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specie di pianta Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La carota (Daucus carota L., 1753) è una pianta erbacea dal fusto di colore verde e le radici di colore variabile dal bianco al nero, appartenente alla famiglia delle Apiacee[2]; è anche uno dei più comuni ortaggi, e il suo nome deriva dal latino tardo carōta, a sua volta dal greco antico καρωτόν?, karōton. La carota spontanea (Daucus carota ssp. carota) è diffusa in Europa, in Asia e nel Nord Africa. Allo stato spontaneo è considerata pianta pioniera e infestante delle coltute [3] e si trova facilmente in posti assolati ed in zone calde e sassose. Domesticata 5000 anni fa in Afghanistan con colori viola o gialli, oggi ne esistono molte e diverse cultivar che sono coltivate (Daucus carota ssp. sativa)in tutte le aree temperate del globo, le carote di colore arancione sono apparse nel XVII secolo in centro Europa[4].
È una specie erbacea biennale, alta fino a 100 cm, che nel secondo anno sviluppa un fusto eretto e ramificato con foglie verdi profondamente divise e villose. Ha grandi ombrelle di forma globulare composte da ombrellette. Queste sono a loro volta formate da fiori piccoli bianchi a cinque petali; il fiore centrale è rosso scuro, un carattere selezionato dalla pianta per indirizzare gli insetti impollinatori ad esso, in modo da poter portare il polline in altri fiori. L'infiorescenza presenta grandi brattee giallastre simili alle foglie. Sono fiori visitati dalle api per il polline ed il nettare.[5]
Nei fiori sono presenti delle piccole ghiandole profumate che attirano gli insetti. Le infiorescenze dopo la fecondazione dei fiori si chiudono a nido d'uccello. Fiorisce in primavera da maggio fino a dicembre inoltrato. I frutti sono dei diacheni irti di aculei che aiutano la disseminazione da parte degli animali. La radice è lunga a fittone di colore giallastro, a forma cilindrica, lunga 18–20 cm con diametro intorno ai 2 cm. Nel gergo comune si è soliti riferirsi alla carota come alla parte edibile, di colore arancione/viola/bianco, che è il fittone.
Le più importanti avversità che colpiscono la carota sono la mosca della carota (Psila rosae), Piralide defogliatrice (Udea ferrugalis) i funghi Sclerotinia sclerotiorum, afidi nero della fava (Aphidoidea fabae) e Rhizoctonia solani.
Pos. | Nazione | Quantità (in tonnellate) |
---|---|---|
1 | Cina | 17.904.421 |
2 | Uzbekistan | 2.185.113 |
3 | Stati Uniti | 1.497.670 |
4 | Russia | 1.408.348 |
5 | Ucraina | 841.840 |
6 | Regno Unito | 824.731 |
7 | Polonia | 726.370 |
8 | Turchia | 644.367 |
9 | Indonesia | 636.873 |
10 | Germania | 625.357 |
… | ||
Mondo | 39.996.289 |
La parte edibile della carota – che si coltiva due volte l'anno – è la radice (sviluppata a cono rovesciato): le carote precoci vengono raccolte dopo circa quattro mesi mentre le tardive ne richiedono circa sei. In base al tempo di coltivazione la loro lunghezza può variare da un minimo di 3 cm a un massimo di 20 cm. L'uso in cucina della carota è svariato; può essere utilizzata per preparare puree, succhi, minestre, dolci ecc., ma anche cruda in insalata. Ad una temperatura di 0 °C ed un'umidità percentuale tra 90-95 si può conservare per diversi mesi mantenendo inalterate tutte le sue proprietà organolettiche. Se cotta al vapore o consumata cruda conserva ugualmente ogni sua proprietà.
La carota è coltivata a fittone radicale di colore bianco nelle varietà da foraggio ed arancio nelle varietà da ortaggio (il colore è dovuto alla presenza di cristalli di caroteni nei cromoplasti delle cellule parenchimatiche). La carota è ricca di vitamina A (β-carotene), B, C ed E, nonché di sali minerali e zuccheri semplici come il glucosio. Per questo motivo il suo consumo favorisce un aumento delle difese dell'organismo contro le malattie infettive.
Le carote possono essere mangiate in vari modi. Solo il 3% del β-carotene contenuto nelle carote crude viene rilasciato durante la digestione: questa percentuale può essere aumentata al 39% riducendole in purea, cuocendole e aggiungendo olio da cucina.[7] In alternativa possono essere tritate e bollite, fritte o cotte al vapore, aggiunte in zuppe e stufati, nonché in alimenti per neonati e animali domestici. Un piatto molto noto è la julienne di carote.[8] Insieme alla cipolla e al sedano, le carote sono una delle verdure principali utilizzate nel mirepoix per preparare vari brodi.[9]
Dalla fine degli anni '80, le baby carote o mini-carote sono diventate un popolare snack pronto da mangiare disponibile in molti supermercati.[10] Le carote vengono ridotte in purea e utilizzate come alimenti per l'infanzia, o affettate e fritte come le patate per produrre snack.
La dolcezza delle carote consente di utilizzare la verdura in alcuni ruoli simili a quelli di un frutto. Le carote grattugiate vengono utilizzate nelle torte di carote e nel pudding di carote, un piatto inglese che si ritiene abbia avuto origine all'inizio del XIX secolo.[11] Le carote possono anche essere utilizzate da sole o mescolate con la frutta in marmellate e conserve.
La parte centrale color porpora del fiore bianco viene usata dagli artigiani della miniatura. Dai suoi semi si ricava un olio aromatico che viene usato per la produzione di liquori[12].
La carota è molto usata in cosmesi perché antiossidante e ricca di betacarotene, perciò stimola l'abbronzatura prevenendo la formazione di rughe e curando la pelle secca e le sue impurità; la sua polpa è un ottimo antinfiammatorio adatto a curare piaghe, sfoghi cutanei e screpolature della pelle.
In percentuale per 100 g di carote crude – Fonte Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione[13]:
In alcuni dialetti del meridione viene fatto uso del termine "pastinaca" per indicare la carota, da non confondere con la vera Pastinaca sativa. Nel Basso Salento (Tricase, Specchia) e nel Barese (Triggiano), ad esempio, si coltiva la pestanaca di Sant'Ippazio. La pestanaca di S. Ippazio non appartiene al genere Pastinaca, ma è una carota a radice lunga: Daucus carota L. var. sativus cultivar "Santu Pati"[14]. La pestanaca di Sant'Ippazio ha colori che vanno, a seconda della maturazione, dal giallo chiaro al viola scuro. È croccante e molto fragile, ha gusto fresco e succoso ed è l'unica carota conosciuta ad aver conservato la capacità di produrre cianidine. Tale radice è protagonista di una rinomata fiera associata al culto di Sant'Ippazio, patrono di Tiggiano, che si tiene il 19 gennaio.
Un tipo di carota dal colore e nome simile viene coltivata in Calabria, di certo nel promontorio del Poro; il nome in dialetto è prestinaca ed è di colore viola (o bianco prima della maturazione). Spesso viene consumata bollita con aceto; essendo più dura e flessibile della carota arancione, è leggermente meno facile consumarla cruda, e non si presta come ingrediente per altre pietanze più complesse. Per tali motivi è sempre più rara e poco commercializzata (anche mancando una festa come quella salentina di Sant'Ippazio che dia impulso alla sua coltivazione).
Anche nella lingua emiliana, nello specifico in dialetto bolognese, la carota si traduce con pistinèga[15].
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