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gioco da tavolo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Gli scacchi (dal provenzale e catalano antico escac, che a sua volta discende dal persiano شاه shāh, "re"[1][2]) sono un gioco di strategia che si svolge su una tavola quadrata detta scacchiera, formata da 64 caselle (o "case") di due colori alternati, sulla quale ogni giocatore dispone di 16 pezzi (bianchi o neri; per traslato, "il Bianco" e "il Nero" designano i due sfidanti[3]): un re, una donna (o "regina"), due alfieri, due cavalli, due torri e otto pedoni; ogni casella può essere occupata da un solo pezzo, che può catturare o "mangiare" il pezzo avversario andando a occuparne la casella; obiettivo del gioco è dare scacco matto, ovvero minacciare la cattura del re avversario in modo tale che l'altro giocatore non possa eseguire mosse legali.[4]
Scacchi | |
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Parte di un set di scacchi | |
Luogo origine | India |
Data origine | VI secolo d.C. |
Regole | |
N° giocatori | 2 |
Squadre | Nei tornei si può giocare singolarmente o a squadre, disputando una partita a testa e sommando i punti |
Giro | Inizia il Bianco |
Requisiti | |
Preparativi | 1 minuto |
Durata | 1-300 minuti |
Aleatorietà | Nessuna |
Nati in India intorno al VI secolo d.C., gli scacchi giunsero in Europa verso l'anno 1000, con ogni probabilità grazie alla mediazione degli Arabi; diffusisi nell'intero continente, raggiunsero una forma pressoché moderna nel XV secolo in Italia e in Spagna, seppure per arrivare al regolamento completo attuale si debba attendere il XIX secolo. Successivamente, a partire dalla metà dell'Ottocento, per merito di Paul Morphy e Wilhelm Steinitz iniziarono a codificarsi i fondamenti strategici del gioco; nel 1886 lo stesso Steinitz, dopo una sfida contro Johannes Zukertort, si proclamò primo campione del mondo.
Fra i giochi più popolari al mondo, possono essere giocati ovunque (a livello ricreativo o agonistico): in casa, all'aperto, nei circoli dedicati, via Internet e talora per corrispondenza. Le maggiori competizioni ufficiali sono organizzate sotto l'egida della FIDE (la "Federazione Internazionale degli Scacchi"). Il gioco degli scacchi è alquanto complesso: si stima che il numero di combinazioni legalmente ammesse dei 32 pezzi sulle 64 case della scacchiera sia compreso fra 1043[5] e 1050,[6] e che la dimensione dell'albero delle mosse sia pressappoco di 10123;[6][7] il numero di possibili partite diverse è circa 101050.[8][9]
Le regole ufficiali degli scacchi sono definite dalla Federazione Internazionale degli Scacchi (FIDE) nella sezione Laws of Chess[10] del FIDE Handbook.[11]
Gli scacchi si giocano su una tavola quadrata, detta "scacchiera", divisa in 64 case, alternativamente di colore chiaro e scuro, organizzate in 8 righe orizzontali (o "traverse") e verticali (o "colonne"): le traverse sono numerate da 1 a 8 (rispettivamente, base dei pezzi bianchi e dei neri), mentre le colonne sono contrassegnate dalle lettere dell'alfabeto da "a" a "h". La scacchiera deve essere orientata in modo che la casa nell'angolo in basso a destra di ciascun giocatore sia chiara.[12]
Le case della scacchiera nelle competizioni ufficiali devono avere lato compreso tra i 5-6 cm.[13] I tavoli da scacchi devono avere lunghezza 110±16,5 cm, e larghezza 85±12,75 cm.[14]
Sulla scacchiera si muovono 32 pezzi, di cui 16 bianchi e 16 neri. Le scacchiere e i pezzi impiegati nei tornei ufficiali possono essere in legno, plastica o materiali con caratteristiche simili.[15] Esistono anche scacchiere artistiche con pezzi in vetro, pietra, cuoio o metallo, o altri materiali, usate, più che altro, come oggetti decorativi. La stessa scacchiera può essere usata per giocare a dama; in questo caso essa si dispone però in modo diverso. Esistono anche versioni da viaggio che si piegano per formare una scatola che contiene i pezzi da gioco. Negli anni 2000 si sono diffuse in ambito professionale scacchiere digitali munite di sensori in grado di riconoscere l'esecuzione delle mosse, in grado di trasmetterle ai computer o di azionare automaticamente l'orologio. Spesso vengono impiegate nei tornei per la trasmissione delle partite su schermi in loco o online via internet.
Ogni giocatore dispone di un insieme di 16 pezzi,[16] ciascuno composto di sei tipi diversi di pezzi. I due insiemi di pezzi sono colorati in modo differente: in genere uno è molto più chiaro dell'altro, motivo per il quale prendono il nome di Bianchi e Neri. In condizioni ufficiali il colore dei bianchi deve essere bianco, crema o una tonalità di colore intermedia fra esse, mentre i neri devono essere neri, marroni o di tonalità intermedia. Tale colorazione può anche essere fornita dal colore naturale del legno, se sono realizzati con tale materiale. I pezzi non devono essere di colore lucido e devono essere piacevoli alla vista.[17]
L'aspetto dei pezzi nei tornei ufficiali deve essere di tipo Staunton. I pezzi devono essere chiaramente distinguibili fra loro, in particolare la sommità del re deve essere differente da quella della donna: comunemente sul re è collocata una croce e sulla donna una corona. L'alfiere può recare una tacca sulla sua sommità o questa può essere di un differente colore.[15] Il re di un set regolamentare da torneo deve avere un'altezza compresa tra 84 e 100 mm e una base che sia il 40-50% della sua altezza. Gli altri pezzi devono essere proporzionati al re e il peso dei pezzi deve garantirne la stabilità, consentendo comunque di muoverli agevolmente.[18] Per assicurare ciò, i pezzi sono in genere piombati, ovvero contengono all'interno dei pesi metallici (tipicamente in piombo) che ne assicurano la stabilità.
Elenco dei pezzi in ordine teorico crescente di importanza:
a | b | c | d | e | f | g | h | ||
8 | 8 | ||||||||
7 | 7 | ||||||||
6 | 6 | ||||||||
5 | 5 | ||||||||
4 | 4 | ||||||||
3 | 3 | ||||||||
2 | 2 | ||||||||
1 | 1 | ||||||||
a | b | c | d | e | f | g | h |
Pezzo | Pedone | Cavallo | Alfiere | Torre | Donna | Re |
Simbolo | ||||||
Quantità iniziale | 8 | 2 | 2 | 2 | 1 | 1 |
La donna e la torre sono detti «pezzi pesanti», in quanto sono in grado da soli di dare matto con l'aiuto del solo re; invece l'alfiere e il cavallo sono detti «pezzi leggeri», in quanto non sono in grado di farlo.
I pedoni occupano rispettivamente la seconda e la settima traversa, mentre gli altri pezzi prendono posizione nella prima e nell'ottava traversa. A partire dai due angoli, in modo simmetrico, ogni giocatore posiziona torre, cavallo e alfiere e, per concludere, la donna, sulla casa del proprio colore rimasta libera, e il re, nella casa di colore opposto.
I simboli mostrati nel diagramma soprastante non sono universali, ma sono del tipo più usato. I simboli UTF-8 per i pezzi degli scacchi sono: ♔ ♕ ♖ ♗ ♘ ♙ ♚ ♛ ♜ ♝ ♞ ♟.
Il giocatore che muove per primo è quello che vede il proprio re a destra della propria donna, cioè quello con i pezzi di colore chiaro, che si chiama convenzionalmente «Bianco»,[19] mentre l'altro è detto «Nero».[20]
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Ciascun pezzo degli scacchi si muove con precise modalità.[21] Nessun pezzo può andare a occupare una casa in cui è presente un altro pezzo dello stesso schieramento; può invece muoversi su una casa occupata da un pezzo avversario, effettuando in tal caso una "cattura", cioè eliminando ("mangiando") dalla scacchiera il pezzo nemico e prendendo il suo posto. Si dice che un pezzo "attacca" o "minaccia" una casa se esso può muoversi su di essa.
Il re è l'unico pezzo che non può essere mai catturato, ma solo minacciato. Quando un re è minacciato, trovandosi sulla traiettoria di un pezzo nemico, si dice che è "sotto scacco"; non è consentita alcuna mossa che lasci il proprio re in tale condizione.[29] Deve quindi essere effettuata una mossa che elimini la minaccia in uno dei seguenti modi:
Se nessuna delle mosse che il giocatore può effettuare è in grado di liberare il re dallo scacco, si tratta di scacco matto e la partita termina con la vittoria dell'avversario. Se invece il re non si trova sotto scacco ma non è possibile effettuare alcuna mossa legale (ad esempio se si ha solo il re in gioco e questo non è sotto scacco, ma tutte le case libere a esso adiacenti sono minacciate), si tratta di stallo e la partita termina con un risultato di parità, non potendo il giocatore che si trova in questa condizione muovere senza contravvenire alle regole del gioco.
Lo scopo degli scacchi consiste nel dare "scacco matto" (dall'arabo Shāh Māt, che significa "il re è morto",[30] derivante forse da un'errata traduzione del persiano شاه مات Shāh Māt, che significa "il re è sconfitto" o "il re è indifeso"[31][32]) al re avversario.[33] Si ha scacco matto quando il re si trova sotto la minaccia diretta dei pezzi avversari e non ha possibilità di sottrarsi a essa, quindi sarebbe sicuramente catturato alla mossa successiva se non si trattasse del re. Lo scacco matto determina la conclusione della partita con la sconfitta del giocatore che lo subisce. Lo "scacco" invece è l'attacco che un pezzo avversario porta al re e da cui il re può essere protetto. Non è necessario che chi fa una mossa che pone il re avversario sotto scacco lo annunci verbalmente; al contrario, nelle partite ufficiali di torneo, tale comportamento può essere ritenuto fastidioso e sanzionabile con una ammonizione o un richiamo. Il regolamento non consente di eseguire alcuna mossa che metta o lasci il proprio re sotto "scacco". La partita può terminare anche per abbandono da parte di un contendente, ovviamente con la vittoria dell'altro.
Il gioco termina in patta (parità) nei seguenti casi:[34]
La partita termina con una patta su richiesta di un giocatore se questi effettua o ha intenzione di effettuare (avendola segnata sul formulario e avendo espresso l'intenzione di eseguirla) una mossa che:
Nella pratica di torneo il giocatore si rivolgerà all'arbitro il quale, dopo aver verificato che le condizioni necessarie siano soddisfatte, ha l'obbligo di dichiarare patta la partita.
In qualsiasi momento della partita, salvo speciali limitazioni imposte in singoli tornei, uno dei due giocatori può proporre di concludere la partita in patta all'avversario, che ha naturalmente il diritto di rifiutare l'offerta. Se la accetta, la partita termina immediatamente con il pareggio.
Nelle partite ufficiali il gioco degli scacchi si disputa a tempo, usando un orologio doppio come quello in figura, munito di due pulsanti: ognuno dei due giocatori, eseguita la sua mossa, aziona l'orologio, arrestando il proprio e mettendo in moto quello dell'avversario. L'orologio è munito di una piccola lancetta supplementare, detta in gergo "bandierina",[37] che quando rimangono cinque minuti comincia a sollevarsi lentamente, abbassandosi poi di colpo quando il tempo è scaduto. La bandierina deve essere chiaramente visibile e non deve essere nascosta da eventuali riflessi dell'orologio. Lo schermo di un orologio deve essere leggibile da almeno 3 metri e il fatto che un orologio sia in funzione deve essere comprensibile da almeno 10 metri di distanza. L'orologio deve funzionare nella maniera più silenziosa possibile, per non disturbare i giocatori.[37]
Le caratteristiche e l'uso dell'orologio sono regolamentate ufficialmente:[37][38] il regolamento specifica che l'orologio deve essere azionato con la stessa mano con la quale è stata eseguita la mossa. La partita ha inizio quando viene azionato l'orologio del Bianco, all'orario stabilito per l'incontro. Se un giocatore non è presente all'inizio dell'incontro la partita viene vinta dall'avversario, a meno che l'organizzazione dell'incontro non disponga diversamente: in tal caso viene addebitato al Bianco il tempo di ritardo dall'inizio della competizione fino al suo arrivo sulla scacchiera.[39] La tolleranza zero sui ritardi è stata introdotta con l'aggiornamento al regolamento internazionale entrato in vigore il 1º luglio 2009, stabilito durante il 79º Congresso della FIDE a Dresda tenutosi nell'ottobre 2008 (in concomitanza con le XXXVIII olimpiadi degli scacchi). In precedenza, se un giocatore non era presente all'inizio della partita, era consentito un ritardo massimo di un'ora, ovviamente con l'addebito del tempo al giocatore stesso, salvo diverse disposizioni dell'organizzazione.[40] Un giocatore perde automaticamente la partita se usa tutto il tempo a sua disposizione, a meno che il suo avversario si trovi nell'impossibilità materiale di dare scacco matto qualunque sia la sequenza di mosse legali successive, caso in cui la partita è patta.[41]
La quantità di tempo inizialmente a disposizione dei giocatori (la cadenza di gioco) può variare. Solitamente la partita inizia con una certa quantità di tempo, che in alcune cadenze può aumentare dopo un certo numero di mosse (spesso la quarantesima) o anche a ogni singola mossa, facendo uso dell'orologio di Fischer; a propria discrezione l'arbitro può, nei casi prescritti dal regolamento, compensare eventuali perdite di tempo. La rimozione di tempo dall'orologio di un giocatore o l'aggiunta di tempo all'orologio dell'avversario sono sanzioni a disposizione dell'arbitro per punire condotte di gioco scorrette.[42] L'orologio regolamentare deve permettere all'arbitro di applicare tali sanzioni in meno di 60 secondi.[37]
Le partite si distinguono in:
Le modalità di gioco standard, rapid e blitz sono ufficialmente riconosciute dalla FIDE e i giocatori che abbiano ottenuto risultati utili in tornei accreditati dalla federazione ottengono punteggi Elo distinti per ognuna delle modalità. Esistono campionati del mondo dedicati a tutte e tre le specialità, tuttavia il titolo di campione del mondo è riferito unicamente al vincitore del campionato del mondo di scacchi giocato con cadenza standard. Tale competizione risulta pertanto più prestigiosa rispetto al campionato del mondo di scacchi lampo ed al campionato del mondo di scacchi rapidi i quali si sono svolti continuativamente solo dal 2006 (blitz) e dal 2012 (rapid).
Il regolamento disciplina il gioco rapido con alcune norme che lo differenziano dal gioco regolare;[47] ulteriori regole speciali valgono per il gioco lampo.[48] È ancora molto utilizzata l'espressione "partita semi-lampo" quando il tempo è di 15 minuti, ma dal punto di vista regolamentare le partite con tale cadenza rientrano nel gioco rapido.
Il classico orologio per scacchi è meccanico, ma è ormai diffusissima, e di fatto irrinunciabile nei tornei internazionali, la sua versione elettronica, che è in grado di eseguire automaticamente alcune operazioni, quali memorizzare il numero di mosse giocate, variare la cadenza di gioco nel corso della partita e aggiungere una determinata quantità di tempo a ogni giocatore per ogni mossa giocata (se previsto dal regolamento del torneo). Gli orologi digitali per essere regolamentari non devono consentire il cambiamento della data in maniera immediata e devono fornire una indicazione se la carica della batteria è in esaurimento (garantendo comunque almeno 10 ore di autonomia in tale condizione).[37]
Oltre che su una normale scacchiera da tavolo, gli scacchi possono essere praticati in varie modalità. Tra le alternative più consolidate vi sono gli scacchi per corrispondenza, praticati utilizzando vari mezzi per la trasmissione delle mosse quali servizio postale, e-mail o server dedicati. Una partita per corrispondenza è giocata solitamente in diverse sessioni di gioco e prevede cadenze superiori a quelle delle partite standard ed una durata complessiva variabile da alcuni giorni fino ad alcuni anni, a seconda del mezzo di trasmissione impiegato e del regolamento della competizione per cui essa è giocata. Aiuti esterni quali libri, database e software scacchistici (per i quali esiste un campionato del mondo dedicato) possono essere consentiti oppure no, a seconda delle preferenze dei giocatori o dell'organizzazione. Il gioco per corrispondenza è gestito e regolamentato ufficialmente dalla ICCF (acronimo di International Correspondence Chess Federation, it: Federazione Internazionale di Scacchi per Corrispondenza), una federazione riconosciuta dalla FIDE che organizza anche i campionati mondiali individuali e a squadre.
Una modalità di gioco diffusa tra i giocatori di livello elevato è quella delle partite in simultanea. In tali esibizioni un solo giocatore affronta un numero variabile di avversari, passando da una scacchiera all'altra a ogni mossa. Le partite simultanee possono prevedere un numero variabile di giocatori, da poche scacchiere fino ad alcune centinaia: il record è detenuto dal GM iraniano Ehsan Ghaem Maghami, che tra l'8 e il 9 febbraio 2011 ha affrontato contemporaneamente 604 avversari in una sfida durata 25 ore, conclusa con un risultato di 580 vittorie, 16 patte e 8 sconfitte.[49]
Particolarmente impegnativo è il gioco degli scacchi alla cieca, nei quali i giocatori si affrontano senza poter vedere la scacchiera e affidandosi totalmente alla propria memoria. Anche gli scacchi alla cieca sono oggetto di esibizioni simultanee, talvolta di notevoli dimensioni: grandi giocatori come Miguel Najdorf, George Koltanowski, János Flesch, Aleksandr Aleksandrovič Alechin, Richard Réti e numerosi altri si sono cimentati in simultanee alla cieca contro alcune decine di avversari. Uno dei più importanti tornei di scacchi alla cieca è stato il Melody Amber, tenutosi per venti edizioni annuali dal 1992 al 2011, articolato in un torneo alla cieca e in uno di gioco rapido, i cui partecipanti erano tutti giocatori ai vertici mondiali. L'attuale detentore del record per il maggior numero di partite alla cieca in simultanea è il GM Timur Gareev che nel 2016 ha giocato contro 48 avversari.
Una modalità di gioco sviluppata alla fine degli anni 1990 è quella degli scacchi avanzati, inventata dal GM Garry Kasparov, che consente ad ognuno dei giocatori, definiti centauri, di farsi aiutare legittimamente da un computer nell'analisi della posizione o accedere a qualsiasi altra consultazione. Il gioco è anch'esso online su server dedicato, ma i tornei si svolgono in diretta e bisogna fare i conti con l’orologio come nel gioco a tavolino.
Dei primi anni 2000 è vasta la diffusione del bullet, una modalità di gioco con cadenze iperveloci che ha legato il suo successo alle grandi possibilità del gioco online. In questa modalità il tempo di riflessione è inferiore ai 3 minuti per giocatore, tuttavia più comunemente viene messo a disposizione soltanto 1 minuto per giocatore.[50][51]
Il sistema utilizzato comunemente per annotare le mosse, chiamato notazione algebrica, è descritto nel regolamento internazionale degli scacchi.[52] Nei tornei ufficiali infatti ciascun giocatore deve annotare le mosse su un verbale[53] detto formulario; fa eccezione il gioco rapido, per il quale, vista la cadenza di gioco breve, i giocatori sono esentati dalla verbalizzazione delle mosse.[54]
La notazione algebrica è l'unico sistema ufficialmente riconosciuto dalla FIDE e fa uso di lettere, numeri e simboli per l'annotazione delle mosse ed eventuali commenti alle stesse. Le mosse vengono numerate in ordine progressivo e sono composte ciascuna da una coppia di semimosse. La semimossa riporta una lettera maiuscola a indicare il tipo di pezzo mosso (tranne per il pedone, per il quale non è prevista alcuna lettera): l'alfabeto delle lettere varia da lingua a lingua. Segue la casa di destinazione (individuata da una coppia di coordinate: lettera per la colonna, numero per la traversa) preceduta da una "x"[55] nel caso di cattura; nelle catture effettuate dai pedoni si indica prima della "x", con lettera minuscola, la colonna di provenienza del pedone, e nel caso di cattura en passant la semimossa di cattura è seguita dall'indicazione "e.p.". La promozione si indica ponendo al termine della mossa il simbolo "=" seguito dalla lettera indicante il pezzo richiesto per la promozione stessa. L'arrocco ha un simbolo particolare: "0-0-0" (lungo) e "0-0" (corto). Un "+" al termine della semimossa indica uno scacco (a volte si usa "++" per indicare uno scacco doppio), mentre un "#" indica lo scacco matto. Esiste poi un ampio ventaglio di simboli impiegati dai commentatori: i più comuni sono "!" e "!!" (buona/ottima mossa), "?" e "??" (errore/errore grave), "!?" e "?!" (mossa interessante/dubbia).
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