Grosseto
comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Grosseto (AFI: /ɡrosˈseto/[6], ) è un comune italiano di 81 538 abitanti[2], capoluogo della provincia omonima in Toscana. La città è nota per essere considerata il capoluogo della Maremma, celebre destinazione turistica. Per superficie territoriale, risulta il più vasto comune della regione, il decimo in assoluto in Italia ed il sesto più esteso fra i comuni capoluogo.
Grosseto comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Provincia | Grosseto |
Amministrazione | |
Sindaco | Antonfrancesco Vivarelli Colonna (indipendente di centro-destra) dal 20-6-2016 (2º mandato dall'8-10-2021) |
Territorio | |
Coordinate | 42°46′20″N 11°06′32″E |
Altitudine | 10 m s.l.m. |
Superficie | 473,55[1] km² |
Abitanti | 81 538[2] (31-5-2024) |
Densità | 172,18 ab./km² |
Frazioni | Alberese, Batignano, Braccagni, Istia d'Ombrone, Marina di Grosseto, Montepescali, Nomadelfia, Principina a Mare, Principina Terra, Rispescia, Roselle |
Comuni confinanti | Campagnatico, Castiglione della Pescaia, Gavorrano, Magliano in Toscana, Roccastrada, Scansano |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 58100 |
Prefisso | 0564 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 053011 |
Cod. catastale | E202 |
Targa | GR |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[3] |
Cl. climatica | zona D, 1 550 GG[4] |
Nome abitanti | grossetani[5] |
Patrono | san Lorenzo |
Giorno festivo | 10 agosto |
Cartografia | |
Posizione del comune di Grosseto all'interno dell'omonima provincia | |
Sito istituzionale | |
Grosseto è l'erede storica di Roselle, antica città fondata dagli Etruschi, in seguito conquistata dai Romani e totalmente abbandonata nel Medioevo a favore della città attuale.[7]
A livello demografico la città contava appena 4 724 abitanti subito dopo l'Unità d'Italia[8], iniziando da allora una crescita esponenziale che ha portato al superamento della soglia delle 70 000 unità nel 1991.[9]
Dal punto di vista urbanistico, la città è uno dei pochi capoluoghi il cui centro storico è rimasto completamente circondato da una cerchia muraria, nell'insieme integra, che ha mantenuto pressoché immutato il proprio aspetto nel corso dei secoli.
«Grosseto è una città di pianura. La luce marina, chiara e parlacea, non trova ostacoli d'ombra, spazia nel cielo aperto sino ai confini dell'orizzonte. Il cupo "tino" di Moscona vigila alle sue spalle come una sentinella chiusa nel pastrano ferrigno, a guardia della pianura. E verso il mare i monti dell'Uccellina sfumano nell'orizzonte di altri cieli lontani.»
La città è posta a circa 12 km dal mare (dove si affacciano le frazioni comunali di Marina di Grosseto e Principina a Mare), al centro di una pianura alluvionale denominata Maremma grossetana, nel punto di confluenza della valle dell'Ombrone. In passato, gran parte dell'area pianeggiante era occupata dal lago Prile che si estendeva quasi fino alla parte occidentale della città. L'antico bacino lacustre costiero dalle caratteristiche palustri è quasi del tutto scomparso a seguito delle opere di canalizzazione rientranti nelle bonifiche settecentesche apportate dai Lorena, completate definitivamente tra gli anni venti e trenta del XX secolo dal governo fascista.
Nella parte nord-orientale del territorio comunale, presso la moderna frazione di Roselle che è sorta nei pressi dell'antica città etrusco-romana, si trova una sorgente termale di acqua sulfurea, della stessa natura e origine che contraddistingue le più rinomate terme di Saturnia e le altre terme sparse tra il monte Amiata, l'area del tufo e le colline dell'Albegna e del Fiora.
Nella parte orientale e meridionale del territorio comunale scorre il fiume Ombrone, che con il suo corso prima costeggia la frazione comunale di Istia d'Ombrone e poi si avvicina in alcuni punti alla città (San Martino, Alberino, Crespi) con alcune sue anse che precedono la foce situata all'interno del parco naturale della Maremma, poco a sud di Principina a Mare.
La parte occidentale del territorio comunale è compresa nella riserva naturale Diaccia Botrona, area palustre che si estende dove sorgeva l'antico lago Prile, mentre l'area sud-occidentale rientra nel parco naturale della Maremma, dove si estende l'area palustre della Trappola e si elevano le prime propaggini dei monti dell'Uccellina a sud della foce dell'Ombrone.
Nel territorio comunale sono incluse anche le Formiche di Grosseto, nel cuore del parco nazionale dell'Arcipelago Toscano; gli isolotti e l'intero tratto di mare che bagna il litorale grossetano rientrano anche nell'area marina protetta europea del Santuario per i mammiferi marini.
Il centro cittadino si trova ad un'altezza di circa 10 metri s.l.m., mentre il restante territorio comunale si estende ad altitudini comprese tra il livello del mare e i 417 metri del poggio Lecci sui monti dell'Uccellina, dove sorgono l'abbazia di San Rabano e la torre dell'Uccellina; altro rilievo degno di nota è il poggio di Moscona (317 metri s.l.m.) che, con la sua caratteristica fortificazione, domina l'abitato di Roselle. Comunque, prendendo in esame soltanto le aree urbane e i centri abitati, l'altezza massima si registra a Montepescali con 222 metri d'altitudine.
Il territorio comunale si estende su un'area interamente classificata a bassissima sismicità. Storicamente, sono stati pochi gli eventi sismici che hanno interessato la città e le sue frazioni, i cui epicentri erano comunque localizzati a distanza. Il terremoto più "forte" che si sia mai verificato a Grosseto fu quello della notte del 25 agosto 1909, che ebbe come epicentro Murlo: in quell'occasione i pur modesti effetti furono compresi tra il IV grado della scala Mercalli che si registrò nelle aree occidentali e meridionali del territorio comunale e il V grado della medesima scala che interessò il centro storico e le aree a nord e a est della città (nella località della provincia di Siena che fu l'epicentro la magnitudo fu di 5,40 della scala Richter con l'VIII grado della Mercalli). Altri eventi che superarono la soglia delle scosse strumentali furono, per effetto decrescente, quello del 14 agosto 1846 con il IV grado della scala Mercalli (epicentro a Orciano Pisano ove si ebbe una magnitudo di 5,71 della scala Richter ed il IX grado della Mercalli), e quello del 12 febbraio 1905 che raggiunse il III-IV grado della Scala Mercalli (epicentro Santa Fiora con magnitudo 4,83 della scala Richter e VI grado della Mercalli).[11]
Il clima della città di Grosseto è mitigato dalla vicinanza del mare e presenta estati calde ma costantemente ventilate dalla brezza marina di ponente ed inverni non particolarmente freddi. Secondo la classificazione climatica[12] proposta da Thornthwaite basata sul cosiddetto Moisture Index, la città di Grosseto è contraddistinta da un clima subarido C1, mesotermico B′2, con eccedenza moderata invernale s (deficit idrico tra aprile e settembre di circa 300 mm) e concentrazione estiva dell'efficienza termica b′4, caratteristiche comuni a gran parte della fascia costiera della Maremma grossetana e laziale[13].
A livello fitoclimatico, l'intero territorio comunale di Grosseto è includibile nella sottozona calda del Lauretum del 2º tipo, che interessa analogamente l'intero tratto costiero e l'entroterra pianeggiante e di bassa collina di tutta la provincia.
Le temperature medie annue si attestano attorno ai 15 °C nelle aree pianeggianti, con valori medi attorno agli 8 °C in gennaio e prossimi ai 24 °C in luglio[14].
Le precipitazioni, piuttosto contenute e concentrate soprattutto nel periodo autunnale, sono generalmente di breve durata, talvolta a carattere temporalesco. Mediamente, oscillano attorno ai 600 mm annui (valori minori lungo la fascia costiera, maggiori nell'entroterra continentale e collinare), distribuite tra i 60 e i 70 giorni[14]. Seppur l'area risulti relativamente poco piovosa, la città subì gravi danni durante l'alluvione di Grosseto del 4 novembre 1966, mentre è rimasta ai margini rispetto alle aree maggiormente colpite dall'alluvione della Maremma grossetana del novembre 2012, quando si sono verificati allagamenti nelle frazioni orientali e meridionali, con isolamento delle frazioni di Rispescia e di Alberese per due giorni.
In base ai dati estrapolati dalle rilevazioni dell'eliofania in Italia, tra tutti i capoluoghi di provincia, Grosseto è una delle città che conta mediamente il maggior numero di giornate con cielo sereno nell'arco dell'anno. Risultano essere frequenti, specialmente durante la stagione primaverile ed estiva, ma talvolta anche in inverno, prolungati periodi di giornate soleggiate, soprattutto nell'area del territorio comunale che si affaccia sulla costa[15][16].
Le nevicate, eventi molto rari, si verificano in pianura solo in caso di un intenso e persistente raffreddamento al suolo, seguito da rapidissime discese di aria umida artica verso il Mar Tirreno, con conseguente innesco di venti insolitamente gelidi che concorrono a mantenere condizioni termometriche ideali per determinare precipitazioni nevose anche al livello del mare nell'area grossetana (storici eventi accaduti nel febbraio 1956, nel gennaio 1985 e il 29 dicembre 1996). Tra il 2001 e il 2012, in base ai rilevamenti nivometrici effettuati presso la stazione meteorologica dell'Aeronautica Militare, gli accumuli nevosi medi annui si attestano a 0,83 cm; l'evento con accumulo più rilevante del nuovo millennio risulta quello con 5 cm di accumulo nelle prime ore del 16 gennaio 2002 (altre nevicate con accumulo si sono verificate il 26 febbraio 2001 e il 10 febbraio 2012 con 2 cm in entrambe le occasioni e il 2 febbraio 2010 con 1 cm di accumulo nelle prime ore della giornata).
La nebbia risulta un fenomeno rarissimo e di breve durata, mediamente si verifica 3-4 volte all'anno e soltanto nelle prime ore del mattino. La scarsità di tale fenomeno favorisce l'elevata eliofania.
Nel territorio comunale sono ubicate tre stazioni meteorologiche: la stazione meteorologica di Grosseto Aeroporto, ufficialmente riconosciuta dall'organizzazione meteorologica mondiale, la stazione meteorologica di Grosseto Centro e la stazione meteorologica di Alberese (queste ultime due non ancora contrassegnate da codice WMO e/o codice ICAO).
Nella tabella sottostante sono riportati i valori climatologici medi relativi al trentennio di riferimento climatico 1961-1990[17][18][19][20][21], oltre ai valori estremi mensili di temperatura registrati dal 1951 in poi[22][23] presso la stazione meteorologica di Grosseto Aeroporto del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare. Non è da escludersi, vista la non facile reperibilità dei dati antecedenti al 1950, che si siano verificate precedentemente temperature massime più elevate o minime più basse dei valori assoluti annuali e mensili ivi riportati.
Grosseto Aeroporto | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 11,9 | 13,0 | 15,1 | 17,9 | 22,2 | 26,4 | 29,9 | 29,8 | 26,5 | 21,7 | 16,2 | 12,6 | 12,5 | 18,4 | 28,7 | 21,5 | 20,3 |
T. min. media (°C) | 2,7 | 3,3 | 4,6 | 6,8 | 10,2 | 13,9 | 16,7 | 17,1 | 14,7 | 11,2 | 6,8 | 3,7 | 3,2 | 7,2 | 15,9 | 10,9 | 9,3 |
T. max. assoluta (°C) | 19,9 (1955) | 22,6 (1991) | 25,6 (1989) | 28,4 (2007) | 33,6 (1953) | 39,0 (2003) | 38,8 (2004) | 40,2 (1958) | 36,2 (1982) | 30,6 (2001) | 27,0 (2004) | 20,2 (1954) | 22,6 | 33,6 | 40,2 | 36,2 | 40,2 |
T. min. assoluta (°C) | −13,2 (1985) | −13,0 (1991) | −7,7 (1956) | −2,6 (1970) | −0,2 (1957) | 5,2 (1962) | 8,8 (1993) | 10,0 (1972) | 6,6 (1957) | −0,6 (1970) | −5,2 (1973) | −10,0 (1996) | −13,2 | −7,7 | 5,2 | −5,2 | −13,2 |
Precipitazioni (mm) | 64,1 | 56,7 | 56,2 | 49,6 | 39,9 | 27,1 | 20,2 | 37,4 | 64,5 | 86,8 | 93,8 | 64,9 | 185,7 | 145,7 | 84,7 | 245,1 | 661,2 |
Giorni di pioggia | 7 | 6 | 7 | 7 | 5 | 3 | 2 | 3 | 4 | 6 | 9 | 7 | 20 | 19 | 8 | 19 | 66 |
«Città forte. Non grande, ben murata
e difesa da sei bastioni e da una rocca,
con due sole porte, una che guarda la terraferma,
l'altra, dalla quale si esce verso il mare»
La prima menzione della città di Grosseto risale ad un documento dell'anno 803 in cui il vescovo di Lucca Iacopo cede a Ildebrando Aldobrandeschi la chiesa di San Giorgio situata in «loco Grossito», mentre nel 973 è attestata nuovamente come «curtis cum castrum».[24]
Tuttavia, l'intero territorio comunale è abitato sin dal periodo preistorico, come è visibile dai resti in alcune grotte situate presso i monti dell'Uccellina, tra la località di Alberese e la foce del fiume Ombrone, nel Parco naturale della Maremma: in particolare, nella Grotta della Fabbrica e nella Grotta dello Scoglietto sono venuti alla luce reperti risalenti rispettivamente al Paleolitico e all'Età del Rame e del Bronzo.
Sicuramente la città di Grosseto, nel luogo in cui la conosciamo oggi, non esisteva nel periodo etrusco, quando invece l'intera area faceva parte della città di Roselle, importante centro abitato a pochi chilometri a nord dell'attuale città. Nel VI secolo a.C., periodo di maggiore splendore di Roselle, sono documentati rapporti commerciali con altre città etrusche di rilievo, quali Vetulonia, Populonia e Vulci, in quanto membro della dodecapoli etrusca[25]. Fiorente città che governava un vasto territorio che andava dal mare al Monte Amiata, combatté nella guerra contro Tarquinio Prisco insieme agli altri popoli latini, finendo poi conquistata dai romani nel 294 a.C. e diventando municipio romano. Nel 205 a.C. contribuì alla fornitura di grano e legna per la flotta di Scipione l'Africano durante la seconda guerra punica. Sotto l'impero divenne colonia e conobbe un periodo di grande splendore con la costruzione del foro, della basilica, anfiteatro e terme. Nel V secolo fu eretta a sede vescovile (prima attestazione nel 499).
La decadenza di Rusellae iniziò nel VI secolo, invasa dalle popolazioni barbare provenienti dal nord. Con la fine del VI secolo Roselle era uno dei residui capisaldi bizantini della Tuscia, la conquista longobarda risale infatti ai primi anni del VII secolo. È in questo periodo che probabilmente si è venuto a formare il primo nucleo del villaggio di Grosseto, che alcuni studi vogliono identificare nell'area nel ventunesimo secolo compresa tra piazza della Palma e piazza dei Martiri d'Istia. Pur continuando ad essere sede vescovile, Roselle risultava pressoché disabitata, mentre a valle lungo il fiume Ombrone andava a formarsi la comunità di Grosseto che cresceva sempre più di numero.
Nel 1137 si verificò l'assedio portato alla città dalle truppe tedesche del duca Arrigo di Baviera,[24] intervenute per contrastare il forte dissidio portato avanti dai cittadini grossetani verso l'imperatore dell'epoca, culminato anche con mancato pagamento di tasse. Infine, papa Innocenzo II, che aveva trascorso del tempo in Maremma tra il 1133 e il 1137, decise di trasferire a Grosseto la sede vescovile,[24] dando alla comunità il titolo di civitas. Il 9 aprile 1138, con la bolla Sacrosancta Romana Ecclesia, papa Innocenzo II decretò la nascita della diocesi di Grosseto.
Grosseto ormai città a tutti gli effetti, acquisì una nuova fisionomia caratterizzata da costruzioni di pietra e laterizio che soppiantarono con la fine del XII secolo l'edilizia povera di origine altomedievale e fu ben presto una delle roccaforti principali della potente famiglia degli Aldobrandeschi[26]: la sua posizione centrale nella piana che diradava sul mar Tirreno e la vicinanza alle principali saline dal litorale (Castiglione, Querciolo) la rendevano particolarmente adatta per il commercio.[24] Dopo un primo giuramento unilaterale di fedeltà a Siena, sebbene non sia possibile escludere a priori impegni corrispettivi da parte di quest'ultima di cui si sia persa memoria[27], per il controllo della dogana del sale, fatto dal popolo grossetano nel 1151,[24] gli Aldobrandeschi furono costretti a studiare un piano che garantisse loro la permanenza al potere e, al tempo stesso, il riconoscimento di una larga autonomia alla città.
Dopo alcuni decenni di stallo, si giunse al riconoscimento formale del comune proprio agli inizi del XIII secolo e, nel 1204, venne approvato il primo statuto, la cosiddetta Carta delle Libertà, dove erano stabilite le relazioni di tipo socioeconomico e giurisdizionale tra i conti e i cittadini di Grosseto e in particolare la facoltà, per questi ultimi, di eleggere dei consoli sicuti antiquitus consuevit, istituzionalizzando, quindi, quello che era da tempo uno stato di fatto esistente fin dagli ultimi decenni del 1100[27]. Nel 1222 venne confermata la possibilità ai cittadini di nominare i consoli, un podestà e i consiglieri; tale provvedimento portò i Grossetani a ripudiare l'atto di giuramento fatto a Siena il secolo precedente. Dopo un tentativo dei Senesi di ristabilire l'ordine, con l'assedio del 1224 (con il concorso degli Aldobrandeschi che si obbligarono a rimanere nel loro palazzo munito di torre e a combattere contro i cittadini grossetani[27]), il libero comune di Grosseto assumeva nel corso del tempo sempre più autonomia, grazie anche alla progressiva diminuzione delle prerogative degli Aldobrandeschi a cui faceva da contraltare l'ingombrante presenza di Siena, in un sistema di alleanza senese-grossetana (1251, 1262, 1277) con quest'ultima in posizione predominante[27]. Fu in questi anni, tra il 1243 e il 1246, che l'imperatore Federico II di Svevia raggiungeva Grosseto per trascorrervi l'intera stagione invernale, grazie al clima mite e ad estese aree umide attorno alla città, dove poteva praticare la caccia e la falconeria: nel marzo del 1246 Federico II abbandonò precipitosamente la città dopo essere stato informato della congiura di Capaccio, evento ricordato anche da un'iscrizione sulla facciata di Palazzo Aldobrandeschi.
Gli Aldobrandeschi cercarono di riconquistare i domini perduti provocando come reazione, nel febbraio del 1260, l'assedio della città da parte delle truppe di Re Manfredi (guidate da Giordano D'Agliano) e di Siena, al fine di pacificare l'area. Ottenuto il controllo del centro urbano, Re Manfredi gli concesse un ampio privilegio e prese sotto la sua protezione la città e i suoi abitanti, confermando loro anche la possibilità di eleggere un podestà come da consuetudine e mettendola al riparo dalle mire senesi di acquisirne il controllo[27]. Grosseto si schierò a fianco di Siena nella battaglia di Montaperti[28] e due suoi ambasciatori presenziarono alle trattative di pace tra Senesi e Fiorentini, a Castelfiorentino nel novembre 1260[27]. Nel 1266 gli Aldobrandeschi si impadronirono della città grazie all'aiuto dell'esercito di Orvieto, di alcuni fuoriusciti senesi, dei conti Pannocchieschi e con il probabile contributo di molti cittadini grossetani nel tentativo di sottrarla all'orbita politica senese ma i Senesi sei giorni dopo presero il controllo della città scacciando gli Orvietani[27]. L'anno successivo il papa Clemente IV scomunicò la città, insieme a Siena, Pisa e San Miniato.
Bino degli Abati del Malia, visconte di Batignano, feudatario degli Aldobrandeschi, approfittò di una crisi interna che Siena stava vivendo nel 1310 per guidare una rivolta e cacciare i Senesi da Grosseto.[24] Nel 1312, iniziò il lungo dominio degli Abati del Malia sulla città maremmana, che fu riconosciuto pure da Siena con una trattativa di pace tra la Repubblica e i conti di Santa Fiora il 17 aprile 1317.
Il comune di Grosseto quindi mantenne la sua autonomia e la iurisdictio sul proprio ampio distretto ancora fino all'inizio del quarto decennio del Trecento. Nel 1324 il giurista Cino da Pistoia prese in esame lo status giuridico delle relazioni tra le due città ed escluse l'inserimento perpetuo della città di Grosseto nella giurisdizione senese[27]. Nei trattati di pace negoziati tra Pisa e le città guelfe di Toscana, Grosseto è compresa tra queste ultime come città alleata di Siena[29]. In questo periodo (antecente alla grande peste del 1348) la popolazione della città è stimabile tra 7000 e 8 000 abitanti.[30]
Dopo aver recuperato temporaneamente la libertà, la città di Grosseto si trovò assediata nel settembre 1328 dalle truppe di Ludovico il Bavaro e dell'antipapa Niccolò V, di ritorno da Roma, che chiedevano viveri, doni e assoluta fedeltà e obbedienza all'imperatore. I Grossetani, guidati dai figli di Bino, Malìa ed Abbatino, risposero con una eroica difesa e resistenza, tant'è che l'imperatore, non riuscendo ad espugnare la città, dovette ritirarsi dopo quattro giorni di inutile assedio.[24]
Nel corso del XIV secolo la città subì una o due disastrose alluvioni (1308 e 1333) che allontanarono dalla città il corso dell'Ombrone, privandola del suo porto fluviale. Negli stessi anni, fra il 1334 e il 1336, scacciati gli Abati del Malia, lo Stato di Siena conquistò definitivamente Grosseto, inserendola nel suo stato come città capitolata, ed estese il suo dominio su tutta la Toscana meridionale.[24] La serie negativa di eventi non si era però esaurita: la micidiale epidemia di peste nera che devastò l'Europa fra il 1347 e il 1350 raggiunse nel 1348 la Toscana: è stato calcolato che i morti furono fra il 30% e il 50% della popolazione delle zone colpite. La Maremma, caratterizzata in tutti i tempi da una densità demografica tendenzialmente bassa, subì un vero tracollo demografico da cui non sarebbe riuscita a riprendersi fino al XX secolo.
Negli anni 1355 e 1356 si ebbero gli ultimi, effimeri, tentativi di ribellione al dominio senese che Siena stroncò in breve tempo, costringendo i Grossetani a rinunciare a tutti i privilegi che si competevano al comune di Grosseto in virtù di qualsivoglia concessione e sui quali fondavano le loro aspirazioni di indipendenza[29].
Quando a metà XVI secolo i Medici sottomisero Siena, anche Grosseto ne seguì la sorte.[24] La città, vicina al mare e ai confini del Granducato, aveva per i Medici una grande importanza strategica mentre il territorio circostante poteva diventare la principale fonte di approvvigionamento di grano per Firenze. Dopo vari assedi iniziati nel 1554, Grosseto venne conquistata dai Medici nel luglio 1557, quando le truppe di Cosimo I entrarono in città; la pace di Cateau-Cambrésis del 1559 sanciva ufficialmente il definitivo passaggio nel Granducato di Toscana.[24] Nel 1574 Francesco I commissionò i lavori per la costruzione di una nuova e più ampia cinta muraria, ancor più fortificata di quella preesistente, che rendesse inespugnabile il centro cittadino. Le mura di Grosseto furono progettate da Baldassarre Lanci e i lavori di costruzione furono da lui personalmente diretti: alla sua morte, fu sostituito dal figlio Marino, e successivamente dall'ingegnere Simone Genga. La nuova cinta muraria fu completata nel 1593.[24] Tuttavia, ormai Grosseto era stata trasformata in un fortino, sede di guarnigioni militari, e la popolazione stabile calava sempre di più. Terra in larga parte palustre e poco urbanizzata, nel 1745 contava una popolazione di appena 648 abitanti.[31]
Fu soltanto a partire dal XVIII secolo, con i Lorena, che la città iniziò nuovamente a riprendersi lentamente. Il 18 marzo 1766 Pietro Leopoldo divise il territorio dello Stato Nuovo di Siena in due province e fu istituita la Provincia senese inferiore, con capoluogo Grosseto. Grazie alle riforme leopoldine, la città andò incontro ad una decisa rinascita economica e culturale.[24] Ciò nonostante, si rese necessaria l'approvazione del "Regolamento per l'estatatura" (1780), a causa della persistenza del rischio malaria, facendo sì che nella stagione estiva tutti gli uffici istituzionali fossero trasferiti nella vicina Scansano.[24]
Le riforme dei Lorena vennero interrotte con l'occupazione delle truppe francesi (1796) che si protrasse a più riprese fino al 1808, anno dell'annessione alla Francia napoleonica, con l'accorpamento degli arrondissement di Grosseto, Montepulciano e Siena nel Dipartimento dell'Ombrone. Il Congresso di Vienna del 1815 sancì il ritorno del Granducato di Toscana nelle mani di Ferdinando III di Toscana, al quale succedette il figlio Leopoldo II a partire dal 1824. Il 1º novembre 1825 fu così istituito il Compartimento di Grosseto, che sopravvisse fino all'Unità d'Italia: il suo territorio fu suddiviso nei distretti del capoluogo, di Arcidosso e di Orbetello.
Il granduca Leopoldo II governò fino al 1859, impegnandosi costantemente e in prima persona al completamento delle opere di bonifica, affidando gli incarichi ad importanti personalità come gli ingegneri Vittorio Fossombroni e Alessandro Manetti, e mettendo le basi per un ammodernamento e un sensibile miglioramento delle condizioni socio-economiche di Grosseto e del suo territorio. Il granduca è stato sicuramente l'uomo politico più apprezzato e amato dalla popolazione nella millenaria storia della città, tanto da essere affettuosamente soprannominato "Canapone", per il colore dei capelli e della barba, e onorato con un monumento scultoreo a lui dedicato, collocato in piazza Dante nel 1846. Nel marzo 1860 il plebiscito che si svolse nel Granducato di Toscana sancì l'annessione allo Stato sabaudo, entrando così a far parte del Regno d'Italia.
Grosseto, ormai capoluogo della vasta Provincia di Grosseto, a partire dagli ultimi decenni del XIX secolo iniziò un'espansione senza pari nella sua storia, con la costruzione di nuovi sobborghi al di fuori della cinta muraria. Nel 1897, grazie all'interessamento del politico Ettore Socci, venne abolita l'estatatura ed iniziò un florido periodo per l'architettura grossetana, con la realizzazione di numerosi edifici nell'ottica dell'eclettismo dei revival neoclassici, neorinascimentale e neogotici, con una fiorente stagione liberty nei primi anni del XX secolo.[24]
Tra i principali eventi del nuovo secolo, si ricorda soprattutto il tragico bombardamento del 26 aprile 1943, un lunedì dell'Angelo, che nelle ore centrali della giornata causò numerose vittime innocenti, tra i quali anche bambini e ragazzi che si trovavano per le vie del centro o nei parchi cittadini per trascorrere la giornata di festa. Un altro triste episodio si verificò quasi un anno dopo nelle campagne poco fuori Istia d'Ombrone. Nella zona avevano trovato rifugio numerosi renitenti alla leva, pacifisti che non avevano risposto alla chiamata alle armi della Repubblica Sociale Italiana. All'alba del 22 marzo 1944 fu catturato il gruppo di undici persone, tutti giovani, che furono tutti quanti fucilati al termine di un processo sommario tenutosi all'interno della scuola di Maiano Lavacchio che precedentemente era stata appositamente sgomberata: il triste avvenimento è passato alla storia come l'eccidio di Maiano Lavacchio.[32]
Nel dopoguerra continuò la crescita esponenziale della città, con la costruzione di moderni quartieri e lo sviluppo urbanistico delle frazioni balneari. Tra gli avvenimenti significativi, si segnala la disastrosa alluvione del 4 novembre 1966 che devastò la città: si contò una vittima. Grosseto nel ventunesimo secolo è una città di circa 80 000 abitanti, la cui crescita non pare arrestarsi, importante centro agricolo ed artigianale e principale città della Toscana meridionale.
Nel corso dei secoli, il capoluogo maremmano ha avuto diverse denominazioni, la più ricorrente delle quali era Grossetum; in altre circostanze la città viene menzionata anche coi nomi Crassetum e Rosetum. Una recente ipotesi indica Grosseto come un fitotoponimo che allude ad un'area ricca di vegetazione palustre, in modo simile ad altri toponimi della Maremma come Grasceta e Grascetone.[33]
In ogni caso, la città è sempre menzionata col nome Grossetum nelle bolle pontificie di Papa Innocenzo II del 1138, di Celestino II del 1143 e di Clemente III del 1188; questa risulta essere, pertanto, la corretta denominazione originaria di Grosseto.[34]
Inizialmente, lo stemma della città di Grosseto era costituito unicamente dal grifone, mitico animale alato che rievoca la cultura e le origini dei cittadini grossetani, riconducibili al popolo etrusco che, fin dal VII secolo a.C., si era insediato ed aveva abitato l'antica Roselle, città che ha costituito le vestigia del capoluogo maremmano.
In epoca medievale il grifone fu collocato sopra uno scudo rosso che rappresentava la vicinanza al partito ghibellino. Non è conosciuta la data dell'aggiunta dello stocco, anche se la tradizione popolare fa risalire questo fatto al 1328, anno in cui i grossetani resistettero all'assedio di Ludovico il Bavaro.[34]
Il Grifone d'oro è un'onorificenza che il comune di Grosseto assegna dal 1958 a personalità che hanno contribuito in maniera significativa allo sviluppo della città e della Maremma. La premiazione avviene per la festa patronale di San Lorenzo, il 10 agosto di ogni anno.[35]
Nonostante la superficie piuttosto contenuta del centro storico cittadino, vi sono conservati monumenti che sintetizzano il passato e la storia della città nel corso dei secoli[36]. Data la vastità del territorio comunale, vanno segnalati anche numerosi luoghi d'interesse e monumenti, sia nelle singole frazioni che come entità isolate nella campagna.
Tra i più noti edifici religiosi della città si ricordano:
Tra i principali palazzi della città si ricordano:
Nel Parco naturale della Maremma si trovano:[58]
Nel Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano si trova il faro delle Formiche di Grosseto, situato sulla Formica Grande, il maggiore isolotto delle Formiche, venne edificato nel 1901 e ristrutturato nel 1919 dalla Regia Marina per l'illuminazione notturna dei suddetti isolotti.
Abitanti censiti[60]
Grosseto conta 82 402 abitanti[2] registrando ancora una buona fase di crescita, dopo essere stata per anni il capoluogo di provincia meno antropizzato della Regione. Inoltre, va rilevata un'espansione demografica costante, senza cioè conoscere pause o arretramenti, dal dopoguerra al ventunesimo secolo.
Analizzando il grafico sulla crescita della popolazione nel corso degli anni, appare evidente che Grosseto, al momento dell'Unità d'Italia, con i circa 4 700 abitanti risentiva ancora dell'effetto negativo causato dalla presenza della malaria che caratterizzava gran parte delle aree pianeggianti della Maremma.
All'inizio del Novecento, la popolazione era già raddoppiata, superando le 9 600 unità. Da allora, la crescita è proseguita in modo esponenziale, come è ravvisabile dall'andamento iperbolico all'interno del grafico, fino al 1981, grazie all'arrivo di numerosi immigrati, prima dall'Italia nord-orientale (Veneto in primis) grazie alla riforma agraria e nei decenni successivi anche da altre regioni, soprattutto dell'Italia meridionale.
Dal 1981 in poi la crescita demografica è proseguita, seppure in modo meno netto rispetto agli anni precedenti, iniziando ad assestarsi a partire dal 1991; nel 2001 viene rilevato un calo impercettibile, ma le statistiche demografiche degli ultimi anni dimostrano una ripresa della crescita.[61]
Nell'agglomerato urbano della città di Grosseto (composto dai limitrofi comuni di Scansano, Roccastrada e Campagnatico), secondo i calcoli effettuati applicando il criterio internazionale dell'Area urbana funzionale dall'OECD presso le città italiane con un numero di abitanti maggiore a 50,000, il numero dei residenti è superiore ai 96,000. Secondo i precedenti calcoli, nel 2022, l'83% della popolazione dell'agglomerato urbano era residente in città.[62]
Frazioni[63] | Abitanti (2011) | Altitudine |
---|---|---|
Grosseto (capoluogo) | 60 922 | 10 |
Marina di Grosseto | 2 115 | 1 |
Roselle | 1 869 | 25 |
Istia d'Ombrone | 1 486 | 39 |
Braccagni | 1 036 | 19 |
Rispescia | 755 | 15 |
Batignano | 619 | 150 |
Principina Terra | 380 | 4 |
Alberese | 368 | 42 |
Nomadelfia | 289 | 115 |
Montepescali | 224 | 222 |
Principina a Mare | 134 | 3 |
Altre località | 8 433 | - |
Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera era di 7.706 persone, pari al 9,47% dei residenti.[64]
Le chiese cattoliche situate all'interno del territorio comunale di Grosseto appartengono alla Diocesi di Grosseto, che nel centro storico cittadino ha la propria cattedrale, il Duomo di San Lorenzo, oltre al Palazzo Vescovile, sede della curia diocesana.
Unico edificio religioso che costituisce un'eccezione, è l'Oratorio della Madonna della Pace ai Cerri Alti, situato all'estremità sud-orientale del territorio comunale, in prossimità dei confini amministrativi con Magliano in Toscana. La piccola cappella rurale, pur essendo ubicata nel comune di Grosseto, rientra all'interno del territorio parrocchiale della chiesa di Sant'Isidoro a Preselle, frazione del comune di Scansano, che risulta invece appartenere alla Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello,[65] il cui vescovo ha la propria residenza all'interno di Palazzo Orsini a Pitigliano, dopo la definitiva dismissione del Palazzo Vescovile di Sovana avvenuta nel 1777:[66] quest'ultima diocesi comprende tre cattedrali, quella originaria del Duomo di Sovana, il Duomo di Pitigliano e il Duomo di Orbetello.
A Grosseto e nella provincia sono presenti anche un cospicuo numero di fedeli evangelici e di chiese evangeliche (battiste e pentecostali). In via Piave è situato il luogo di culto della Chiesa evangelica battista,[67][68] mentre in via Cantore[69] si trova una delle principali chiese di riferimento della comunità apostolica[70], fondata a Grosseto nel 1927 come prima in Italia.[71][72] In città ha sede anche il centro nazionale della Chiesa apostolica pentecostale e centro studi teologici, situati in località Commendone.[72][73]
La confessione dei Testimoni di Geova conta circa 800 membri in tutta la provincia[74] e possiede a Grosseto un proprio luogo di culto, inaugurato nel 2012 nel quartiere Alberino.[74]
Nella città di Grosseto e in generale in Maremma è parlato il vernacolo grossetano-amiatino (più comunemente maremmano), una delle numerose varietà del dialetto toscano che compongono la lingua italiana. Vista la posizione, si tratta, a livello geografico, della parlata più meridionale della Toscana.[75]
A Grosseto ha sede il LaMMA CRES, il Centro di Ricerche sull'Erosione del Suolo del Consorzio LaMMA inaugurato il 16 maggio 2003, che si occupa di studi sulle risorse idriche, sull'erosione del suolo e sullo sviluppo sostenibile a misura di territorio. A Grosseto vi è anche la sede del 4º Stormo dell'Aeronautica Militare (presso l'aeroporto Cesare Baccarini), del reggimento di cavalleria paracadutisti 3º reggimento Savoia Cavalleria e del Centro Allevamento Quadrupedi dell'Esercito Italiano.
Di natura religiosa è la Comunità di Nomadelfia, fondata nel 1948 da Don Zeno Saltini nell'omonima frazione periferia della città.
La sanità in città è gestita dall'Asl Toscana Sud-Est presso l'ospedale Misericordia, struttura sanitaria di riferimento non solo per la città, ma anche per l'intera provincia e per altre aree della Toscana Meridionale (compreso l'arcipelago) e del Lazio Settentrionale. A Grosseto hanno sede alcune associazioni di soccorso come la Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Grosseto (sorta in città nel Medioevo), la Pubblica Assistenza e la Croce Rossa Italiana.
A Grosseto è presente la Biblioteca comunale Chelliana, la principale biblioteca della provincia con un patrimonio librario di oltre 140 000 volumi, tra cui trentaquattro incunaboli e duecentocinquanta manoscritti. La biblioteca è stata fondata nel 1860 dal canonico Giovanni Chelli, ed è ospitata all'interno di palazzo Mensini.[76]
A Grosseto ha sede l'archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana, fondato da Roberto Ferretti nel 1979.
Le altre principali biblioteche pubbliche della città sono:
In città si trovano anche la biblioteca della Fondazione Luciano Bianciardi (via De Pretis)[86], la biblioteca del centro di documentazione pedagogica (via Saffi)[87], la biblioteca del CEDAV – Centro di documentazione arti visive (via Mazzini)[81], la biblioteca del centro di documentazione per l'educazione alla salute ASL9 (via Don Minzoni)[88], la biblioteca del museo archeologico e d'arte della Maremma (piazza Baccarini)[89] e un cospicuo numero di biblioteche nei vari istituti comprensivi primari e secondari di primo grado[90].
Le scuole primarie e secondarie di primo grado sono raggruppate in sette istituti comprensivi.[91]
La città di Grosseto è inoltre sede di un vario numero di scuole secondarie di secondo grado di diversa tipologia: licei, istituti tecnici commerciali, industriali, professionali e musicali, frequentati anche da studenti pendolari provenienti da tutta la Maremma e dalle zone adiacenti ad essa.
Gli istituti superiori pubblici sono i seguenti [92]:
In città sono inoltre presenti lo storico liceo Giovanni Chelli (liceo classico e scientifico) ed il liceo William Blake (liceo linguistico); sono entrambe scuole paritarie. In passato, nella frazione di Rispescia, aveva sede la scuola professionale ENAOLI (Ente nazionale di assistenza agli orfani dei lavoratori).
Gran parte degli istituti superiori precedentemente segnalati ha sede nella "Cittadella dello Studente", moderno campus studentesco eretto negli scorsi decenni nella periferia meridionale della città per raggruppare le principali scuole e fornire agli studenti i vari servizi necessari.[93]
Grosseto è divenuta sede universitaria con la fondazione del Polo Universitario Grossetano, avvenuta nel 1998. L'universita è situata presso il palazzo del vecchio ospedale della Misericordia, nel centro storico della città.[94]
Presso l'Ospedale Misericordia ha sede la Scuola di Chirurgia Robotica (Robotic School-Grosseto), istituzione di rilevanza internazionale fondata nel 2004 e gestita dall'Asl Toscana Sud-Est.[95]
Grosseto conta importanti complessi museali, percorsi didattici e aree interessate da visite guidate, tra i più significativi della provincia e della Maremma; molti di essi fanno parte della vasta rete museale "Musei di Maremma".
Di seguito sono elencati i musei che hanno sede all'interno della città e del territorio comunale:
Il museo di storia naturale comprende anche le sedi distaccate dell'acquario comunale di Grosseto – non aperto al pubblico – e dell'osservatorio comunale di Roselle. Presso la frazione di Montepescali, inoltre, è situato il piccolo museo di storia locale Ildebrando Imberciadori, mentre all'interno della caserma del Savoia Cavalleria è allestito un museo sulla storia del reggimento.[97]
A Grosseto sono situate le redazioni locali dei due maggiori quotidiani del territorio: Il Tirreno (via Oberdan) e La Nazione (via Rattazzi). Sono inoltre attive le redazioni territoriali di diversi giornali a diffusione elettronica.
Sempre in città ha inoltre sede una delle principali case editrici della provincia, la Innocenti Editore, fondata nel settembre del 1997 da Mario Innocenti insieme al figlio Stefano.
A Grosseto ha sede la RBC Radio Barbanella City, fondata nel 1978; la sua area di copertura si estende all'intera provincia grossetana e alle zone adiacenti, comprese l'Isola del Giglio e l'Isola d'Elba.
A Grosseto ha sede la rete televisiva TV9 Telemaremma, erede della storica emittente Telemaremma, multiplex regionale (UHF 48).
L'emittente maremmana Teletirreno, nata nel 2000, è invece stata chiusa nel 2011 poco prima del bando per le assegnazioni delle frequenze digitali delle televisioni analogiche.
Entrambi i tipi di schiacce (schiacciate) sono tipiche della città di Grosseto.
Tra gli eventi di maggiore richiamo a Grosseto sono da ricordare il festival musicale di Cava Festival, al Parco di Pietra di Roselle[99], e soprattutto la manifestazione nazionale di Festambiente, nata nel 1989 e ospitata nel mese di agosto presso il centro nazionale per lo sviluppo sostenibile di Legambiente "Il Girasole", nel borgo di Rispescia: durante la manifestazione vengono proposti incontri, dibattiti e spettacoli volti alla sensibilizzazione del pubblico su temi che vanno dalla sana alimentazione, salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale italiani, alla tutela delle tradizioni e culture locali e così via.[100]
Il centro storico di Grosseto è completamente racchiuso entro una cinta muraria fortificata a forma esagonale che, a livello urbanistico, lo isola quasi completamente rispetto al resto della città, fatta eccezione per l'area di Porta Nuova dove nel corso dei secoli fu demolita la porta cittadina, riempito il terrapieno del fossato e abbattuto un piccolo tratto di cortina muraria. L'area delimitata dalle mura, avente un'estensione di 149 955 mq, è interamente pedonalizzata.[101] L'area urbana della città ha conosciuto un'espansione solamente alla fine del XIX secolo, con i primi sobborghi di Portavecchia e Portanuova, nuclei abitativi in senso centrifugo, e una prima pianificazione con il piano regolatore generale di Corrado Andreini del 1912. Nella seconda metà del Novecento, soprattutto a seguito del piano regolatore di Luigi Piccinato del 1971, si deve la conformazione urbana costituita dall'area centrale delimitata dalla ferrovia, dal canale diversivo e dell'argine dell'Ombrone, e i tre grandi quartieri di Barbanella (nord-ovest), Gorarella (sud-ovest) e Sugherella (nord-est). Nonostante l'espansione, il contesto urbano è inquadrabile all'interno di una più vasta area rurale che include le varie località e frazioni, le quali hanno mantenuto caratteri territoriali e urbanistici ben distinti tra loro e rispetto al centro cittadino.[102]
Grosseto è considerata una città molto verde per la presenza di aree attrezzate e parchi in ogni luogo della città.
I grandi parchi urbani a Grosseto sono due:
Le aree attrezzate per i bambini sono invece trentasette, sparse in tutti i quartieri della città e nelle frazioni. Fra queste spicca il parco giochi "Renato Pollini", situato in viale Leonardo Ximenes lungo il perimetro esterno delle mura di Porta Corsica, progettato e realizzato durante l'amministrazione diretta dal sindaco Renato Pollini alla fine degli anni cinquanta e a lui intitolato il 2 ottobre 2010.[107]
Il comune di Grosseto era suddiviso dal 1976 al 2011 in otto circoscrizioni autonome di decentramento comunale.
La legge finanziaria 42/2010 ha disposto l'abolizione delle circoscrizioni amministrative nelle città con meno di 250 000 abitanti.[108]
Oltre alle principali frazioni del comune, sono da ricordare le località che compongono la periferia di Grosseto, che si sono sviluppate soprattutto nelle vicinanze di strade provinciali: Acquisti, Barbaruta, Bottegone, Casalecci, Casotto dei Pescatori, Cernaia, Grancia, Il Cristo, Il Terzo, Madonnino, Marrucheto, Ottava Zona, Posto Raccolta Quadrupedi, Pianetto, Poggetti Nuovi, Poggiale, Pollino, Querciolo, Rugginosa, Rugginosa Nuova, San Lorenzo, Spergolaia, Squadre Basse, Squartapaglia, Trappola, Vallerotana, Versegge.
Mentre alcune fanno parte della vasta area rurale, molte di esse sono in via di internazione all'area urbana a causa dello spopolamento del centro storico e della conseguente espansione periferica.[109]
L'economia è essenzialmente basata sul settore terziario: nel comune, infatti, è presente una grande attività turistica che si sviluppa principalmente sulla costa (nei centri di Marina di Grosseto e Principina a Mare), particolarmente vivace nella stagione estiva. Altre mete turistiche sono il centro storico della città (le mura medicee, il museo archeologico e d'arte della Maremma, la Cattedrale di San Lorenzo, il cassero etc.), il sito archeologico di Roselle (la città etrusco-romana da cui discende la città moderna) e il parco regionale della Maremma (Alberese, le località costiere del parco come Marina di Alberese, l'abbazia di San Rabano e l'area naturale).[110]
Nel 2023 il comune di Grosseto si è aggiudicato a Bruxelles il riconoscimento "European green pioneer of tourism 2024", premio assegnato dalla Commissione Europea per promuovere un turismo intelligente e sostenibile. Si tratta della prima premiazione a livello italiano.[111]
Il settore primario si basa sull'agricoltura che, ricercando la qualità dei prodotti, non presenta caratteri moderni. Le colture maggiormente presenti sono cereali, girasoli, ortaggi e, nelle zone collinari, viti ed ulivi con produzione di olio delle colline maremmane e, tra i vini, Monteregio di Massa Marittima all'estremità nord-occidentale, Montecucco all'estremità nord-orientale lungo il confine con il comune di Campagnatico, Sangiovese di Maremma nella zona di Roccastrada a Montemassi e Morellino di Scansano nelle aree orientali e meridionali del territorio comunale. La carne maremmana che si ottiene dai bovini di razza autoctona allevati allo stato brado sotto lo sguardo attento dei butteri nelle estese praterie attorno alla città.
La città di Grosseto è sede di un noto marchio di abbigliamento e di una catena di profumerie oramai diffusa in tutta Italia. Vi è anche uno stabilimento dell'industria di materie plastiche. Da più di vent'anni vi è anche un'azienda specializzata nella fabbricazione di prodotti in vetroresina, tra i quali anche i caschi da moto e da auto. Sono presenti anche aziende di produzione di windsurf e kitesurf, con una specifica linea di abbigliamento sportivo. Attivo anche il settore della fornitura di materiale idraulico e pavimentazione con sedi, oltre che nella provincia stessa, anche nelle province di Siena, Livorno e Viterbo.
Nel 2010 il comune di Grosseto ha denominato e classificato le zone artigianali presenti nel territorio comunale, riorganizzandole, favorendone l'individuazione anche grazie all'incremento della cartellonistica stradale. La zona artigianale Europa, presente in città già dagli anni cinquanta, non è stata confermata ed è l'unica delle precedenti aree a non essere stata classificata: questo perché negli ultimi anni l'area è stata lentamente trasformata in una zona residenziale e sono poche le attività artigianali rimaste.
Nel comune al momento sono individuate otto aree artigianali:
La città è collegata a Roma attraverso la via Aurelia, a Livorno tramite la S.G.C. Variante Aurelia Grosseto-Rosignano Marittimo-Livorno che si ricongiunge all'autostrada A12 per i collegamenti con l'Italia nord-occidentale e a Siena mediante la strada statale 223 di Paganico che si ricongiunge al raccordo autostradale Siena-Firenze per i collegamenti con l'Italia settentrionale e costituisce il primo tratto della E78 Strada dei Due Mari Grosseto-Fano per i collegamenti con l'Italia nord-orientale e il versante adriatico. Altra via di comunicazione è l'ex strada statale 73 Senese Aretina.
La stazione di Grosseto è situata lungo la ferrovia Tirrenica e funge anche da capolinea della ferrovia Grosseto-Siena. Aperta il 15 luglio 1864, venne ricostruita in seguito ai bombardamenti sulla città del 1943. Presso il capoluogo maremmano giungevano in passato anche due linee ferroviarie minerarie dismesse, la ferrovia Cana-Arcille-Grosseto e la preesistente ferrovia Cana-Arcille-Rispescia.
Nel comune sono inoltre presenti le stazioni di Montepescali, Alberese (servite da treni regionali svolti da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio con la Regione Toscana) e quella dismessa della frazione di Rispescia.
Nella frazione balneare di Marina di Grosseto è situato l'omonimo porto, inaugurato nel 2004 alla foce del canale di San Rocco, da cui prende il nome.
Grosseto e la Maremma sono servite dall'Aeroporto Corrado Baccarini. Della sezione civile si servono voli civili e privati, principalmente durante la stagione turistica. A livello militare si tratta di uno degli aeroporti più importanti d'Italia, dove ha sede il 4º Stormo e la stazione meteorologica di Grosseto Aeroporto. È situato nella periferia ovest della città.
Dagli anni novanta in poi, sono state realizzate alcune piste ciclabili, per consentire i collegamenti suburbani ed extraurbani tra la città, alcune frazioni e il mare. I chilometri riservati alle biciclette sono in continua crescita, tanto che Grosseto nel 2010 risultava essere la prima città in Toscana (diciottesima in Italia) per i percorsi riservati ai ciclisti, con 15,39 metri ogni 100 abitanti[112]. All'interno del comune di Grosseto si registrano 48 km al 2014.[113]. Con i lavori del 2020, la Pista ciclabile Grosseto est da Roselle ha raggiunto i suoi scavi.
Di seguito, è riportato l'elenco delle piste ciclabili che attraversano il territorio comunale di Grosseto.[113]
Oltre a queste piste ciclabili maggiori, in città esistono anche la pista ciclabile di viale Giulio Cesare, che collega il quartiere Gorarella con quello di Barbanella, quella di via della Pace, e quella di via Quarzo nella zona Verde Maremma. Tra il 2007 e il 2008 è stato realizzato un percorso ciclabile nell'area del Parco naturale della Maremma, in seguito ampliato fino a Talamone.
I trasporti pubblici urbani e suburbani nel territorio comunale erano gestiti fino al 2010 dalla società RAMA (Rete Automobilistica Maremmana Amiatina), unitasi in seguito con le ditte di Siena ed Arezzo in Tiemme. Dal 2021 i servizi sono svolti a livello regionale da Autolinee Toscane.[114]
Nel 2023, inoltre, è stato stipulato un patto d'amicizia tra il comune di Grosseto e il comune di Ortignano Raggiolo.[115]
Ha sede a Grosseto l'Unione Sportiva Grosseto 1912, che disputa le partite in casa presso lo Stadio Olimpico Carlo Zecchini. Ha partecipato al primo campionato di Serie B nel 2007-2008.
Il baseball è rappresentato da squadre come il Grosseto Baseball, ex Bbc Grosseto (quattro volte campione d'Italia e vincitore di una Coppa dei Campioni e di una Coppa CEB, oltre a due Coppe Italia) e dal Bsc Grosseto 1952. Militano attualmente entrambe nella massima serie nazionale, la Serie A.
Rivestono una certa importanza anche il cricket con il Maremma Cricket Club (dove in ventidue anni di storia è riuscito a vincere una Coppa Italia), il football americano con i Condor Grosseto (che hanno partecipato ai campionati di Serie B negli anni ottanta) e l'hockey su pista con il Circolo Pattinatori Grosseto, fondato nel 1951 (che ha militato in serie A per sei campionati tra il 1971 e il 1978 e poi nuovamente in Serie A1 dalla stagione 2020-2021). Per quanto riguarda l'atletica leggera, lo Stadio Carlo Zecchini ha ospitato i Campionati europei juniores nel 2001 e nel 2017 e i Campionati mondiali juniores 2004. Nell'estate 2010 è stato sede dei Campionati italiani assoluti di atletica leggera. Nel 2006 la città è stata anche la sede dei Campionati mondiali militari di scherma. Nel luglio 2013 la città ha ospitato, presso la frazione balneare di Marina di Grosseto, i campionati mondiali di vela Formula 18.
Anche l'ippica rivesteva una notevole importanza fino al 2018 quando l'impianto sportivo in cui si svolgevano le varie gare di equitazione, ovvero l'ippodromo del Casalone, chiuse. Altri sport molto seguiti sono il basket, con il Grosseto Basket che milita in Serie C, la boxe, il calcio a 5, con l'Atlante Grosseto che milita in Serie A2 e la pallavolo con l'Invicta Volley. Per quanto riguarda il Nuoto in Acque Libere, tale attività sportiva viene svolta, a livello amatoriale master, dalla Sportiva Nuoto Grosseto. La Sportiva Nuoto Grosseto ha conquistato 6 titoli italiani a squadre Master FIN.
Grosseto è stata numerose volte sia sosta che punto di arrivo della gara ciclistica Giro d'Italia, l'ultima nel 2019.[116]
Grosseto ospita numerosi impianti sportivi. Tra i più rilevanti si ricordano lo Stadio Olimpico Carlo Zecchini, lo Stadio Roberto Jannella, il Velodromo Guido Montanelli, il centro sportivo di Roselle e l'Ippodromo del Casalone. La città vanta inoltre di piscine, campi da tennis, un campo da hockey, uno da cricket e uno da pattinaggio, palazzetti dello sport e un cospicuo numero di impianti calcistici e palestre sparsi per i quartieri.
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