord verso sud[5]: Dra Abu el-Naga, el-Assasif, Deir el-Bahari, El-Khokha[N 5] seguita da Sheikh Abd el-Qurna che un ampio vallone separa da Qurnet Marai dominata da una collina su cui si innalza il monastero copto che dà il nome alla retrostante valle di Deir el-Medina. Proseguendo verso sud si incontra la Valle delle Regine[N 6], mentre ad est si trova Medinet Habu, con il tempio funerario di Ramses III a sud del quale si trova l'immensa area[N 7] occupata dal Palazzo reale di Amenhotep III, Malkata.
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Storia della riscoperta
Riepilogo
Prospettiva
Di fatto, salvo rare eccezioni, la presenza delle sepolture nell'area tebana è sempre stata nota quanto meno alle popolazioni locali, che ne avevano fatto spesso abitazione, ricovero per animali o cave per materiale da costruzione[N 8][5]. Solo tuttavia con l'apertura massiccia dell'Egitto ai viaggiatori occidentali, intorno all'Ottocento, si iniziarono attività più distruttive degli apparati architettonici e artistici[6]. In tal senso deve intendersi che non si possa trattare tout court di scoperta, bensì di riscoperta dell'area e delle sepolture.
Nel corso dei millenni molte tombe erano state tuttavia usurpate o riutilizzate fino al periodo romano ed oltre. Successivamente, nel periodo copto, sulle tombe o all'interno delle stesse, o sugli alti cumuli di terra da riporto derivanti dagli scavi abusivi, vennero erette alcune strutture chiesastiche o monasteriali, in arabo "deir", che diedero, peraltro, il nome ad alcune delle necropoli [N 9].
Primo viaggiatore occidentale che raggiunse Tebe e le necropoli fu, agli inizi del XVIII secolo, l'abate francese Claude Sicard che nei suoi appunti di viaggio segnalò la presenza del "palazzo di Gurna" (con tale nome era noto, all'epoca, il Tempio funerario di Seti I di cui, oggi, non restano che labili tracce). A metà del Settecento il vescovo anglicano Richard Pococke seguì le orme di Sicard, e fu anzi il primo viaggiatore a menzionare tombe private tebane e a lasciarne rappresentazioni grafiche. Nel 1799 fu la volta della spedizione napoleonica[N 10], seguita dai viaggi nell'area tebana di Giovan Battista Belzoni[N 11] il quale, durante la sua prima missione in Egitto (giugno-dicembre 1816) trattò non solo delle tombe, ma anche delle popolazioni locali e dei loro costumi[N 12][6].
Tra il 1828 e il 1829 la zona fu rilevata, per la prima volta in maniera pienamente scientifica, dalla spedizione franco-toscana di Ippolito Rosellini e Jean-François Champollion, quindi dalla missione prussiana di Karl Richard Lepsius. Tra il 1824 e il 1828 soggiornò nell'area John Gardner Wilkinson[7], che nel 1837 pubblicò i tre volumi "Manners and Customs of the Ancient Egyptians"[8] recanti informazioni e disegni delle rappresentazioni parietali delle tombe.
I primi scavi archeologici sistematici iniziarono nell'area solo nel 1855, con Alexander Henry Rhind che lasciò traccia dei suoi lavori in "Thebes, its Tombs and their Tenants"[N 13][9], pubblicato nel 1862. Fu quindi la volta di Auguste Mariette che assunse la responsabilità dell'area in qualità di direttore del neo istituito Servizio delle Antichità. Ulteriori scavi nell'area vennero eseguiti nel 1878 da Victor Loret e, quindi da Flinders Petrie nel 1883[10].
Tra il 1907 e il 1939 le tombe furono oggetto di rilevazione e copia dei dipinti parietali a cura di una missione egiziana di cui facevano parte, tra gli altri, Norman e Nina de Garis Davies i cui lavori, in numero di oltre 300, sono oggi il cuore del dipartimento egiziano del Metropolitan Museum di New York. Nella maggior parte dei casi le riproduzioni riflettevano la situazione dei dipinti per come si trovavano all'atto del rilievo, compresi ogni danneggiamento causato dai millenni trascorsi o da intervento umano. In altri casi si preferì ricreare i dipinti per come dovevano essere quando erano nati[11]
Al 1913 risale la pubblicazione di "Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes"[12], a cura di Alan Gardiner e Arthur Weigall, recante il primo elenco noto di 252 tombe[13].
Importante, per lo studio delle necropoli dell'area tebana, il volume 1 dell'opera di Bertha Porter e Rosalind Moss, in sette volumi nota come "Topographical Bibliography of Ancient Egyptian hierogliphic texts, reliefs, and paintings" la cui prima edizione, risalente al 1927, è stata poi successivamente sempre aggiornata ed ampliata dalla sola Rosalind Moss[14].
Molteplici sono state le missioni archeologiche di scavo successive nell'area, provenienti da ogni parte del mondo: inglesi, francesi, americane, tedesche, italiane, ungheresi, polacche, giapponesi[15].
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Sistema di numerazione delle tombe
Riepilogo
Prospettiva
Con il loro "Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes"[16] del 1913, Alan Gardiner e Arthur Weigall per la prima volta elencano 252 tombe delle necropoli tebane. Nella "introduzione" al volume[17] si precisa che la numerazione utilizzata (e marcata all'ingresso di ciascuna tomba), non segue un ordine topografico, bensì, orientativamente, quello delle scoperte. Tale criterio viene criticato dagli stessi autori, che, tuttavia, ne caldeggiano l'impiego a livello accademico onde evitare, per il futuro, incomprensioni e confusione nella già "caotica letteratura di egittologia"[17][N 14].
Dal 1913, ferma restando la numerazione assegnata da Gardiner e Weigall, le tombe di nuova scoperta sono state contrassegnate seguendo la stessa logica raggiungendo, ad oggi, il numero di 415 cui si debbono sommare altre tombe in attesa di assegnazione della numerazione[18] o di cui, pur essendo nota storicamente ed archeologicamente l'esistenza, non è stata trovata traccia sul terreno.
Per l'impossibilità di seguire un qualsivoglia ordine logico, la distribuzione sul territorio appare caotica anche a causa di sovrapposizioni delle tombe o di ingressi in comune, o di accessi che si aprono in grandi cortili[N 15].
Distribuzione delle tombe
Riepilogo
Prospettiva
Le Tombe dei Nobili sono distribuite cronologicamente in un arco che copre l'intera storia dell'antico Egitto, dall'Antico Regno al Periodo Tolemaico, con preminenza del Nuovo Regno e, segnatamente, della XVIII dinastia e del Periodo ramesside.
Tabella "A": distribuzione per periodi
La tabella "A" riporta la distribuzione per periodo storico; nel caso della XVIII dinastia, più rappresentata, si è provveduto a differenziare il periodo in funzione dei regnanti.
Tabella "B": distribuzione per necropoli
In tabella "B" la distribuzione per dinastie/periodi e per necropoli delle Tombe dei Nobili.
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Elenco delle tombe
Riepilogo
Prospettiva
Tombe dei Nobili - da TT1 a TT100
Le tombe da TT1 a TT10 sono ubicate nell'area di Deir el-Medina e presentano camere sotterranee con pareti dipinte.
Tombe dei Nobili - da TT101 a TT200
Tombe dei Nobili - da TT201 a TT300
Tombe dei Nobili - da TT301 a TT400
Tombe dei Nobili - da TT401 a TT415
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Tombe "perdute": serie "A"; "B"; "C"; "D"
Riepilogo
Prospettiva
Tombe di cui è nota l'esistenza per notizie storico archeologiche, ma generalmente non individuate sul terreno.
Area di Dra Abu el-Naga (Serie A)
Area di el-Khokha (Serie B)
Area di Sheikh Abd El-Qurna (Serie C)
Area di Qurnet Murai (Serie D)
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Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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