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dirigente sportivo e calciatore italiano (1968-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Paolo Cesare Maldini (Milano, 26 giugno 1968) è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore. È stato vicecampione del mondo nel 1994 e vicecampione d'Europa nel 2000 con la nazionale italiana.
Paolo Maldini | |||||||||||||||||||
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Maldini con il Milan nel 1996 | |||||||||||||||||||
Nazionalità | Italia | ||||||||||||||||||
Altezza | 186 cm | ||||||||||||||||||
Peso | 85 kg | ||||||||||||||||||
Calcio | |||||||||||||||||||
Ruolo | Difensore | ||||||||||||||||||
Termine carriera | 1º luglio 2009 - giocatore | ||||||||||||||||||
Carriera | |||||||||||||||||||
Giovanili | |||||||||||||||||||
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Squadre di club1 | |||||||||||||||||||
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Nazionale | |||||||||||||||||||
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Palmarès | |||||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | |||||||||||||||||||
Giocatore di caratura mondiale, considerato tra i migliori nella storia del calcio[2][3][4][5][6][7][8] nel corso della sua carriera, durata 25 anni, ha vestito soltanto la maglia del Milan, del quale è assurto a ruolo di «bandiera» e con cui ha vinto 26 trofei, risultato che ne fa il giocatore più titolato nella storia del club: 7 scudetti, 1 Coppa Italia, 5 Supercoppe italiane, 5 Coppe dei Campioni/UEFA Champions League (con il record di 8 finali giocate, condiviso con Francisco Gento, e l’unico a vincere tale premio in 3 decenni differenti), 5 Supercoppe UEFA (record condiviso con Toni Kroos, Luka Modrić e Daniel Carvajal), 2 Coppe Intercontinentali e 1 Coppa del mondo per club FIFA.[9] Insieme ai compagni di reparto Mauro Tassotti, Franco Baresi e Alessandro Costacurta, ha composto una delle migliori linee difensive della storia del calcio,[10] consentendo al Milan di stabilire il record assoluto di partite consecutive senza sconfitta (58) nei cinque principali campionati europei (dal 26 maggio 1991 al 14 marzo 1993; 1 anno, 9 mesi e 16 giorni).[11]
Dal 1988 al 2002 ha militato nella nazionale italiana, della quale è stato capitano per otto anni, prendendo parte a quattro campionati mondiali (Italia 1990, Stati Uniti 1994, Francia 1998, Corea del Sud-Giappone 2002) e tre campionati d'Europa (Germania Ovest 1988, Inghilterra 1996, Belgio-Paesi Bassi 2000). Con la maglia azzurra ha detenuto i record di presenze totali (126)[12] e da capitano (74), poi battuti da Fabio Cannavaro rispettivamente nel 2009 e nel 2010.
Dal 2005 al 2020 è stato il calciatore con più presenze nella storia della Serie A (647),[13] prima di essere scavalcato da Gianluigi Buffon,[14] ed è quarto (primo tra gli italiani) per numero di presenze nelle competizioni UEFA per club (174), dietro a Cristiano Ronaldo (197), Pepe Reina (190) e Iker Casillas (188).[15][16]. Inoltre è il giocatore con più presenze con la maglia del Milan (902), risultando essere il secondo giocatore con più presenze nello stesso club nella storia del calcio dopo Ryan Giggs (963).[9]
Terzo classificato nella corsa al Pallone d'oro nel 1994[17] e nel 2003,[18] è il terzo calciatore nella storia, insieme a Karim Benzema, per numero di candidature al Pallone d’oro (13), dietro solo a Lionel Messi (16) e Cristiano Ronaldo (18), e l’unico della top 5 per candidature a non essersi mai aggiudicato il premio (essendoci al quarto e al quinto posto Johan Cruijff e Franz Beckenbauer a quota 12 candidature).
Nel 2002 è stato incluso nel FIFA World Cup Dream Team,[19] selezione formata dai migliori undici giocatori della storia del campionato mondiale di calcio, e nel 2004 nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori redatta in occasione del centenario della FIFA; è stato inserito nella formazione ideale di ognuno dei tre campionati d'Europa disputati,[20] oltre che nella "squadra ideale del decennio" dal Sun nel 2009,[21] nella Hall of Fame del calcio italiano nel 2012[22] e nel miglior undici di tutti i tempi da World Soccer nel 2013.[23] Nel 2020 viene inserito nel Dream Team del Pallone d'Oro come miglior terzino sinistro della storia del calcio.[24] Rientra inoltre nella ristretta cerchia dei calciatori con almeno 1000 presenze in carriera (1041, al 26º posto) ed è l'unico italiano insieme a Gianluigi Buffon (al 5º posto) a farne parte.
Paolo Maldini è nato il 26 giugno 1968 a Milano, quarto dei sei figli dell'allenatore ed ex difensore nonché bandiera del Milan Cesare Maldini (1932-2016) e di sua moglie Marialuisa Mazzucchelli (1935-2016);[25] ha tre sorelle maggiori e due fratelli minori. È sposato dal 14 dicembre 1994 con l'ex modella italo-venezuelana Adriana Fossa[26]; la cerimonia nuziale si è svolta a Villa Borromeo (Cassano d'Adda).[27][28] La coppia ha due figli, Christian (nato il 14 giugno 1996) e Daniel (nato l'11 ottobre 2001),[26] entrambi calciatori e cresciuti nelle giovanili del Milan; il primogenito, anche lui difensore, si è ritirato a soli 27 anni dopo essere stato in forza al Lecco, mentre il secondogenito ha esordito come centrocampista offensivo in Serie A con la maglia rossonera il 2 febbraio 2020, seguendo le orme del padre e del nonno, per poi, dal 2022, passare in prestito Spezia, Empoli e Monza[29]; il 6 gennaio 2021 la sua sesta partita coincide con la millesima gara disputata in Serie A con il Milan dai membri della famiglia Maldini, aggiungendosi alle 347 di Cesare ed alle 647 di Paolo.[30]
Negli anni 2000 è stato fondatore e comproprietario, insieme all'amico e collega Christian Vieri, della marca di abbigliamento Sweet Years.[31]
Il 20 maggio 2015, in collaborazione con Riccardo Silva, ha fondato la società calcistica del Miami FC, primo club calcistico professionista della città della Florida, che ha debuttato nella NASL nel 2016.[32]
Difensore molto duttile[33] e in grado di calciare con entrambi i piedi,[34] Maldini ha ricoperto principalmente il ruolo di terzino sinistro[35] (nonostante fosse un destro naturale)[36][37] e poi di difensore centrale;[38][39] in carriera è stato utilizzato anche da terzino destro.[38][40] Talento precoce e longevo,[6] è abile nei tackle[4][41] e nel gioco aereo,[4][42] nonché dotato di grande velocità[4][41] e prestanza fisica.[7][33][43] Tecnico,[33][43] corretto[41][44] e carismatico,[33] possiede inoltre un ottimo senso della posizione e dell'anticipo[44] ed è estremamente efficace anche in fase offensiva.[33][36][41]
«In 23 anni di carriera non si è mai allontanato da un senso della morale, del dovere, della fedeltà e dell'etica che ne fanno una delle icone del calcio.»
Paolo Maldini ha legato la sua intera carriera al Milan, squadra della sua città natale, in cui ha militato dal suo provino del settembre 1978 fino al 2009, seguendo quindi le orme del padre Cesare nel diventare un elemento simbolo della squadra rossonera.[46]
Il 20 gennaio 1985, all'età di 16 anni, viene convocato per la prima volta in prima squadra dall'allenatore Nils Liedholm, nella trasferta in casa dell'Udinese, per l'assenza di Mauro Tassotti. Maldini, con la maglia numero 14, viene collocato in panchina senza avere l'aspettativa di esordire; invece, a causa dell'infortunio di Sergio Battistini, nella ripresa Liedholm decide di farlo entrare in campo.[47] Maldini gioca come terzino destro, suo ruolo naturale, disputando una buona gara e contribuendo al pareggio rossonero.[48] Liedholm, a fine partita, dichiara: «Paolo ha un grande avvenire».[48]
All'inizio della stagione successiva Maldini è già una promessa del calcio italiano e diventa titolare del Milan di Liedholm, «un allenatore perfetto per un ragazzo di 16 anni che si porta dietro un cognome importante».[49] A partire da questa stagione viene schierato come terzino sinistro, ruolo con cui può sfruttare al meglio le sue doti atletiche.
Si conferma anche nella stagione 1986-1987 nella quale il 4 gennaio 1987, a 18 anni, realizza il primo dei suoi 29 gol in Serie A, in Como-Milan (0-1).[50][51]
Il palmarès di Maldini inizia ad arricchirsi con l'avvento di Arrigo Sacchi sulla panchina rossonera. Nell'annata 1987-1988 il Milan vince lo scudetto, mentre l'anno successivo si impone in Europa, aggiudicandosi, il 24 maggio 1989, la Coppa dei Campioni contro la Steaua Bucarest al Camp Nou di Barcellona. Sono questi due i primi successi della compagine di Sacchi, che nel 2007 verrà inserita al quarto posto nella classifica delle squadre più forti di tutti i tempi dalla rivista World Soccer.[52] Maldini, titolare inamovibile di quella compagine, è il più giovane all'interno della linea difensiva che forma insieme Franco Baresi, Mauro Tassotti, Filippo Galli e Alessandro Costacurta.
Nel 1989 il Milan vince la prima edizione della Supercoppa italiana, poi, in virtù della vittoria in Coppa dei Campioni, inizia la stagione 1989-1990 partecipando alla Supercoppa UEFA e alla Coppa Intercontinentale, entrambe vinte dai rossoneri. Infine, nel 1990, il Milan si aggiudica nuovamente la Coppa dei Campioni, per la seconda volta consecutiva, battendo in finale il Benfica al Prater di Vienna, e a questo evento seguono ancora i trionfi in Supercoppa UEFA e Coppa Intercontinentale; quest'ultimo successo rende la squadra rossonera la prima nella storia a realizzare un triplete di coppe internazionali per due anni di fila.[53][54] Nel marzo 1991 il Milan, durante la sfida dei quarti di finale Coppa dei Campioni contro l'Olympique Marsiglia, per volere dell'amministratore delegato Adriano Galliani, rifiuta di continuare la gara dopo il momentaneo spegnimento, a causa di un black out, dei riflettori dello stadio Vélodrome[55][56]; tale gesto costa ai rossoneri la sconfitta a tavolino per 3-0 e la squalifica per un anno dalle competizioni europee. Finisce così l'era degli Immortali di Arrigo Sacchi, sostituito al termine della stagione da Fabio Capello, già vice di Liedholm e allenatore dei rossoneri dopo l'esonero di quest'ultimo nell'aprile del 1987.[57]
Nonostante il periodo di transizione vissuto dal Milan, Maldini continua a trovare continuità d'impiego e un rendimento di alto profilo, contribuendo alla vittoria dello scudetto nell'annata 1991-1992. L'anno seguente il Milan vince subito la Supercoppa italiana,[58] poi bissa il successo in campionato[59] e approda in finale di UEFA Champions League contro l'Olympique Marsiglia. Mentre la difesa rossonera è impenetrabile, l'attacco fatica a trovare la via del gol. Nei minuti conclusivi del primo tempo Abedi Pelé entra in area avversaria e Maldini gli fa carambolare il pallone addosso, ottenendo la rimessa dal fondo; l'arbitro Kurt Röthlisberger, tuttavia, concede erroneamente il calcio d'angolo che porta alla rete di Boli per l'1-0 finale.[60] In questa stagione, Maldini segna il suo primo gol europeo, il 21 ottobre 1992 in Slovan Bratislava-Milan (0-1).
Nella stagione 1993-1994, il Milan propone un rendimento sulla falsariga della precedente, conquistando sia la Supercoppa italiana a Washington[61] sia lo scudetto, il terzo consecutivo.[62] Il 18 maggio 1994 va in scena la finale di UEFA Champions League contro il Barcellona ad Atene. Prima di scendere in campo, sulla carta il Barcellona gode d'un notevole favore nei pronostici. Ciò viene dettato più che altro dalle assenze di Franco Baresi e Alessandro Costacurta, la coppia centrale difensiva del Milan. Capello si vede costretto a schierare al centro della difesa proprio Maldini, in coppia con Filippo Galli. L'esperimento riesce perfettamente e Maldini gioca una gara eccellente, contribuendo al grande successo per 4-0 dei rossoneri sui blaugrana.[63][64] A fine stagione, Maldini viene insignito del titolo di "giocatore dell'anno" dalla rivista World Soccer per l'annata 1994[65] e si classifica terzo, primo dei difensori, nella graduatoria del Pallone d'oro dello stesso anno.[17]
La stagione 1994-1995 è impreziosita dalle vittorie in Supercoppa italiana[66] e in Supercoppa Europea, ma si conclude amaramente per i rossoneri. Dopo tre anni di successi, infatti, il Milan deve rinunciare presto alla lotta per lo scudetto (a fine stagione si classifica solo quarto)[67] e, il 24 maggio 1995, perde la finale di UEFA Champions League contro l'Ajax per 1-0. Nel 1996 il Milan si aggiudica nuovamente lo scudetto, per la quarta volta in cinque anni.[68]
Seguono anni difficili sia per i rossoneri sia per lo stesso Maldini. Fabio Capello lascia il posto ad Arrigo Sacchi, di ritorno dopo l'esperienza alla guida della nazionale italiana, per la stagione 1996-1997, in cui il Milan si classifica 11º in campionato, e ritorna alla guida dei rossoneri per l'annata successiva,[57] chiusa in 10ª posizione. Il difensore cambia continuamente ruolo e, complici anche alcune ricadute, non esprime il meglio di sé in campo.
Dalla stagione 1997-1998 diviene capitano del Milan, ereditando la fascia da Franco Baresi, che lascia il calcio alla fine della stagione precedente. Lo stesso passaggio di testimone è già avvenuto nel 1994 nella nazionale italiana. «Il mio sarà un impegno di grande responsabilità, soprattutto quest'anno perché ci sono tanti giocatori nuovi. Sono comunque felice, ho avuto un grande maestro per 10 anni. Spero di avere preso da Franco qualcuna delle sue doti», commenta il neo capitano, che mantiene tale ruolo per 12 stagioni, fino al termine della sua carriera.[69]
Nel 1999, guidato da Alberto Zaccheroni, il Milan riconquista lo scudetto, il primo da capitano per il difensore rossonero.[70] Seguiranno due stagioni concluse rispettivamente al 3º al 6º posto.
Gli anni 2000 segnano una svolta per la carriera di Maldini e per tutto il Milan, soprattutto grazie agli arrivi dell'allenatore Carlo Ancelotti e del difensore Alessandro Nesta dalla Lazio. Con Nesta, Maldini forma una coppia difensiva ben assortita e che per anni difende la porta rossonera, assieme all'estremo difensore Dida. Alla 28ª giornata del campionato 2002-2003, nel derby Inter-Milan, Maldini viene sostituito per una frattura al setto nasale dopo la gomitata involontaria di Christian Vieri.[71] Nelle partite successive al derby, Maldini indossa per circa un mese una maschera facciale protettiva.[72] Il 28 maggio 2003, all'Old Trafford di Manchester, solleva la UEFA Champions League a 40 anni e 6 giorni esatti di distanza dal giorno in cui proprio suo padre Cesare Maldini si laurea campione d'Europa, anch'egli come capitano del Milan e anch'egli in Inghilterra (a Londra).[73][74] A questo alloro segue la vittoria della Coppa Italia, ottenuta battendo in finale la Roma. Nella stagione 2003-2004 il Milan vince il suo 17º scudetto e la Supercoppa Europea, e nell'aprile 2004 Maldini risulta 10º nell'UEFA Golden Jubilee Poll, un sondaggio online condotto dalla UEFA per celebrare i migliori calciatori d'Europa dei cinquant'anni precedenti; il difensore rossonero risulta il secondo calciatore italiano nella graduatoria dopo Dino Zoff.[75][76]
L'annata 2004-2005 vede il Milan vincitore in Supercoppa italiana e finalista in UEFA Champions League contro il Liverpool.[77] Al 1' di gioco della finale di Champions, disputata allo stadio olimpico Atatürk di Istanbul, è proprio Maldini ad aprire le marcature della partita, realizzando il gol più veloce in un atto conclusivo di Champions League e diventando il marcatore più anziano ad aver segnato nella finale di questa competizione.[78] Prima dell'intervallo, il Milan si porta sul 3-0 grazie alla doppietta di Crespo, ma nel secondo tempo il Liverpool raggiunge i rossoneri sul 3-3 in soli sei minuti di gioco e vince poi la gara ai rigori, dopo che i tempi supplementari si chiudono senza ulteriori reti.[79] Il 25 settembre 2005 Maldini supera il primato di Zoff, giocando per la 571ª volta in campionato:[13] la settimana seguente segna, contro la Reggina in Serie A, l'unica doppietta della propria carriera.[80] Nella stagione 2006-2007 il Milan si classifica quarto in campionato e raggiunge ancora una volta la finale di UEFA Champions League: il 23 maggio, ancora opposti al Liverpool i rossoneri vincono per 2-1 riscattando la sconfitta di due anni prima e permettendo al capitano Maldini di sollevare nuovamente, a quattro anni di distanza, la sua quinta Champions League, la settima per il club meneghino;[81][82][83] All'età di 38 anni e 331 giorni, Maldini diviene il secondo calciatore ad aver disputato 8 finali della UEFA Champions League dopo Francisco Gento,[84] oltre che il vincitore più vecchio della competizione.[85] In precedenza, in occasione di Catania-Milan del 13 maggio 2007 (1-1), Maldini tocca la storica soglia delle 600 partite in Serie A.[86][87]
Maldini non ha mai legato con i tifosi organizzati della Sud di San Siro.[88] Il capitano rossonero si è sempre rifiutato di partecipare alle riunioni e di presentarsi alle feste degli ultras, e ha sempre criticato gli atteggiamenti violenti della curva.[88] L'inizio di questi dissidi coincide con il giorno successivo alla sconfitta di Istanbul contro il Liverpool:[88] Maldini sembrerebbe essersi rifiutato di rispondere adeguatamente alle domande degli ultras sul perché di quella sconfitta e, secondo alcune fonti, avrebbe chiamato «poveri pezzenti» un gruppo di tifosi che lo contestavano.[89] A questo episodio segue il dito davanti alla bocca dopo l'eliminazione dalla Coppa UEFA per mano del Werder Brema nel 2009 in risposta ai fischi della tifoseria.[88]
I dissidi tra Maldini e gli ultras sono poi culminati nella partita d'addio al calcio del capitano rossonero. In questa occasione, un gruppo di tifosi ha contestato Maldini con due striscioni e invocato con coro il nome di Franco Baresi.[89] Dopo quella protesta, Maldini commentò così: «Non è stato un momento facile ed è stato tra l'altro inaspettato. C'erano settantamila spettatori quel giorno, ma ricordiamo solo quella piccola frangia di tifosi. Sono una persona pensante, ho detto le cose come stavano. Con il tempo ho capito che quello è stato un successo perché ha marcato una linea ancora più grossa tra me e quel tipo di calcio, non penso che quello sia il futuro dello sport».[90]
Ad agosto Maldini vince la Supercoppa Europea, la quinta personale, nella finale vinta in rimonta contro il Siviglia (3-1). Il 16 dicembre 2007, aggiudicandosi la Coppa del mondo per club dopo che il Milan batte in finale il Boca Juniors, mette in bacheca il 26º ed ultimo trofeo della propria carriera, il 13º in ambito internazionale. È stato, inoltre, il primo capitano di una formazione del vecchio continente ad alzare questo trofeo.[91] Il 16 febbraio 2008, nella gara contro il Parma al Tardini, entrando in campo a partita iniziata al posto di Jankulovski, raggiunge, primo italiano a riuscirci,[92] il traguardo delle 1 000 partite da professionista,[51][93] di cui 861 con il Milan, 12 con l'Under-21, una con l'Olimpica e 126 con la nazionale maggiore.[94] Gioca la sua ultima partita in UEFA Champions League il 4 marzo 2008 a San Siro contro l'Arsenal, nella sconfitta interna per 2-0 che sancisce l'eliminazione del Milan dalla UEFA Champions League 2007-2008 agli ottavi di finale. Il 30 marzo 2008 realizza il suo ultimo gol con la maglia rossonera, nella sconfitta a San Siro contro l'Atalanta (1-2).
Il 16 maggio 2009 disputa la 900ª partita ufficiale in maglia rossonera,[51] scendendo in campo contro l'Udinese al Friuli, lo stesso stadio dove nel 1985 esordisce in Serie A[95][96] e, nel 2005, festeggia i 20 anni da calciatore professionista.[97]
Il 24 maggio 2009 Maldini gioca per l'ultima volta a San Siro, nella partita persa per 3-2 contro la Roma. La cerimonia d'addio si svolge con la consegna ai tifosi di album di figurine e di una sciarpa commemorativa.[98] Inoltre la squadra rossonera indossa per l'occasione la nuova divisa 2009-2010 con una patch commemorativa, che raffigura il volto di Maldini e la frase "Tre Solo per Te".[98][99]
Durante il giro di campo finale (pur nel contesto di uno stadio con quasi 70 000 spettatori che si alzano in piedi ad applaudirlo), compresi i tifosi ospiti della Roma, il difensore è contestato da un settore di tifosi organizzati della Curva Sud: questi intonano cori a favore dell'ex capitano Franco Baresi ed espongono alcuni striscioni polemici verso Maldini, in relazione ad alcune considerazioni del capitano milanista sul tifo organizzato, rovinando così in parte il suo congedo al calcio giocato.[88][99] Secondo Carlo Ancelotti, però, la contestazione è solo una goccia d'acqua in un oceano pieno d'affetto.[100] Il 31 maggio 2009, a Firenze, Maldini disputa la sua ultima partita, Fiorentina-Milan (0-2) nella quale raggiunge le 902 presenze in gare ufficiali con il Milan.[101]
Dopo il suo ritiro dal calcio giocato, il Milan ha deciso di ritirare la maglia numero 3, per anni indossata da Maldini, come già accaduto per la maglia numero 6 di Franco Baresi; le uniche persone che potrebbero ancora avere assegnata tale maglia sono i suoi figli Christian e Daniel, avuti con la moglie Adriana Fossa.[102] Nel 2020 Daniel Maldini ha effettivamente esordito nella prima squadra rossonera, indossando però la maglia numero 98.[103]
Il 28 agosto 2009, a Monte Carlo, Paolo Maldini viene premiato dalla UEFA nel corso dei sorteggi per la fase a gironi della UEFA Champions League 2009-2010. Il riconoscimento alla carriera viene consegnato a Maldini dall'allora presidente della UEFA Michel Platini, che chiede al pubblico di alzarsi in piedi in onore della gloriosa carriera dell'ex capitano rossonero.[104] Il 17 novembre 2009 il quotidiano spagnolo Marca insignisce Maldini del premio Marca Leyenda per "l'ineguagliabile carriera e il palmarès dell'ex giocatore del Milan".[105][106] A Maldini succede come capitano della formazione rossonera Massimo Ambrosini.
Nel 1986 è stato chiamato dal padre Cesare in nazionale Under-21, con la quale ha giocato per due anni prima della chiamata in nazionale maggiore da parte del commissario tecnico Azeglio Vicini.
Il debutto in nazionale avviene il 31 marzo 1988, a 19 anni, nella partita Jugoslavia-Italia (1-1) disputata a Spalato.[51] Nello stesso anno, Maldini viene convocato per disputare il campionato d'Europa 1988 e gioca da titolare le quattro partite disputate dagli Azzurri, sconfitti in semifinale dall'Unione Sovietica. Diventato ormai un perno della formazione azzurra, Maldini viene convocato per il campionato del mondo 1990, giocato in casa e terminato al 3º posto. Il giovane difensore viene impiegato da titolare in tutte le partite disputate dall'Italia che vede sfumare il sogno di vittoria in semifinale, nella storica sfida persa ai rigori contro l'Argentina di Diego Armando Maradona.[107]
Fallita la qualificazione al campionato d'Europa 1992, Vicini viene sostituito da Arrigo Sacchi, sotto la cui gestione Maldini segna il suo primo gol in nazionale, il 20 gennaio 1993 a Firenze contro il Messico (2-0).[51] Convocato sempre da Sacchi per il campionato del mondo 1994, Maldini disputa da titolare tutte le gare giocate dagli Azzurri fino alla finale persa ai rigori contro il Brasile, nelle quali viene impiegato prevalentemente come difensore centrale a causa dell'infortunio di Franco Baresi.[108]
Dopo l'addio di Franco Baresi, Maldini diventa il nuovo capitano degli Azzurri e partecipa al campionato d'Europa 1996, dove l'Italia viene eliminata al primo turno.[109]
Alla fine del 1996 suo padre Cesare Maldini prende il posto di Sacchi come selezionatore. Sotto la sua guida, Paolo Maldini disputa il campionato del mondo 1998 in Francia; è titolare in tutte le partite disputate dalla nazionale, che viene sconfitta ai quarti di finale dalla Francia padrona di casa, ancora una volta ai rigori.[110]
Due anni dopo, sotto la guida di Dino Zoff, disputa da titolare tutte le partite del campionato d'Europa 2000. La finale vede gli italiani contrapposti ai francesi, che pareggiano a meno di un minuto dalla fine del secondo tempo regolamentare e poi trovano il golden goal nei supplementari.[111]
Il 7 ottobre 2000, giorno della prima vittoria del CT Giovanni Trapattoni sulla panchina azzurra in Italia-Romania (3-0), Maldini festeggia la sua 113ª presenza in nazionale, superando il record di Zoff.[112]
Due anni dopo disputa ancora da titolare tutte le partite al campionato del mondo 2002, dove l'Italia viene eliminata agli ottavi dai padroni di casa della Corea del Sud, in una partita che suscita parecchie polemiche relative alle decisioni dell'arbitro Byron Moreno. Durante la gara contro i coreani, arrivata fino ai tempi supplementari, un suo errore permette all'attaccante Ahn Jung-hwan di realizzare il golden goal che elimina gli Azzurri.[113] Al termine della manifestazione, risentito per le critiche ricevute, Maldini decide di dire addio alla maglia azzurra, poco prima di compiere 34 anni, nonostante Trapattoni cerchi di dissuaderlo.[114] Nel 2004, in vista dell'Europeo, declina nuovamente la convocazione in nazionale.[115]
Con la maglia azzurra ha disputato 126 partite, di cui 74 come capitano (record al momento del ritiro), realizzando 7 gol.[12][116] Al momento del suo ritiro era il giocatore italiano con più presenze nei campionati del mondo con 23 presenze (quarta prestazione di sempre), con 2.216 minuti giocati (seconda miglior prestazione di sempre)[117][118] e il primo come presenze e minuti giocati nei campionati europei
Nel giugno 2009, dopo il suo ritiro, Maldini viene contattato dal Chelsea per entrare a far parte dello staff tecnico della squadra londinese ricoprendo il ruolo di team manager o di vice dell'allenatore Carlo Ancelotti, che allena Maldini a Milano per 8 anni.[119] Il 30 giugno 2009, tuttavia, lo stesso Ancelotti ha annunciato che Maldini rifiuta totale offerta.[120]
Il 5 agosto 2018, nove anni dopo il suo ritiro da giocatore, fa ritorno al Milan, venendo annunciato come direttore dello sviluppo strategico dell'area sport dalla nuova proprietà del fondo d'investimento statunitense Elliott Management Corporation guidato da Paul Singer.[121] Il 14 giugno 2019 viene nominato direttore dell'area tecnica in sostituzione del dimissionario Leonardo, suo ex compagno da giocatore.[122]
Dopo due stagioni concluse rispettivamente al quinto e al sesto posto, nell'annata 2020-2021 il Milan si qualifica alla Champions League dopo sette anni di assenza. Nella stagione successiva il club rossonero torna a vincere lo scudetto, a undici anni di distanza dalla precedente affermazione: per Maldini si tratta del primo trofeo da dirigente.[123]
La sua posizione viene confermata anche dal fondo d'investimento statunitense RedBird Capital Partners, che nell'estate del 2022 subentra a Elliott.[124] Al termine della stagione, che vede i rossoneri concludere il campionato al quarto posto e raggiungere le semifinali di UEFA Champions League, emergono tuttavia delle divergenze con la proprietà riguardanti il modello di gestione del club,[125] e il 6 giugno 2023 viene sollevato dall'incarico.[126]
Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Coppe continentali | Altre coppe | Totale | |||||||||
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Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti | ||
1984-1985 | Milan | A | 1 | 0 | CI | 0 | 0 | - | - | - | - | - | - | 1 | 0 |
1985-1986 | A | 27 | 0 | CI | 6 | 0 | CU | 6 | 0 | TE | 1 | 0 | 40 | 0 | |
1986-1987 | A | 29+1[127] | 1+0[127] | CI | 7 | 0 | - | - | - | - | - | - | 37 | 1 | |
1987-1988 | A | 26 | 2 | CI | 1 | 0 | CU | 2 | 0 | - | - | - | 29 | 2 | |
1988-1989 | A | 26 | 0 | CI | 7 | 0 | CC | 7[128] | 0 | SI | 0 | 0 | 40 | 0 | |
1989-1990 | A | 30 | 1 | CI | 6 | 0 | CC | 8 | 0 | SU+CInt | 2+1 | 0 | 47 | 1 | |
1990-1991 | A | 26 | 4 | CI | 3 | 0 | CC | 4 | 0 | SU+CInt | 1+1 | 0 | 35 | 4 | |
1991-1992 | A | 31 | 3 | CI | 7 | 1 | - | - | - | - | - | - | 38 | 4 | |
1992-1993 | A | 31 | 2 | CI | 8 | 0 | UCL | 10 | 1 | SI | 1 | 0 | 50 | 3 | |
1993-1994 | A | 30 | 1 | CI | 2 | 0 | UCL | 10 | 1 | SI+SU+CInt | 1+2+1 | 0 | 46 | 2 | |
1994-1995 | A | 29 | 2 | CI | 1 | 0 | UCL | 11 | 0 | SI+SU+CInt | 0+1+1 | 0 | 43 | 2 | |
1995-1996 | A | 30 | 3 | CI | 3 | 0 | CU | 8 | 0 | - | - | - | 41 | 3 | |
1996-1997 | A | 26 | 1 | CI | 3 | 0 | UCL | 6 | 0 | SI | 1 | 0 | 36 | 1 | |
1997-1998 | A | 30 | 0 | CI | 7 | 0 | - | - | - | - | - | - | 37 | 0 | |
1998-1999 | A | 31 | 1 | CI | 2 | 0 | - | - | - | - | - | - | 33 | 1 | |
1999-2000 | A | 27 | 1 | CI | 4 | 0 | UCL | 6 | 0 | SI | 1 | 0 | 38 | 1 | |
2000-2001 | A | 31 | 1 | CI | 4 | 0 | UCL | 14 | 0 | - | - | - | 49 | 1 | |
2001-2002 | A | 15 | 0 | CI | 0 | 0 | CU | 4 | 0 | - | - | - | 19 | 0 | |
2002-2003 | A | 29 | 2 | CI | 1 | 0 | UCL | 19 | 0 | - | - | - | 49 | 2 | |
2003-2004 | A | 30 | 0 | CI | 0 | 0 | UCL | 9 | 0 | SI+SU+CInt | 1+1+1 | 0 | 42 | 0 | |
2004-2005 | A | 33 | 0 | CI | 0 | 0 | UCL | 13 | 1 | SI | 1 | 0 | 47 | 1 | |
2005-2006 | A | 14 | 2 | CI | 0 | 0 | UCL | 9 | 0 | - | - | - | 23 | 2 | |
2006-2007 | A | 18 | 1 | CI | 0 | 0 | UCL | 9 | 0 | - | - | - | 27 | 1 | |
2007-2008 | A | 17 | 1 | CI | 0 | 0 | UCL | 4 | 0 | SU+Cmc | 0+2 | 0 | 23 | 1 | |
2008-2009 | A | 30 | 0 | CI | 0 | 0 | CU | 2 | 0 | - | - | - | 32 | 0 | |
Totale carriera | 647+1 | 29 | 72 | 1 | 161 | 3 | 21 | 0 | 902 | 33 |
Nel 2016 Paolo Maldini ha ricevuto il One Club Man Award, riconoscimento istituito e assegnato dalla squadra spagnola dell'Athletic Bilbao a calciatori che hanno militato per tutta la carriera calcistica in un solo club.[159]
Il 12 marzo 2018 una targa con il nome di Paolo Maldini è stata inserita nel percorso Walk of Fame dello sport italiano[160] al parco olimpico del Foro Italico a Roma, riservato agli sportivi italiani che si sono distinti per i risultati ottenuti in campo internazionale.
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