Loading AI tools
telecronista sportivo, allenatore di calcio e calciatore italiano (1963-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giuseppe Raffaele Bergomi, detto Beppe (Settala, 22 dicembre 1963), è un ex calciatore italiano, di ruolo difensore, campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982.
Giuseppe Bergomi | ||||||||||||||||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Bergomi nel 2008 | ||||||||||||||||||||||||||||
Nazionalità | Italia | |||||||||||||||||||||||||||
Altezza | 184[1] cm | |||||||||||||||||||||||||||
Peso | 78 kg | |||||||||||||||||||||||||||
Calcio | ||||||||||||||||||||||||||||
Ruolo | Allenatore (ex difensore) | |||||||||||||||||||||||||||
Squadra | Accademia Internazionale (All. Elite) | |||||||||||||||||||||||||||
Termine carriera | 1º luglio 1999 - giocatore | |||||||||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||||||||
Giovanili | ||||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||
Squadre di club1 | ||||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||
Nazionale | ||||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||
Carriera da allenatore | ||||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||
Palmarès | ||||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||||||||||||||||||||||||||||
Considerato uno dei migliori difensori della sua generazione,[2][3][4][5] nel corso della sua ventennale carriera professionistica ha sempre militato nell'Inter, squadra di cui è stato capitano dal 1992[6] al 1999:[7] con i nerazzurri ha vinto una Coppa Italia (1981-1982), un campionato di Serie A (1988-1989), una Supercoppa italiana (1989) e tre Coppe UEFA (1990-1991, 1993-1994 e 1997-1998).
Nella nazionale italiana, di cui è stato capitano dal 1988 al 1991, ha totalizzato 81 presenze, prendendo parte a quattro campionati del mondo (Spagna 1982, Messico 1986, Italia 1990 e Francia 1998) e a un campionato d'Europa (Germania Ovest 1988, al termine del quale è stato inserito nella formazione ideale del torneo);[8] la vittoria del mondiale 1982 lo ha reso, a 18 anni, il più giovane calciatore italiano ad aver vinto la rassegna iridata, nonché il secondo più giovane in assoluto dopo Pelé.[9] Conta 7 presenze anche nell'Italia Under-21, con cui ha preso parte a due europei di categoria (1982 e 1984).
È il giocatore con più partite disputate nella storia della Coppa UEFA/Europa League (96);[10] in passato ha occupato il primo posto anche nella classifica di presenze in Coppa Italia (119),[11] dove figura in seconda posizione dietro Roberto Mancini,[12] e in quella delle competizioni UEFA per club (117).[11] Nell'Inter, oltre ai record di presenze in Coppa UEFA e Coppa Italia di cui è detentore, ha registrato quelli di partite totali (757), in campionato (519), nelle coppe europee e nel derby di Milano (44),[13] battuti dal solo Javier Zanetti.[14][15] Al momento del suo ritiro è inoltre il giocatore con più incontri disputati in un unico club italiano.[16]
È stato incluso tre volte consecutive, dal 1989 al 1991, nella formazione ideale della rivista Onze Mondial,[17] mentre nel 1997 ha vinto il Premio Scirea.[18] Dopo il ritiro è stato inserito nella FIFA 100 nel 2004,[19] nella Hall of Fame del calcio italiano (categoria Giocatore italiano) nel 2016[20] e nella Hall of Fame dell'Inter nel 2020.[21]
Rimane orfano del padre a 16 anni mentre è in ritiro a Lipsia con la nazionale giovanile.[22] All'inizio della carriera, nonostante la giovane età, è soprannominato Zio da Gianpiero Marini, per via dell'aria matura conferitagli dai baffi che portava.[23]
«È un atleta capace, nel suo ruolo, di coprire qualsiasi schema, così come di giocare contro qualsiasi avversario.»
Talento precoce,[25] ispiratosi a Claudio Gentile,[26] si distingue fin dagli esordi come difensore dal fisico robusto e atletico, in possesso di buoni mezzi tecnici nonché abile nel gioco aereo e nell'anticipo;[24] sa quindi emergere come uno dei più affidabili e tenaci marcatori della Serie A,[3][27] annoverato da Marco van Basten tra i difensori più difficili da affrontare.[28] Dotato di grande spirito agonistico, in virtù del quale dà il meglio di sé nelle partite più combattute,[29] possiede inoltre una spiccata propensione al gioco d'attacco: all'apice della carriera, le sue frequenti sortite offensive lo rendono un terzino destro «di rilievo mondiale»,[3] puntuale nell'andare al cross[30] e avvezzo al gol,[31][32] grazie anche a un buon tiro da lontano.[33][34] Nonostante alcuni scetticismi circa la sua adattabilità alla difesa a zona, nella seconda metà degli anni 1990 mostra di sapervisi adeguare,[35] forte di una notevole duttilità[4][23][36] che gli consente di agire anche da terzino sinistro,[9] stopper[16] e libero:[9][35] ruolo, quest'ultimo, in cui chiude la carriera, compensando con l'esperienza i sopraggiunti limiti fisici.[37]
Malgrado un acceso temperamento[9][38] e uno stile di gioco piuttosto rude,[39][40] che in carriera lo portano ad essere espulso per 12 volte,[16] 11 delle quali in Serie A,[41] Bergomi si è sovente distinto per sportività e professionalità, guadagnandosi l'apprezzamento di allenatori, compagni di squadra e avversari.[9][42][43]
Dopo essere stato scartato per due volte dal Milan a causa di reumatismi nel sangue,[22] nel settembre del 1977 viene acquistato dall'Inter per 13 milioni di lire.[44] Colpito dalle doti di Bergomi — «Un ragazzo di 17 anni come lui, di quella specie, io non l'ho mai più allenato»[9] —, Eugenio Bersellini decide di farlo esordire in prima squadra a 16 anni e un mese (record assoluto nella storia interista)[45] nella partita di Coppa Italia del 30 gennaio 1980 contro la Juventus, terminata 0-0.[46]
Bergomi debutta in Serie A l'anno successivo, a 17 anni e due mesi, nella vittoria per 1-2 contro il Como del 22 febbraio 1981.[46] L'esordio del giocatore è favorito dall'indisponibilità di Nazzareno Canuti e dall'infortunio di Gabriele Oriali, che deve essere sostituito a partita in corso: preferito a Franco Pancheri, è Bergomi a subentrare al mediano nerazzurro.[23] Il successivo 4 marzo Bergomi esordisce anche in Coppa dei Campioni, nel quarto di finale contro la Stella Rossa (1-1): «Mi tremano le gambe. Me la cavo bene, penso. Marcai Petrović: ricordo che i giornali lo definiscono il Rivera jugoslavo. Bersellini si complimenta con me».[47]
Segna il primo gol con la maglia dell'Inter in Coppa Italia, il 6 settembre 1981, nel derby di Milano, partita finita sul 2-2 proprio grazie alla rete di Bergomi all'89'.[48] La prima rete in Serie A arriva il 10 gennaio 1982, in un match contro il Bologna finito 2-1 per l'Inter.[49] Nello stesso anno, Bergomi entra nel giro della nazionale e viene convocato in extremis da Enzo Bearzot per il campionato del mondo 1982. Nella stagione 1983-1984 risulta uno dei migliori terzini destri del campionato.[50]
Nella stagione 1988-1989, con il trasferimento di Alessandro Altobelli alla Juventus, Bergomi scende spesso in campo da capitano[51] — sebbene l'effettivo detentore della fascia è ora Beppe Baresi, di solito impiegato da subentrante[52] — e conquista l'unico scudetto della sua carriera, contribuendovi con un rendimento costante:[27][53] l'Inter vince il campionato ottenendo 58 punti su 68, stabilendo un record, relativamente al periodo in cui la vittoria vale due punti.[54] Nel novembre dello stesso anno, la squadra allenata da Giovanni Trapattoni conquista anche la Supercoppa italiana.
Il ciclo di Trapattoni si conclude con la vittoria della Coppa UEFA 1990-1991, la prima nella storia del club.[55]
In seguito all'addio del Trap, la squadra vive un periodo altalenante. Il secondo posto nella Serie A 1992-1993 e la conquista della Coppa UEFA 1993-1994 fanno da contraltare a stagioni anonime o negative: ottava classificata nel campionato 1991-1992, nel 1994 l'Inter rischia di retrocedere malgrado la concomitante affermazione europea, guadagnandosi la permanenza in Serie A solo alla penultima giornata.[52] Soggetta a forti critiche[56][57] — che coinvolgono anche Bergomi,[3][58] nel frattempo divenuto capitano a tutti gli effetti[6] —, la retroguardia dell'Inter viene rivoluzionata nell'estate del 1994 dalle cessioni di Riccardo Ferri e Walter Zenga, che passano alla Sampdoria nell'ambito della trattativa che porta in nerazzurro Gianluca Pagliuca.[59]
Dopo altri due campionati privi di squilli, l'Inter recupera competitività tra il 1996 il 1998. Guidati da Roy Hodgson, i meneghini ottengono il terzo posto nella Serie A 1996-1997 e raggiungono la finale di Coppa UEFA, persa ai tiri di rigore contro lo Schalke 04. Bergomi, spesso schierato nel ruolo di terzino sinistro,[9][60] si esprime su buoni livelli.[60][61][62] Per la stagione 1997-1998, il club nerazzurro nomina come nuovo allenatore Luigi Simoni, che pone Bergomi al centro del suo progetto tattico, facendogli ricoprire il ruolo di libero. Bergomi ripaga l'allenatore con prestazioni convincenti,[63] contribuendo al secondo posto in campionato e alla vittoria della Coppa UEFA, la terza sia per la squadra nerazzurra che per Bergomi. Stabilisce inoltre diversi record di presenze, superando Ray Clemence nelle coppe europee,[11] Pietro Vierchowod in Coppa Italia,[11] Giacinto Facchetti per partite in campionato con la maglia dell'Inter,[11] Gianni Rivera per derby di Milano disputati[13] e Franco Baresi per partite totali con un'unica squadra italiana.[16][64] L'ottima stagione disputata gli vale il ritorno in nazionale e una maglia per il campionato del mondo 1998.
La stagione successiva, in cui taglia il traguardo delle 750 gare in maglia nerazzurra,[65] non è altrettanto fortunata: l'Inter chiude un'annata travagliata all'ottavo posto, e Bergomi — che nel frattempo cede a Ronaldo i gradi di capitano[7][66] — decide di ritirarsi poiché non rientra nei piani del nuovo allenatore Marcello Lippi.[67][68] L'ultima presenza in carriera è quella del 23 maggio 1999, in occasione della vittoria casalinga (3-1) contro il Bologna.[69]
Con l'Inter, Bergomi ha giocato in tutto 757 partite (28 reti), di cui 519 in Serie A (23 reti), 117 nelle coppe europee, 119 in Coppa Italia (5 reti), 1 nella Supercoppa italiana e 1 nel Torneo di Capodanno. Primatista di presenze in Coppa UEFA e Coppa Italia con la maglia nerazzurra, è preceduto dal solo Javier Zanetti per presenze totali,[14] in Serie A,[14] nelle coppe europee[14] e nel derby di Milano.[15]
Debutta nella nazionale Under-21 di Azeglio Vicini il 12 novembre 1981, durante le qualificazioni al campionato d'Europa 1982 (vittoria per 1-0 sulla Grecia);[26] scende poi in campo negli unici due incontri disputati dall'Italia nella fase finale della competizione (terminati rispettivamente 0-1 e 0-0 contro la Scozia).[70] In virtù del suo successivo ingresso nella nazionale maggiore, militerà con gli Azzurrini a corrente alternata, disputando in totale 7 partite, l'ultima delle quali valida per la semifinale di ritorno del campionato d'Europa 1984 (ininfluente vittoria per 1-0 contro l'Inghilterra, impostasi per 3-1 all'andata).[71]
Esordisce in nazionale il 14 aprile 1982, a 18 anni, nella partita amichevole persa 1-0 contro la Germania Est a Lipsia.[72] Il commissario tecnico Enzo Bearzot lo convoca quindi per il campionato del mondo 1982, consentendogli di diventare il più giovane giocatore azzurro a prendere parte a un campionato del mondo.[73][74] Il difensore è impiegato per la prima volta nella sfida contro il Brasile, subentrando alla fine del primo tempo all'infortunato Fulvio Collovati:[75] con il compito di marcare il centravanti Serginho,[76] Bergomi gioca un'ottima partita,[77] macchiata solo dalla deviazione che favorisce la rete di Paulo Roberto Falcão per il secondo, momentaneo pareggio verdeoro.[78] Inizialmente destinato alla panchina, Bergomi scende in campo da titolare anche nella semifinale contro la Polonia: un lieve infortunio occorso al portiere Dino Zoff rende difficoltosi i suoi rinvii da fondo campo, spingendo Bearzot a schierare il terzino dell'Inter, elemento adatto a rilanciare l'azione dalle retrovie.[79]
A causa dell'indisponibilità di Giancarlo Antognoni nella finale contro la Germania Ovest, Bergomi disputa dal primo minuto anche l'atto conclusivo del torneo.[80] Nel corso della finale, vinta dagli azzurri per 3-1, il diciottenne milanese marca efficacemente l'attaccante tedesco Karl-Heinz Rummenigge[80][81] ed è protagonista dell'azione del gol di Marco Tardelli per il momentaneo 2-0 italiano.[82] Al triplice fischio dell'arbitro Coelho, Bergomi si laurea campione del mondo, diventando il secondo giocatore più giovane a fregiarsi di questo titolo, dopo Pelé (che lo conquista a 17 anni e 249 giorni nell'edizione di Svezia 1958).[9]
Dopo la vittoria del torneo, Bergomi si impone come titolare a partire dal 1983 e prende parte a quattro delle otto gare di qualificazione al campionato d'Europa 1984, al quale l'Italia non approda classificandosi penultima nel proprio girone. Successivamente è titolare al campionato del mondo 1986, al quale gli Azzurri sono qualificati di diritto in quanto campioni in carica. Complice una squadra logora, contraddistinta da molti giocatori a fine carriera,[79] la nazionale di Bearzot non convince e viene eliminata negli ottavi dalla Francia.
Durante la gestione di Azeglio Vicini, Bergomi realizza ognuna delle sue 6 reti in maglia azzurra, mettendo a segno le prime due nell'amichevole dell'8 ottobre 1986 contro la Grecia, coincidente con l'esordio del nuovo CT;[9] in tale occasione, Bergomi diviene il primo difensore capace di segnare una doppietta con la maglia della nazionale italiana, e indossa per la prima volta la fascia da capitano, dopo la sostituzione di Alessandro Altobelli.[83]
A partire dal 20 febbraio 1988, in occasione dell'amichevole vinta per 4-1 sull'Unione Sovietica, diviene a tutti gli effetti capitano degli Azzurri,[84] ruolo che ricoprirà dal primo minuto per 33 partite.[85] Sotto la gestione di Vicini prende parte al campionato d'Europa 1988, venendo inserito nella squadra ideale del torneo[8], e al campionato del mondo 1990, manifestazioni in entrambi i casi conclude in semifinale.
Il 5 giugno 1991, durante una partita valida per le qualificazioni al campionato d'Europa 1992 (Norvegia-Italia 2-1, penultima gara dell'era Vicini), Bergomi viene espulso a pochi secondi dal suo ingresso in campo, dopo uno scontro di gioco con Erik Pedersen seguito da un alterco con Gøran Sørloth;[86] la successiva squalifica per sei giornate e l'approdo sulla panchina azzurra di Arrigo Sacchi determinano una lunga interruzione della sua carriera in nazionale:[16][87] il nuovo CT preferisce infatti affidarsi a giocatori avvezzi alla difesa a zona,[35] talvolta rinunciando a elementi di maggior tasso tecnico ma poco adatti al suo metodo di gioco, tra i quali Bergomi.[88]
Sette anni dopo l'ultima apparizione in azzurro, a 34 anni, Bergomi torna in nazionale in occasione del campionato del mondo 1998, convocato da Cesare Maldini al posto dell'indisponibile Ciro Ferrara.[89] Dopo essere sceso in campo nell'amichevole premondiale contro la Svezia, viene chiamato a sostituire l'infortunato Alessandro Nesta contro l'Austria, nella terza partita della fase a gironi,[75][90] per poi giocare da titolare gli ottavi di finale contro la Norvegia[91] e i quarti di finale contro la Francia, che elimina l'Italia ai tiri di rigore[92], in quella che è l'ultima delle 81 presenze di Bergomi in maglia azzurra; un traguardo, questo, che all'epoca gli vale il quarto posto nella classifica di presenze in nazionale, a pari merito con Franco Baresi e Marco Tardelli.[93] Il commissario tecnico e i compagni di squadra spendono parole di elogio per il rendimento e la condotta del giocatore durante la competizione.[9][42][43]
Con quattro mondiali disputati, Bergomi è secondo, dietro Gianluigi Buffon, tra i giocatori italiani con più partecipazioni alla competizione iridata, a pari merito con Enrico Albertosi, Fabio Cannavaro, Paolo Maldini, Gianni Rivera e Dino Zoff.[94] A differenza di questi ultimi, però, curiosamente non è mai sceso in campo in gare di qualificazione, dato che nel 1982 e nel 1998 il difensore viene convocato in extremis a qualificazione già ottenuta, mentre nelle edizioni 1986 e 1990 l'Italia è qualificata d'ufficio essendo stata rispettivamente campione in carica e Paese organizzatore[95].
Nel febbraio 2008 è diventato l'allenatore degli esordienti dell'Inter.[96] Nel 2008-2009 allena l'Accademia Internazionale, con la quale vince anche il Campionato Allievi Dilettanti.[97] Nel corso della stagione 2009-2010 allena gli Allievi del Monza[98] e nella stagione 2010-2011 i Berretti.[99]
Il 7 luglio 2011 assume la guida tecnica della squadra Berretti dell'Atalanta;[100] con gli orobici arriva fino alla finale del campionato perdendo con l'Inter di Sergio Zanetti, sia la gara d'andata per 3-0, che quella di ritorno per 3-4. Nella stagione 2012-2013 vince il Campionato Berretti con l'Atalanta battendo in finale proprio l'Inter con un risultato complessivo di 4-2 (1-0 esterno per i milanesi all'andata e 4-1 esterno dell'Atalanta nella partita di ritorno). Il 25 luglio 2013 assume la guida tecnica della Berretti del Como.[101] Mantiene l'incarico sino al 10 luglio 2014.[102]
Dalla stagione 2017-2018 collabora con Giuseppe Chieppa alla guida degli allievi regionali dell’Accademia Internazionale.[103]
Il 15 novembre 2021, Beppe Bergomi è stato premiato dalla onlus Amici per il Centrafrica i Bindun per la sua eccezionale professionalità e dedizione nel campo del volontariato. Il riconoscimento è stato conferito a Milano come omaggio alla sua continua dedizione e impegno nell'aiutare gli altri attraverso attività volontarie. L'Associazione i Bindun ha celebrato Bergomi per la sua straordinaria qualità professionale e per il suo contributo significativo nel mondo del volontariato
Dopo aver terminato la sua carriera agonistica, nel 1999 è diventato opinionista e commentatore tecnico, spesso al fianco della prima voce Fabio Caressa, dapprima per TELE+ e poi per Sky Sport.[104][105] Sempre con Caressa, ha realizzato la telecronaca di diverse edizioni del videogioco di calcio FIFA.
Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Coppe continentali | Altre coppe | Totale | |||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti | ||
1979-1980 | Inter | A | 0 | 0 | CI | 1 | 0 | CU | 0 | 0 | - | - | - | 1 | 0 |
1980-1981 | A | 12 | 0 | CI | 0 | 0 | CC | 4 | 0 | TC | 1 | 0 | 17 | 0 | |
1981-1982 | A | 24 | 2 | CI | 10 | 2 | CU | 4 | 0 | - | - | - | 38 | 4 | |
1982-1983 | A | 28 | 1 | CI | 9 | 1 | CdC | 6 | 0 | - | - | - | 43 | 2 | |
1983-1984 | A | 25 | 0 | CI | 5 | 0 | CU | 5 | 0 | - | - | - | 35 | 0 | |
1984-1985 | A | 29 | 2 | CI | 9 | 0 | CU | 10 | 0 | - | - | - | 48 | 2 | |
1985-1986 | A | 30 | 5 | CI | 6 | 0 | CU | 10 | 0 | TE | 0 | 0 | 46 | 5 | |
1986-1987 | A | 28 | 2 | CI | 9 | 0 | CU | 8 | 0 | - | - | - | 45 | 2 | |
1987-1988 | A | 28 | 1 | CI | 9 | 0 | CU | 5 | 0 | - | - | - | 42 | 1 | |
1988-1989 | A | 32 | 1 | CI | 8 | 0 | CU | 6 | 0 | - | - | - | 46 | 1 | |
1989-1990 | A | 33 | 2 | CI | 4 | 0 | CC | 2 | 0 | SI | 1 | 0 | 40 | 2 | |
1990-1991 | A | 30 | 3 | CI | 4 | 1 | CU | 12 | 0 | - | - | - | 46 | 4 | |
1991-1992 | A | 29 | 0 | CI | 6 | 0 | CU | 2 | 0 | - | - | - | 37 | 0 | |
1992-1993 | A | 31 | 2 | CI | 6 | 0 | - | - | - | - | - | - | 37 | 2 | |
1993-1994 | A | 31 | 0 | CI | 4 | 0 | CU | 12 | 0 | - | - | - | 47 | 0 | |
1994-1995 | A | 32 | 1 | CI | 7 | 1 | CU | 2 | 0 | - | - | - | 41 | 2 | |
1995-1996 | A | 27 | 0 | CI | 5 | 0 | CU | 1 | 0 | - | - | - | 33 | 0 | |
1996-1997 | A | 19 | 0 | CI | 7 | 0 | CU | 10 | 0 | - | - | - | 36 | 0 | |
1997-1998 | A | 28 | 0 | CI | 5 | 0 | CU | 9 | 0 | - | - | - | 42 | 0 | |
1998-1999 | A | 23 | 1 | CI | 5 | 0 | UCL | 9 | 0 | - | - | - | 37 | 1 | |
Totale carriera | 519 | 23 | 119 | 5 | 117 | 0 | 2 | 0 | 757 | 28 |
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.